Esperienze e opinioni
L'incontinenza nella demenza
L'incontinenza è comune nella vecchiaia stessa ed è presente nella maggior parte dei pazienti con demenza, ad un certo punto. Sebbene non sia problematico come la rabbia, l'aggressività, l'agitazione o le cadute, l'incontinenza è sconvolgente sia per te che per la persona cara, ed è una delle ragioni principali per cui gli individui con demenza finiscono per lasciare la propria casa ed entrare in una struttura.
Ci sono molti tipi diversi di incontinenza che gli anziani possono sperimentare. Alcuni tipi sono legati a cause anatomiche e mediche; questi tipi sono valutati al meglio e trattati da un urologo o altro medico. Per questo motivo, se queste raccomandazioni non riescono ad affrontare in modo significativo l'incontinenza, è importante discutere il problema con un medico. (Nota, tuttavia, che spesso i farmaci prescritti possono peggiorare il pensiero e la memoria!)
Se la persona cara ha una perdita di urina quando tossisce, starnutisce o ride, può avere incontinenza da stress. L'incontinenza da stress è più comune nelle donne anziane ed è il risultato dell'indebolimento o dei danni ai muscoli della vescica che trattengono l'urina.
L'incontinenza da straripamento (overflow incontinence) c'è quando la vescica non si svuota completamente. È comune negli uomini con una prostata ingrandita, anche se può verificarsi anche nelle donne. Il muscolo della vescica si allunga e può avere perdite o spasmo.
Infine, se il tuo caro ha un forte e improvviso bisogno di urinare, deve correre in bagno, e non sempre lo fa in tempo, ha l'incontinenza da urgenza (chiamata anche vescica iperattiva). A volte gli individui hanno una forma mite di questo problema, che porta all'urgenza urinaria o ai frequenti viaggi in bagno senza incontinenza reale. E alcuni individui hanno un misto di questi diversi tipi di incontinenza.
Nella demenza, l'incontinenza può essere causata o peggiorata da quattro problemi principali:
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Uno è che, poiché i lobi frontali dell'individuo e i collegamenti della materia bianca sono danneggiati dalla demenza, la sua capacità di controllare la vescica è compromessa, ed è semplicemente meno in grado di trattenere l'urina, indipendentemente da quanto ci prova.
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Il secondo è che, a causa dei problemi di memoria, può dimenticare di andare in bagno prima di fare una lunga passeggiata o un giro in auto, oppure potrebbe dimenticare di regolare l'apporto di liquidi prima di un tale evento. Può anche dimenticare o giudicare male il tempo per cui può trattenere l'urina, in particolare se nel corso degli anni è diminuita la capacità di trattenerla.
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Il terzo è che alcuni individui con demenza semplicemente non sono disturbati se urinano nei vestiti o in altri luoghi inappropriati. Questa mancanza di preoccupazione per l'igiene può esserci presto in quelli che hanno una disfunzione del lobo frontale, come la demenza frontotemporale, o nella fase grave di qualsiasi demenza.
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Infine, se il tuo caro non riesce più a muoversi rapidamente per qualsiasi motivo, sarà più difficile raggiungere il bagno in tempo.
L'incontinenza dell'intestino può essere dovuta a problemi che chiunque può avere, come la diarrea, ma è comune nella demenza nelle fasi moderate e gravi per le stesse ragioni che rendono comuni l'incontinenza urinaria. Il controllo dell'intestino è compromesso e gli individui con demenza riescono meno a contenere le feci.
Possono dimenticare di usare il bagno per evacuare l'intestino prima di un viaggio. A causa della disfunzione del lobo frontale, potrebbero non preoccuparsi di sporcare i vestiti. E ancora, se il loro cammino è compromesso, saranno meno propensi a raggiungere il bagno in tempo.
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Domanda chiave: Non mi disturba pulire quando non arriva in bagno in tempo e si sporca, ma ora cerca di colpirmi quando provo a lavarla.
- L'incontinenza è comune nella demenza. Il fatto che l'individuo non voglia essere pulito, in genere indica problemi con il funzionamento del lobo frontale.
Fonte: Andrew Budson MD, professore di neurologia alla Boston University e docente di neurologia alla Harvard University.
Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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