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7 miti sull'Alzheimer: cosa non credere

E' una delle più temute malattie del cervello: l'Alzheimer. Priva le persone della loro memoria poco a poco, non ha alcuna cura - e con l'invecchiamento della popolazione, non mostra alcun segno di rallentamento.

I media sono pieni di storie sulle sue cause, i sintomi, e la prevenzione. Ma alcuni di tali documenti non raccontano tutta la storia. Qui sotto trovi sette fraintendimenti comuni circa l'Alzheimer e le verità che nascondono.

1. Mito: Una certa perdita di memoria è normale.

È vero, molti di noi, invecchiando, trovano che la propria memoria non è più quella di una volta. Ma è importante distinguere tra una mente occupata e la perdita vera di memoria, afferma James E. Galvin, MD, MPH, professore di neurologia e psichiatria al Langone Medical Center della New York University. "Ti può richiedere più tempo per ricordare dove hai messo qualcosa o un nome, ma sei in grado di ritornarci. Questo non è perdita di memoria, è invecchiamento".

Quando ti devi preoccupare? Quando si verificano cambiamenti nel modo di pensare. "Se ti dimentichi cose importanti come i nomi di persone care o se [la perdita di memoria] impatta le tue funzionalità o ci sono cose che non puoi più fare a causa dei problemi di memoria, questo richiede una valutazione", dice John Ringman, MD, professore clinico associato di neurologia alla David Geffen School of Medicine dell'UCLA.

2. Mito: Esercizio fisico, dieta e attività mentale prevengono l'Alzheimer.

Sebbene molte storie nella stampa popolare abbiano diffuso l'idea che uno stile di vita sano può aiutare a prevenire l'Alzheimer, non c'è una chiara evidenza scientifica. E' vero che alcuni studi hanno scoperto che mangiare una sana dieta, impegnandosi in attività aerobica su base regolare, restare socialmente attivi, e mantenere la mente impegnata con giochi e enigmistica sono legati a minor probabilità di ammalarsi di Alzheimer. Gli studi suggeriscono anche che "questi stessi cambiamenti nello stile di vita possono ridurre la progressione dei sintomi per le persone che hanno già l'Alzheimer", dice Galvin. Ma "non è del tutto chiaro che l'effetto si applica a casi individuali. Ho conosciuto mangiatori di papate da divano che non ce l'hanno e maratoneti vegan con la malattia".

Un problema ancora più grande qui è il nesso della causalità rispetto correlazione. Ovvero, stili di vita sani e meno probabilità di ottenere l'Alzheimer può essere collegato (correlazione), ma non è chiaro se lo stile di vita determina questa relazione (causalità). Potrebbe essere che le persone con abitudini di vita sane hanno altri tratti che lavoro a loro vantaggio. In poche parole, non c'è alcuna prova che lo stile di vita [da solo] previene l'Alzheimer. Comunque non c'è controindicazione al mangiare sano, restare fisicamente e mentalmente attivi, e nutrire le relazioni. Anche se non è dimostrato che possa prevenire l'Alzheimer, è certamente un bene per te e la tua qualità di vita. "Il mio approccio su questo argomento è che è una buona idea per la salute generale e ci sono alcune prove che l'esercizio aerobico aiuta la cognizione", dice Ringman.

3. Mito: Solo gli anziani contraggono l'Alzheimer.

E' vero che l'età è il maggiore fattore di rischio per l'Alzheimer: una persona di 65 anni su otto ce l'ha. Ma c'è quell'Alzheimer a esordio precoce che inizia prima dei 65 anni. E' raro, rappresenta solo il 5%-10% dei casi negli Stati Uniti - circa 200.000 persone. "La gente può averlo a venti anni, anche se è tipico [per l'esordio precoce] contrarlo tra 40 e 50 anni" dice Ringman. L'Alzheimer ad esordio precoce ha spesso un forte legame genetico.

4. Mito: L'Alzheimer è solo un fattore genetico.

Ci sono mutazioni genetiche che sono legate all'Alzheimer. Ma c'è di più nell'Alzheimer che avere un gene canaglia. Prendete il gene APOE, per esempio. Ha diverse varianti, tra cui uno che legato all'incremento di rischio di Alzheimer. Ma non tutti con quelli con tale variazione nell'APOE avranno l'Alzheimer, e non tutti quelli con Alzheimer hanno quella variazione nell'APOE. E questo è solo uno dei numerosi geni legati al rischio di Alzheimer.

Quindi, chiaramente, la genetica non è tutto. Di solito, dice Galvin, c'è una forte storia familiare con persone di ogni generazione che lo contraggono sempre alla stessa età. "Ma, in generale [la genetica] non è un fattore di rischio molto grande," dice. I ricercatori sono a caccia di ulteriori indizi genetici.

Nel frattempo, tieni questo in mente: Non c'è un gene dell'Alzheimer che sigilla il tuo destino, e il maggiore fattore di rischio per l'Alzheimer è, di gran lunga, l'invecchiamento.

5. Mito: La depressione provoca l'Alzheimer.

La depressione può essere un segno precoce di Alzheimer, ma non è dimostrato che causi l'Alzheimer. La depressione è comune, colpisce quasi 15 milioni di americani, tra cui 6,5 milioni di persone di 65 anni o più. Ma non tutti coloro che sono depressi sviluppano l'Alzheimer. Il link esatto tra le due condizioni non è chiaro.

Il grado di depressione può essere importante. "Il tipo di depressione che precede l'Alzheimer è più mite, mentre le persone con depressione [senza Alzheimer] tendono ad essere colpite più gravemente. Un paziente di Alzheimer suicida è estremamente raro", dice Ringman.

6. Mito: La demenza equivale all'Alzheimer.

Demenza è un termine generico usato per descrivere una perdita di memoria causata da cambiamenti nel cervello. L'Alzheimer è la forma più comune di demenza, ma non è l'unico. "Tutti quelli con Alzheimer hanno la demenza, ma non tutti quelli con demenza hanno l'Alzheimer", dice Galvin. Ci sono più di 70 diverse cause di demenza, tra cui ictus, morbo di Parkinson, demenza a corpi di Lewy, e malattia di Pick.

7. Mito: Gli integratori alimentari proteggono il cervello.

There is no good evidence showing that dietary supplements prevent Alzheimer's. Non ci sono prove valide che dimostrano che gli integratori alimentari prevengono l'Alzheimer. "Per lo meno gli integratori, le vitamine e i minerali testati a fondo hanno uniformemente fallito di dimostrare un qualsiasi beneficio", dice Galvin.

Gli integratori dietetici più testati includono olio di pesce, ginkgo biloba, e le vitamine ad alte dosi. Altri integratori non sono stati testati così accuratamente per la capacità di proteggere il cervello. Parla sempre al tuo medico di eventuali integratori che stai prendendo o di eventuali problemi di memoria che senti.

 


Pubblicato su WebMD.com il 31 gennaio 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.
Tutti i diritti riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: questo articolo non propone modifiche alla cura o dieta; per qualsiasi azione consigliamo di rivolgersi a un professionista medico o dietologo.

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