Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer e il prezzo di sapere

Alzheimer e il prezzo di sapereOra è sempre più possibile trovare il rischio di Alzheimer; la domanda successiva è: vuoi davvero sapere?

Oggi la maggior parte delle persone lo vengono a sapere solo quando la malattia è in corso e hanno dei sintomi. Ma con diligenza e conoscenze, è possibile scoprirla prima della comparsa dei sintomi.


Anche se alcuni sostengono che un cattivo risultato getterà un'ombra sugli ultimi anni buoni della vita in salute, altri dicono che è meglio sapere che cos'è in anticipo, in modo da poter fare dei programmi. Piuttosto che essere fatalisti, vogliono essere in grado di elaborare le informazioni, mentre possono ancora decidere pienamente di se stessi e sono in grado di cogliere tutte le implicazioni.


Per coloro che si preoccupano dell'Alzheimer familiare, esistono già dei test genetici funzionanti. Una ricerca australiana ha mostrato di recente che questi test contribuiscono a ridurre l'ansia, fornendo certezza, indipendentemente dal risultato. Danno anche altri benefici psicologici. Se i risultati sono negativi, permettono alle persone di andare avanti, e se positivi, la gente sa che cosa prevede per loro il futuro.


Ma per la grande maggioranza che sono preoccupati dell'Alzheimer sporadico la situazione è più complicata e una previsione può essere formulata come un puzzle, dice Raymond Schwartz, neurologo di Sydney. "Ciò può succedere sopratutto in un ambiente di ricerca e, anche se la sensibilità e la specificità di vari test sono ancora in fase di completamento, se vuoi sapere il tuo rischio con certezza, adesso puoi avere un'idea abbastanza chiara", dice. "Non esiste un singolo test, ma una combinazione di test genetici, di medicina nucleare e del fluido cerebro-spinale può dare una stima abbastanza buona".


Poiché c'è sempre un certo rischio nel sapere, Schwartz dice che fare un test per l'Alzheimer non è una decisione da prendere alla leggera, soprattutto perché non esiste una cura e attualmente nessun trattamento può fare una differenza sostanziale. Dice che il test deve sempre essere fatto con consulenti qualificati per aiutare le persone a gestire le notizie.


Il nuovo scenario è che l'Alzheimer può impiegare più di 20 anni per svilupparsi. Questo pone un altro problema: quando è meglio sapere? Conoscere è un'impresa complessa e il viaggio che si ha davanti può essere difficile. A volte può far sentire le persone impotenti e scoraggiate, a volte può motivarle a estrarre il meglio da ciò che è rimasto e vivere al massimo. Ci sono molte implicazioni nel conoscere, non solo per la famiglia, le finanze e i dettagli come la carriera e l'assicurazione, ma anche per la salute.


E' opinione diffusa che uno stile di vita sano, connessioni sociali e l'impegno intellettuale possono tenere la malattia a bada per un po'. Ciò che è buono per la salute cardiovascolare si pensa sia bene anche per ridurre il potenziale onere dell'Alzheimer. Quindi, sapere cosa si ha di fronte può fornire una prima occasione per cercare di ritardare l'insorgenza.


Una nuova frontiera nella ricerca suggerisce che l'Alzheimer è legato all'insulina. Scienziati hanno soprannominato la malattia come "diabete di tipo 3", con il messaggio implicito che, attraverso i cambiamenti dello stile di vita, può essere possibile esercitare un certo controllo su di essa.


Anche se fosse disponibile un semplice test di screening, l'Alzheimer's Australia non sarebbe a favore di uno screening di massa, perché non esiste una cura. "Consiglieremmo i test di screening solo alle persone che sono preoccupate per i propri ricordi o qualche altra funzione cognitiva che sembrava essere in declino", afferma il CEO Glenn Rees. Una volta che si evidenziano i sintomi, ci sono benefici reali in una diagnosi precoce, dice. Un ritardo spesso significa anni passati sapendo che qualcosa non va bene, senza sapere cos'è.


L'incertezza può portare a disagio e scompiglio in famiglia. Una diagnosi precoce concede più tempo alla persona e permette di preparare la famiglia a comprendere i cambiamenti in atto e cercare informazioni e supporto. Rees dice che essere informati, avere il sostegno e l'accesso ai servizi, si è dimostrato capace di migliorare la vita, sia a quelli con demenza che ai loro caregivers. Questi interventi spesso permettono alla persona di rimanere a casa più a lungo. Più gli altri capiscono cosa sperimentano, migliore è la qualità della vita delle persone affette da demenza.


L'Alzheimer è la forma più comune di demenza in Australia. In media passano 3,1 anni da quando si notano i primi sintomi all'essere diagnosticato definitivamente. Ogni giorno vengono diagnosticati 228 australiani in più. Gli ultimi dati mostrano che circa 300.000 australiani hanno una demenza, circa il 70 per cento dei quali vive in comunità. La pressione sulle loro famiglie è notevole.


Una volta che si sa di essere sulla strada della demenza, il dilemma successivo è se dirlo agli altri. Il World Alzheimer's Report pubblicato il mese scorso ha trovato che un quarto di quelli con demenza hanno ammesso di nascondere la diagnosi a causa dello stigma. E anche circa il 10 per cento dei caregivers l'ha nascosto.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************Jill Margo
Pubblicato
da Jill Margo in Australian Financial Review il 3 Ottobre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Foto di apertura: Aurora Daniels

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.