Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come combattere lo stigma che isola le persone con demenza

dementia friendly barber

Mantenere separate e protette le persone con demenza è una pratica comune, in base alla ragionevole idea che la sicurezza è fondamentale per i vulnerabili. Durante questa pandemia, tuttavia, sono stati interrotti i contatti con chi risiedeva nelle case di cura, molti dei quali hanno la demenza, con un grande prezzo per la loro salute mentale e fisica.


Isolamento e segregazione creano e rafforzano un altro tipo di barriera in chi ha la demenza: quello dello stigma, che può togliere alle persone qualità di vita, intervento personale e la dignità del rischio che il resto della popolazione si aspetta come diritto di nascita.


La ricerca dimostra che sperimentare stigma (definito come un marchio di disgrazia e umiliazione) aumenta i sentimenti di isolamento sociale, depressione e abbandono tra quelli con demenza. Questo stigma esiste in tutto il mondo, e cercare di educare le persone a rimuoverlo da chi ha la demenza non si è dimostrato efficace.


Un approccio che potrebbe aiutare a diminuire lo stigma è quello di costruire comunità più accoglienti per le persone con demenza.

 

La segregazione non è la risposta

La vergogna e la paura associate a questo stigma sono così testarde che le persone che hanno la demenza continuano a comportarsi come se le avessero, a loro stesso detrimento. Aspettano troppo a lungo per farsi diagnosticare, perdendo tempo prezioso, opzioni di trattamento e supporto sociale.


Una volta etichettati, trovano che i vecchi amici, le persone nella loro comunità e persino i familiari si allontanano. Anche i caregiver diventano più isolati. La segregazione per sicurezza non è la risposta per trattare le persone con demenza in modo completamente umano (ora i numeri sono di circa 50 milioni in tutto il mondo).


Durante i miei anni come specialista certificato di terapia ricreativa nelle case di cura del Nord America, ho visto che la segregazione porta allo stigma e blocca aiuto per le persone con la demenza. Questo è il motivo per cui ora, come professore di terapia ricreativa, sono impegnato nella ricerca che si concentra sul crescente movimento dementia-friendly ('amichevole con la demenza').


Questo movimento cerca di sviluppare sistemi di supporto per le persone con perdita di memoria, riconoscendole come uguali, celebrando i loro contributi e consentendo loro di vivere con scopo all'interno di comunità accoglienti.


Insegno ai miei studenti che le relazioni personali sono al centro di qualsiasi terapia che mira ad aiutare gli individui a prosperare mentre invecchiano. A tal fine, sto esplorando le possibilità della teoria dei contatti, un approccio promettente e pratico per combattere il pregiudizio, per vedere se può essere applicato allo stigma della demenza.


La teoria dei contatti postula che il contatto personale permette e supporta relazioni tra i membri della maggioranza e della minoranza, riesce meglio a ridurre lo stigma degli interventi che si concentrano sull'istruzione. I ricercatori hanno scoperto che lo sviluppo di tali relazioni può ridurre il pregiudizio basato su malattie mentali, razza, sesso ed età.


L'obiettivo finale, se la teoria dei contatti funziona come è successo altrove, è estendere il concetto di società amichevoli con la vecchiaia, come descritto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per includere società amichevoli con la demenza.

 

Comunità 'dementia-friendly'

L'OMS definisce una città amichevole con la vecchiaia come quella che "incoraggia l'invecchiamento attivo ottimizzando le opportunità per la salute, la partecipazione e la sicurezza, al fine di migliorare la qualità di vita mentre le persone invecchiano". Tuttavia, una chiamata specifica per affrontare lo stigma di invecchiamento e demenza - un doppio smacco di discriminazione - non è esplicito nell'approccio dell'OMS.


In tutto il mondo, l'OMS promuove e valuta tali cose come programmi per camminare, servizi di transito accessibili e strutture ricreative, opzioni abitative, servizi sanitari e molte attività amichevoli con gli anziani per alleviare le potenziali difficoltà dell'invecchiamento e promuovere l'inclusione. L'accesso a questi tipi di servizi non dovrebbe scomparire quando svanisce la memoria.


Una comunità amichevole con la demenza dovrebbe adattare gli aspetti fisici e sociali di un ambiente per garantire il benessere e la continuità della vita per tutti. Ciò dovrebbe affrontare esplicitamente lo stigma all'interno del quadro attuale dell'OMS. Le attività correlate potrebbero aiutare a muovere le comunità in tutto il mondo dalla segregazione alla tolleranza, alla vera inclusione di tutti noi mentre invecchiamo.


È qui che i principi della teoria dei contatti possono rivelare i loro benefici. Le recenti iniziative mostrano che trovare modi per portare insieme persone con e senza demenza a supporto dello stesso obiettivo può contrastare lo stigma della demenza. Questo tipo di attività aiuta a portare il concetto di 'amichevole con la demenza' dalla teoria alla realtà.


Esempi di iniziative che inducono le persone con demenza a sentirsi incluse, valutate e rispettate e che creano relazioni significative per tutti, includono:

  • studenti universitari che vivono in residenze per anziani e passano del tempo ogni settimana con i loro vicini più anziani in cambio di affitto;
  • cori che mettono insieme persone con e senza demenza per cantare;
  • programmi intergenerazionali che consentono ai bambini in età scolastica di sviluppare relazioni con residenti di strutture a lungo termine


La teoria dei contatti non è una soluzione perfetta, e ampliare il mondo delle persone con la demenza non è privo di rischi. Ad esempio, c'è il rischio che le persone con demenza si perdano o scompaiano.


Nonostante queste limitazioni, c'è motivo di sentirsi ottimisti che i programmi amichevoli con l'invecchiamento possono essere applicati alla demenza. Credo che se più persone senza perdita di memoria interagiscono e creano amicizie con coloro che ce l'hanno, lo stigma diminuirà. Adottare atteggiamenti di inclusione in base alle esperienze personali potrebbe darci comunità più amichevoli e più eque.


Le persone con demenza non possono aiutare con la dimenticanza. Quindi spetta a noi ricordare che sono membri importanti della società, che meritano vite collegate e significative come le nostre.

 

 

 


Fonte: Sienna Caspar, professoressa associata nella Facoltà di Scienze della Salute, Università di Lethbridge

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.