Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio chiarisce come i microbi possono esacerbare il declino cognitivo

microbiome

Ricerche recenti hanno scoperto che i cambiamenti nel microbiota intestinale (i trilioni di batteri e altri microbi che vivono nell'intestino) possono alterare il cervello e il comportamento. Ora, uno studio guidato da scienziati dell'UCLA potrebbe chiarire come e perché il fenomeno si verifica.


Nell'esperimento, che è stato condotto sui topi, i ricercatori hanno scoperto che i microbi intestinali possono esacerbare gli effetti del deterioramento cognitivo per il modo in cui influenzano l'ippocampo, la regione del cervello che è fondamentale per la memoria e l'apprendimento.


Hanno scoperto che la concentrazione di un gruppo di batteri chiamati bilofila aumenta drasticamente nel microbiota dei topi alimentati con una dieta chetogenica (contenuto alto di grassi, e basso di carboidrati) e privati in modo intermittente ​​dell'ossigeno, creando una condizione chiamata ipossia.


Gli scienziati, nella ricerca è pubblicata nella rivista Cell Host & Microbe, hanno anche scoperto che la dieta chetogenica, l'ipossia e un trattamento con una specie di bilofila chiamato bilofila wadsworthia ha compromesso l'ippocampo, determinando una ridotta capacità cognitiva nei topi.


I ricercatori hanno alimentato diversi topi con una dieta chetogenica e altri con una dieta standard. Quindi, tutti i topi hanno ricevuto livelli ridotti di ossigeno per 5 giorni consecutivi e poi hanno avuto 4 giorni per recuperare. Privare gli animali di una parte di ossigeno è stato un modo per gli scienziati per causare danni cognitivi, e imitare il deterioramento cognitivo degli esseri umani che può essere causato dalle malattie neurologiche o dall'invecchiamento.


Successivamente, gli scienziati hanno osservato la loro capacità di navigare in un labirinto. Quando hanno cercato di trovare la strada fuori dal labirinto, i topi della dieta chetogenica hanno fatto in media il 30% di errori in più dei topi con la dieta standard. (La gamma di differenza tra i due gruppi è stata dal 25% al ​​75%).


I ricercatori hanno anche valutato se diverse diete da sole potrebbero causare un qualsiasi cambiamento nel comportamento cognitivo nei topi che non erano stati privati ​​dell'ossigeno. In quell'esperimento, non c'è stata alcuna differenza apprezzabile nella capacità dei topi di trovare la via d'uscita dal labirinto solo in base alla dieta ricevuta (chetogenica o standard), indicando che l'impatto negativo sulla capacità cognitiva è dato solo dalla combinazione con la privazione dell'ossigeno.


"Questi risultati evidenziano la capacità dei diversi fattori ambientali di interagire insieme per avere un impatto sul comportamento cognitivo nei topi", ha detto la prima autrice Christine Olson, laureanda dell'UCLA.


In seguito, i ricercatori hanno esaminato cosa succede esaurendo il microbiota dei topi prima di dare la dieta chetogenica ed esporli all'ipossia. È interessante notare che i topi con microbiota prima impoverito hanno fatto un numero minore di errori nel labirinto dei topi che sono stati esposti all'ipossia e con dieta chetogenica, ma non avevano avuto cambiamenti al microbiota.


"Ciò suggerisce che i microbi associati alla dieta chetogenica e all'ipossia potrebbero contribuire agli effetti dannosi sul deterioramento cognitivo", ha detto Olson.


Gli autori hanno determinato che il bilofila wadsworthia cambia quale geni sono accesi o spenti nell'ippocampo, e che il batterio riduce la normale segnalazione cellulare nell'ippocampo.


"Il bilofila wadsworthia ha interrotto l'attività dell'ippocampo e il comportamento cognitivo in modi simili all'ipossia e alla dieta chetogenica insieme", ha detto Olson. "Dato il ruolo importante dell'ippocampo nell'apprendimento e nella memoria, i cambiamenti offrono indizi sul modo in cui il bilofila influenza il comportamento cognitivo".


"Gli scienziati stanno scoprendo solo ora le specie microbiche che possono influenzare i cambiamenti comportamentali nei topi e in altri animali", ha detto l'autrice senior Elaine Hsiao, professoressa di scienze biologiche e di malattie digestive dell'UCLA, aggiungendo che "sarà importante studiare più specificamente come le specie microbiche possono influire sul cervello, ad esempio attraverso i cambiamenti cellulari che si verificano in risposta ai microbi".


Il deterioramento cognitivo affligge milioni di persone over-65 ed è associato a un'ampia varietà di disturbi cronici metabolici, immunologici e neurodegenerativi, come l'Alzheimer. Secondo la Hsiao, il nuovo studio potrebbe essere un passo importante per capire quali microbi influenzano o compromettono l'abilità cognitiva.

 

 

 


Fonte: Stuart Wolpert in University of California - Los Angeles (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Christine Olson, Alonso Iñiguez, Grace Yang, Ping Fang, Geoffrey Pronovost, Kelly Jameson, Tomiko Rendon, Jorge Paramo, Jacob Barlow, Rustem Ismagilov, Elaine Hsiao. Alterations in the gut microbiota contribute to cognitive impairment induced by the ketogenic diet and hypoxia. Cell Host & Microbe, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.