L'assistenza nelle case di riposo non è un impegno che va bene per tutti i casi.
Anche se tutti gli ospiti di queste strutture hanno bisogno di qualche forma di assistenza infermieristica qualificata, devono essere presi in considerazione i bisogni individualizzati per ogni ospite. E' appunto per questo che ogni ospite deve essere valutato singolarmente per identificare determinati rischi.
Quante probabilità ha questo ospite di subire un infortunio in una caduta? Il vagabondaggio è un rischio? Quanti rischi ci sono di fuga prolungata? Hanno difficoltà cognitive che devono essere tenute in considerazione? Queste ed altre questioni sono parte degli standard di cura nelle strutture assistenziali.
Tale analisi individuale, ovviamente, diventerebbe uno dei fattori se un ospite fosse affetto da Alzheimer o altre forme di demenza. Gli avvocati del nostro studio stanno lavorando su molti casi in cui gli ospiti con demenza non sono stati gestiti correttamente, portando a gravi incidenti, attacchi, e abbandono. Questi errori generano lesioni complesse e persino la morte.
Le sfide dell'assistenza della demenza
Sostenere che le questioni cognitive come la demenza devono essere tenute in debita considerazione in ogni momento non dovrebbe essere preso come l'affermazione che occuparsi di questi problemi è facile. È vero il contrario. Prendersi cura di un anziano con demenza è un lavoro difficile, ma è proprio per questo che i famigliari cercano aiuto per questa assistenza, tanto per iniziare.
La maggior parte dei famigliari lavora per fornire un sostegno ai loro anziani cari finché possono, in modo che l'anziano non debba trasferirsi in una casa di cura. Ma ci sono molte situazioni in cui semplicemente non c'è alternativa all'aiuto professionale presente in una struttura di assistenza a lungo termine. Purtroppo, abbiamo una lunga strada da percorrere prima che le strutture forniscano la migliore assistenza possibile alle persone con demenza.
Un nuovo articolo su Provider's Magazine del mese scorso, ad esempio, sostiene che l'assistenza alla demenza deve essere vista in una nuova luce. La storia nota che molti individui che un tempo amavano essere al centro di contesti sociali, si ritirano e si isolano dopo aver sviluppato la demenza. Il personale della casa di cura, gli amici e i famigliari spesso cercano di dare all'anziano opportunità di coinvolgimento sociali senza alcun risultato.
Un'alternativa, afferma un medico ed esperto di demenza, è porre maggiore attenzione all'individuo che alla malattia. Il medico ha recentemente pubblicato un libro dal titolo, "La demenza oltre i farmaci: Cambiare la cultura dell'assistenza". La sua idea di base è che l'assistenza a questi individui ha bisogno di andare oltre l'attuale condizione che si traduce in attenzione sul farmaco - e invece tornare al fatto che queste persone sono le stesse, ma con un "realtà terrificante, spostata".
Concentrandosi sul mitigare il declino con i farmaci, il medico sostiene che ci dovrebbe essere più attenzione alle "qualità cognitive complesse ed emotive che possono essere rimaste", anche da quelli con demenza avanzata. Tutto ciò significa che la personalità dell'individuo, i valori personali, la storia, la vita e gli stili per far fronte non scompariranno una volta che comincia a mostrare i segni della malattia cognitiva.
Portare questo nuovo concetto nei contesti di assistenza a lungo termine non sarà facile. Il medico osserva che il metodo sistematico di trattamento di questi ospiti significa che senza cambiamenti culturali diffusi "il sistema lo ucciderà". In altre parole, una cosa è pensare che abbiamo bisogno di spostare la nostra attenzione su questi temi, ma è un'altra è fare effettivamente qualcosa per tradurre l'idea in azione che migliora l'assistenza.
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Pubblicato in Levin & Perconti il 2 Ottobre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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