Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La musica sinfonica ha il potere di invertire il declino cognitivo della demenza

Symphony

Un programma che comprende la musica classica dal vivo per le persone con demenza ha dimostrato di avere effetti sorprendentemente positivi sull'umore, sulla funzione cognitiva e sulle relazioni.


Dei ricercatori della Colorado State University hanno trascorso nove mesi a studiare l'impatto del 'B Sharp', un programma di impegno nelle arti per cui le persone con Alzheimer e altre forme di demenza partecipano con i loro caregiver ad una serie di spettacoli della Fort Collins Symphony.


Lo studio ha scoperto che, nel corso del programma, la maggioranza dei partecipanti sperimenta un inaspettato rovesciamento del declino cognitivo. "Questo è sorprendente per persone che hanno una malattia degenerativa", ha detto la ricercatrice Jeni Cross, professore associato nel Dipartimento di Sociologia della CSU. "Il massimo che speravamo era di mantenere piatta la funzione cognitiva. In realtà c'è stato un miglioramento per la maggior parte di loro".

 

Sforzo di collaborazione

Il programma 'B Sharp' è frutto della collaborazione tra la Colorado State University e Banner Health, Kaiser Permanente, Fort Collins Symphony, Larimer County Office on Aging, Alzheimer’s Association e un professionista medico specializzato nella demenza. I partecipanti hanno avuto l'abbonamento ai cinque spettacoli e al successivo ricevimento.


Lo studio ha identificato diversi effetti positivi. Ha dimostrato di migliorare prontezza, impegno, umore, senso di comunità, sentimenti di accettazione e interazioni tra caregiver e pazienti. "Ci siamo tenuti molto per mano e abbiamo sorriso tanto, durante e dopo l'esecuzione", ha detto uno dei partecipanti. "Abbiamo tenuto un contatto visivo durante l'intera performance, ed era come un viaggio dell'anima".


La Cross ha detto che il risultato più interessante è stato il beneficio del 'B Sharp' sui caregiver, che spesso diventano isolati e perdono le relazioni reciproche a causa della minore capacità del proprio caro di restituire - e la necessità di chiedere aiuto agli altri. Il programma ha dato loro un senso di normalità e una opportunità sociale di connettersi con altri caregiver che si trovavano nella stessa situazione e con i quali entrare in empatia.


"Questa è stata la scoperta più sorprendente", ha detto la Cross. "Sapevamo che i caregiver sono stressati dal caregiving, ma non avevamo capito che stavano perdendo reciprocità e mutualità. Hanno bisogno di sentire che stanno dando e ricevendo". Uno di loro ha detto: "Alcuni simpatizzano, ma nessuno capisce davvero fino a quando non è con persone che lo vivono. Noi siamo legate a una persona cara con questa orribile malattia".

 

Misurare la cognizione

La Cross ha lavorato con il Professore Associato Deana Davalos del Dipartimento di Psicologia della CSU per eseguire test neuropsicologici prima e dopo, e misurare i cambiamenti nella cognizione. I ricercatori hanno impiegato anche la Geriatric Depression Scale ed esami, interviste e focus group per quanto riguarda cose come umore, connessione e supporto.


La Cross ha detto che l'effetto positivo sull'umore dei partecipanti iniziava vari giorni prima di ogni rappresentazione, mentre aspettavano il concerto successivo. E anche quelli con gravi forme di demenza ricordavano il giorno dopo che era successo qualcosa di importante la sera prima. "Le coppie hanno scoperto che stavano creando nuovi ricordi nel momento in cui stavano perdendo la possibilità di condividere i ricordi del passato", ha detto la Cross.


"E' un'opportunità che abbiamo di fare qualcosa di diverso da quello che facciamo normalmente e per incontrare altri nella stessa situazione in cui ci troviamo", ha detto la partecipante Sue Squier, il cui marito, Hal, ha avuto la diagnosi di Alzheimer nel 2008. "Pensiamo che sia importante aumentare la consapevolezza sulla malattia e il suo impatto non solo sulla persona, ma pure sui caregiver. 'B Sharp' offre l'opportunità sia di uscire di casa che di avere un'esperienza sociale coinvolgente. Questo è stato molto positivo per tutti e due".

 

Effetti della musica

Diversi partecipanti hanno detto che il programma li ha incoraggiati a esplorare altre attività e li ha spinti a sentire più musica a casa. Il musico-terapeuta Lindsey Wilhelm (assistente professore nella Facoltà di Musica, Teatro e Danza della CSU) ha iniziato a lavorare con la Cross per esplorare gli effetti di certi tipi di musica sui partecipanti.


Per esempio si può compilare una playlist personalizzata per affrontare l'ansia di un individuo, mentre un'altra si può fare per quando si sente depresso.


La Cross riconosce che i risultati sono preliminari, data la dimensione limitata del campione, ma i risultati sono promettenti. Ha detto che sono in cantiere tre articoli sui risultati da pubblicare, e lei ha presentato i risultati alla Music Care Conference il 12 Novembre di Toronto. La Cross intende cercare il finanziamento per ulteriori ricerche, ad esempio per monitorare l'effetto su frequenza cardiaca, frequenza di respirazione, modelli di sonno e sistema immunitario dei partecipanti ai concerti.


"Possiamo dire che la partecipazione ha mostrato effetti positivi e vale la pena di continuare lo studio", ha detto. "E' stato davvero gratificante vedere i risultati".


Lo studio, condotto nel corso della stagione concertistica 2015-16, è stato reso possibile da un crowdfunding [finanziamento raccolto via rete] di $ 9.700 e dal sostegno finanziario di Kaiser Permanente, Banner Health, Home State Bank e donatori alla Fort Collins Symphony.

 

 

 


Fonte: Jeff Dodge in Colorado State University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)