Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer: un'ipotesi alternativa basata su alterazioni sinaptiche

Una nuova ricerca suggerisce che puntare proteine essenziali per la neurotrasmissione potrebbe essere un'alternativa promettente per il trattamento dell'Alzheimer.

Human hippocampal brain section by Gael BarthetSezione dell'ippocampo umano di un paziente con Alzheimer che mostra la proteina precursore dell'amiloide (verde) raggrupparsi intorno alle placche amiloide (viola e rosse). Fonte: ©Gaël Barthet.

Una nuova ricerca pubblicata su Alzheimer's & Dementia potrebbe spiegare perché i neuroni non riescono a comunicare efficacemente nelle persone con il morbo di Alzheimer (MA). Lo studio condotto da ricercatori del laboratorio di Christophe Mulle all'Istituto Interdisciplinare di Neuroscienze di Bordeaux apre un nuovo percorso di ricerca per stabilire il meccanismo molecolare che causa il MA.


Nonostante sforzi intensi nella ricerca clinica, non c'è alcun trattamento per curare o almeno per rallentare la progressione del MA; gli attuali interventi clinici sono in genere basati sull'ipotesi 'cascata amiloide', che postula che la neurodegenerazione nel MA è causata dall'accumulo anormale di placche di amiloide nel cervello. Tuttavia, questi interventi non sono riusciti a dimostrare efficacia clinica.


Di recente, l'Agenzia Europea dei Medicinali non ha approvato un nuovo farmaco controverso per il MA (aducanumab/Aduhelm) che punta le placche, concludendo che i benefici non superano i rischi. La decisione lascia circa 8 milioni di persone con demenza nell'UE senza opzioni di trattamento, evidenziando l'urgente necessità di un obiettivo alternativo per la ricerca di MA.


Il nuovo studio rivela che il peptide amiloide che compone le placche non è l'unico colpevole che si accumula nel cervello del MA umano. Per mezzo di un'intensa colorazione microscopica è emerso che il suo precursore, la proteina precursore amiloide (APP), circonda le placche amiloidi.


"Sorprendentemente, la nostra ricerca ha rivelato che le aree del cervello in cui l'APP si accumula, contengono quantità anomale di proteine ​​essenziali per la comunicazione tra i neuroni"
, ha affermato il dott. Gaël Barthet, autore senior della ricerca, attuale direttore di neuroscienze al Wyss Center di Ginevra.


La comunicazione tra i neuroni avviene alle giunzioni chiamate sinapsi, in cui i neurotrasmettitori rilasciati da un neurone pre-sinaptico vengono lanciati attraversano la giunzione per raggiungere e attivare un neurone post-sinaptico.


"Ciò che abbiamo trovato affascinante è che l'APP si accumula con un eccesso di proteine ​​pre-sinaptiche, mentre quelle ​​post-sinaptiche erano esaurite, indicando una grave compromissione della comunicazione neuronale in questi siti", ha detto il dott. Tomas Jorda, primo autore dello studio e ricercatore postdottorato di neurobiologia all'Università di Ginevra.


"Le nuove scoperte introducono una nuova direzione da esplorare con il nostro approccio innovativo, multi-scala e multi-modale al Centro", ha detto il dott. Richie Kohman, responsabile scientifico del Wyss Center.


La ricerca traslazionale del Centro WYSS sulle malattie neurodegenerative usa nuove tecniche di marcatura molecolare abbinate a strumenti avanzati di microscopia e analisi dei dati per esaminare popolazioni neuronali specifiche, marcatori sinaptici e trascrittomica a singola-cellula nel cervello umano.


Questi approcci innovativi di scansione consentono di studiare il cervello umano in sezioni di grandi dimensioni o anche in interi campioni 3D. Il Centro WYSS usa questi metodi per indagare sui meccanismi molecolari in gioco nei disturbi neurologici e psichiatrici, per stabilire i primi biomarcatori e identificare nuovi obiettivi terapeutici.

 

 

 


Fonte: Wyss Center for Bio and Neuroengineering (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Tomàs Jordà-Siquier, Melina Petrel, Vladimir Kouskoff, Una Smailovic, Fabrice Cordelières, Susanne Frykman, Ulrike Müller, Christophe Mulle, Gaël Barthet. APP accumulates with presynaptic proteins around amyloid plaques: A role for presynaptic mechanisms in Alzheimer's disease?. Alzheimer's & Dementia, 25 Jan 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.