Iscriviti alla newsletter

Studio ora collega alla demenza l'apolipoproteina E non mutata nel cervello invecchiato

Una nuova ricerca pubblicata sull'American Journal of Pathology suggerisce che, nonostante la mancanza di mutazioni che guidano le malattie riferite in precedenza nel gene genitore, la proteina ApoE può essere collegata alla demenza.

 study-now-links-non-mutated-apoe-to-dementia-in-the-aging-brain.jpgMicroscopia a immunofluorescenza mostra una singola placca di amiloide neuritica con APOE (verde-A), la proteina del complemento C4 (rosso-B) e proteine ​​tau (bianco-c) nell'amigdala di un individuo con genotipo ApoE ε3/3 (caso 1068). Nella struttura con la placca raffigurata, il segnale ApoE è più forte nel nucleo della placca (freccia nel pannello A), mentre il segnale C4 è anche forte nella periferia (freccia nel pannello B). Le strutture tau-immunoreattive sono spesso al di fuori del segnale ApoE o C4 (freccia nel pannello C). Il pannello D mostra tutti e tre i colori e il giallo è la sovrapposizione tra regioni rosse e verdi. L'anticorpo ApoE marca piccoli vasi capillari (freccia larga in A) e profili gliali (punta freccia più piccola in A) che non sono marcati dall'anticorpo C4. Scale 50 μm (Fonte: American Journal of Patology).

Ricercatori impegnati a esplorare le proteine ​​correlate alla demenza nel cervello hanno identificato l'apolipoproteina E (ApoE) come una proteina mal ripiegata fondamentale. Circa il 25% degli individui, e il 50% degli individui con Alzheimer, hanno una mutazione genetica, l'allele ε4 dell'ApoE, un noto fattore di rischio per la malattia.


I ricercatori sono stati sorpresi di scoprire che anche nel cervello dei pazienti senza l'allele ε4 dell'ApoE, le proteine ​​ApoE erano fortemente arricchite nella demenza.


"La demenza è molto complessa, ma puoi semplificarla: la malattia è causata da proteine ​​appiccicose nel cervello"
, ha spiegato l'autore senior Peter T. Nelson MD/PhD, del Sanders-Brown Center on Aging e del Dipartimento di Patologia all'Università del Kentucky di Lexington. "Non le sto sminuendo, queste proteine 'appiccicose' mal ripiegate spesso finiscono per distruggere il cervello, la mente, i ricordi e tutto il resto a milioni di persone che soffrono di demenza. Vogliamo capire in modo specifico quali proteine ​​sono il problema".


I ricercatori hanno usato la spettrometria di massa per caratterizzare l'insieme completo di proteine (proteoma), dell'amigdala di 40 partecipanti alla coorte di autopsie del Centro Alzheimer dell'Università del Kentucky. L'amigdala è vulnerabile alle proteine ​​mal aggregate associate alla demenza ed è spesso influenzata anche nelle prime fasi della malattia.


I soggetti andavano da cognitivamente normali a colpiti da demenza amnesica grave. Sebbene studi precedenti abbiano esaminato il proteoma dell'amigdala umana, nessuno ha dato informazioni su un campione di queste dimensioni, con soggetti di demenza e soggetti di controllo per confronto.


Come previsto, nel cervello dei pazienti con demenza sono state trovate porzioni di proteine ​​associate in precedenza alle malattie neurodegenerative, comprese le proteine ​​chiamate tau (associate ai grovigli neurofibrillari), Aβ (associate alle placche amiloidi) e α-sinucleina (associata alla demenza da corpi di Lewy ). Aβ e α-sinucleina si sono correlate con forza alla diagnosi clinica di demenza.


Le proteine ​​di tau e Aβ, ma non l'α-sinucleina, sono state rilevate occasionalmente nei soggetti cognitivamente normali e in quelli con lieve deterioramento cognitivo. Nel complesso, come osserva il dott. Nelson, i risultati per queste proteine ​​erano in linea con le aspettative.


I dati hanno rivelato anche una stretta correlazione tra la diagnosi di demenza e il rilevamento di peptidi ApoE nel cervello. La correlazione tra ApoE e demenza era ancora più forte di quella vista per tau, Aβ o α-sinucleina. Inoltre, i peptidi ApoE erano significativamente arricchiti anche nei pazienti con demenza che mancavano dell'allele ε4 dell'ApoE.


I risultati enfatizzano la rilevanza della proteina ApoE come proteina aggregata in modo aberrante a pieno titolo, piuttosto che fattore di rischio genetico 'a monte'.


"Il nostro studio aumenta il riconoscimento in evoluzione di molteplici proteine ​​mal ripiegate nel cervello umano e fa fare un passo avanti al settore sottolineando che l'ApoE può essere un forte contributo al prototipo di demenza, anche negli individui che non hanno la versione del gene ApoE che guida la malattia", ha detto il dott. Nelson. "Anche nelle persone prive dell'allele ε4 di ApoE, l'ApoE può effettivamente essere tra le 'proteine appiccicose' più impattanti nell'invecchiamento del cervello".

 

 

 


Fonte: Elsevier (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jozsef Gal, Yuriko Katsumata, Haining Zhu, Sukanya Srinivasan, Jing Chen, Lance Allen Johnson, Wang-Xia Wang, Lesley Renee Golden, Donna Wilcock, Gregory Jicha, Matthew Cykowski, Peter Tobias Nelson. Apolipoprotein E Proteinopathy Is a Major Dementia-Associated Pathologic Biomarker in Individuals with or without the APOE Epsilon 4 Allele. The American Journal of Pathology, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La demenza ci fa vivere con emozioni agrodolci

23.05.2023

Il detto è: dolce è la vita. E, anche se vorremmo momenti costantemente dolci, la vita s...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Farmaci per il sonno: limitazioni e alternative

18.04.2023

Uno studio pubblicato di recente sul Journal of Alzheimer's Disease è l'ultima ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.