Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stabilità nell'indice di massa corporea nel tempo è associata a una migliore traiettoria cognitiva

bmi categories

I ricercatori della Scuola di Medicina ICAHN del Mount Sinai di New York hanno scoperto che aumenti e diminuzioni importanti, o la variabilità nel tempo nell'indice di massa corporea (IMC), sono associati a un tasso accelerato di declino cognitivo, indipendentemente dal fatto che una persona fosse originariamente normale, sovrappeso o obesa.


I risultati, pubblicati il 20 gennaio su Alzheimer's & Dementia, indicano che nella vecchiaia un IMC stabile può conferire protezione dal declino cognitivo. Suggeriscono anche che il monitoraggio dell'IMC, che è semplice da misurare alle visite mediche annuali, può individuare le persone la cui cognizione è in calo e permettere un intervento precoce.


La perdita progressiva della cognizione è comune negli anziani e la sua prevenzione e trattamento sono una priorità importante della sanità pubblica. Evidenze coerenti associano in mezza età un IMC alto (la misura più usata di sovrappeso) con scarsi esiti cognitivi in età avanzata. Alcuni studi hanno mostrato più deterioramento cognitivo e demenza con un IMC maggiore in vecchiaia, mentre altri non hanno trovato alcuna associazione o addirittura un rischio di demenza inferiore negli anziani obesi.


In più, la perdita di peso è stata associata a un maggiore rischio di demenza. Nonostante la rilevanza dell'IMC nel rischio di deterioramento cognitivo incidente e la diminuzione sottile ma coerente dell'IMC che accompagna la vecchiaia, ci sono evidenze limitate di cambiamenti simultanei di IMC e di declino cognitivo, che possano riflettere meglio il corso naturale dei due fenomeni.


Per affrontare questo divario, il team di ricerca ha analizzato i dati clinici longitudinali da circa 16.000 anziani attraverso il National Alzheimer’s Coordinating Center, che tiene i dati uniformi dei partecipanti iscritti ai Centri Alzheimer negli Stati Uniti, compreso quello del Mount Sinai.


Per essere idonei allo studio, i partecipanti dovevano avere almeno 60 anni e nessuna diagnosi di demenza, determinata da un consenso medico. Lo studio includeva partecipanti che sono stati iscritti a questi centri tra settembre 2005 e dicembre 2019, seguendoli per una media di 5 anni. Tutti i partecipanti si sono sottoposti a una batteria di test neuropsicologici standard ad ogni visita.


Il team di studio ha classificato i test neuropsicologici nei seguenti domini: memoria, attenzione/memoria di lavoro, linguaggio e funzione esecutiva. L'IMC è stato calcolato in base al peso e all'altezza misurati all'inizio e a ogni visita successiva, con l'IMC di base classificato in tre gruppi, seguendo la classificazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: sottopeso o normale (<25 kg/m2), sovrappeso (25÷30 kg/m2) e obesi (≥30 kg/m2).


Michal Schnaider-Beeri PhD, prof.ssa di psichiatria del Mount Sinai e autrice senior della ricerca, ha affermato:

"Tutti i gruppi hanno avuto un certo grado di declino, compreso il gruppo con IMC stabile. Tuttavia, il tasso di declino dei gruppi IMC non stabili era oltre il 60% più veloce del tasso di declino del gruppo IMC stabile.

"È necessario sbrogliare il percorso biologico alla base delle diverse traiettorie dell'IMC nella vecchiaia, e il loro contributo alla salute e alla malattia del cervello, per sviluppare potenziali terapie.

"I risultati del nostro studio ci aiutano a puntare nella direzione di quell'ultimo obiettivo, fornendo anche importanti considerazioni che possono essere valutate nella gestione clinica dei pazienti mentre invecchiano".

 

 

 


Fonte: Mount Sinai Health System (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michal Schnaider Beeri, Amir Tirosh, Hung-Mo Lin, Sapir Golan, Ethel Boccara, Mary Sano, Carolyn Zhu. Stability in BMI over time is associated with a better cognitive trajectory in older adults. Alzheimers & Dementia, 20 Jan 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.