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Pazienti Alzheimer migliorano dopo operazione alla cataratta

I ricercatori dell'Ospedale Tenon di Parigi, in Francia, hanno scoperto che i pazienti con Alzheimer lieve, la cui visione è migliorata dopo l'intervento chirurgico di cataratta, hanno mostrato anche un miglioramento nelle capacità cognitive, nell'umore, nel sonno e in altri comportamenti.

La ricercatrice Brigitte Girard, MD, discuterà i risultati del suo team alla conferenza annuale 2011 dell'American Academy of Ophthalmology.

Questo è il primo studio a valutare in concreto se la chirurgia della cataratta possa beneficiare i malati di Alzheimer, anche se precedenti ricerche avevano dimostrato che la scadente visione è legata alle abilità compromesse di umore e di pensiero nelle persone anziane e che la chirurgia della cataratta potrebbe migliorare la qualità della vita.

Trentotto pazienti, età media 85 anni e tutti con demenza lieve a causa dell'Alzheimer, hanno completato lo studio del Dott. Girard. Tutti i partecipanti avevano cataratta debilitante in almeno un occhio e sono stati opportunamente trattati con chirurgia della cataratta standard e con l'impianto di lenti intraoculari, che sostituiscono le lenti naturali degli occhi al fine di fornire una correzione visiva. Dopo l'operazione, la visione a distanza e da vicino è notevolmente migliorata in tutti tranne uno dei pazienti di Alzheimer.

Un neuropsicologo ha valutato i malati di Alzheimer per umore, depressione, comportamento, capacità di funzionare in modo indipendente, e abilità cognitive, un mese prima e tre mesi dopo la chirurgia della cataratta. Lo stato cognitivo, la capacità di percepire, comprendere e rispondere in modo appropriato al proprio ambiente, è migliorato nel 25 per cento dei pazienti. La depressione è stata sollevata in molti di essi, e il livello di miglioramento è stato simile a quello che si verifica comunemente dopo la chirurgia della cataratta nelle persone anziane che non hanno demenza. Nessuna modifica è stata trovata nel livello di autonomia dei pazienti, cioè nella loro capacità di funzionare in modo indipendente.

I modelli del sonno sono migliorati e i problemi notturni di comportamento si sono ridotti nella maggior parte dei pazienti dello studio. Altri studi hanno dimostrato che quando le cataratte sono rimosse, i livelli del regolatore del sonno, la melatonina, sono diventati normali. La Dssa Girard osserva che questo potrebbe essere stato un fattore chiave nei modelli migliorati di sonno dei malati di Alzheimer. "Volevamo sapere se un miglioramento significativo nella visione avrebbe comportato un umore positivo e cambiamenti di comportamento, o avrebbe potuto invece sconvolgere le strategie fragili di sopportazione di questi pazienti", ha detto la Dssa Girard. "Negli studi futuri abbiamo intenzione di imparare quali fattori, in particolare, hanno portato gli effetti positivi che abbiamo trovato, in modo da poter aumentare la qualità della vita dei malati di Alzheimer, delle loro famiglie e degli operatori sanitari".

 

 

 


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Fonte: Materiale della American Academy of Ophthalmology.

Pubblicato in ScienceDaily il 25 ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

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