Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come fa il tuo cervello a creare nuovi ricordi?

Neuroscienziati hanno scoperto le 'regole' che guidano i neuroni a codificare nuove informazioni

Where are memories stored brain diagramAree dove sono memorizzate le informazioni nel cervello

Ogni giorno, le persone imparano e formano nuovi ricordi. Quando prendi un nuovo hobby, provi una ricetta che ti è stata consigliata o leggi le ultime notizie dal mondo, il tuo cervello memorizza molti di questi ricordi per anni o decenni.


Ma come fa a realizzare questa impresa incredibile? Nella nostra nuova ricerca pubblicata su Science, abbiamo identificato alcune delle 'regole' che il cervello usa per imparare.

 

Imparare nel cervello

Il cervello umano è costituito da miliardi di cellule nervose. Questi neuroni trasmettono impulsi elettrici che trasportano informazioni, proprio come i computer usano il codice binario per trasportare dati.


Questi impulsi elettrici vengono inviati ad altri neuroni attraverso connessioni tra loro chiamate sinapsi. I singoli neuroni hanno estensioni ramificate chiamate dendriti che possono ricevere migliaia di input elettrici da altre cellule. I dendriti trasmettono questi input al corpo principale (nucleo) del neurone, che integra tutti questi segnali per generare i propri impulsi elettrici.


È l'attività collettiva di questi impulsi elettrici su specifici gruppi di neuroni che forma le rappresentazioni di diverse informazioni ed esperienze all'interno del cervello.


Per decenni, i neuroscienziati hanno pensato che il cervello imparasse cambiando il collegamento dei neuroni tra di loro. Man mano che nuove informazioni ed esperienze alterano il modo in cui i neuroni comunicano tra loro e cambiano i loro modelli di attività collettiva, alcune connessioni sinaptiche sono rafforzate mentre altre sono indebolite. Questo processo di plasticità sinaptica è ciò che produce rappresentazioni di nuove informazioni ed esperienze nel cervello.


Affinché il cervello produca le rappresentazioni corrette durante l'apprendimento, tuttavia, le connessioni sinaptiche appropriate devono subire i giusti cambiamenti, al momento giusto. Le 'regole' usate dal tuo cervello per selezionare quali sinapsi cambiano durante l'apprendimento - che i neuroscienziati definiscono 'problema di assegnazione' (credit assignment problem) - sono rimaste in gran parte poco chiare.

 

Definizione delle regole

Abbiamo deciso di monitorare l'attività di singole connessioni sinaptiche all'interno del cervello durante l'apprendimento per vedere se potevamo identificare i modelli di attività che determinano quali connessioni sarebbero diventate più forti o più deboli.


Per fare ciò, abbiamo incluso geneticamente dei biosensori nei neuroni di topi che si illuminavano in risposta all'attività sinaptica e neurale. Abbiamo monitorato questa attività in tempo reale mentre i topi stavano apprendendo un compito che consisteva nel premere una leva in una determinata posizione dopo un segnale audio, per ricevere acqua.


Siamo rimasti sorpresi di scoprire che le sinapsi su un neurone non seguono tutte la stessa regola. Ad esempio, gli scienziati spesso pensavano che i neuroni seguissero quelle che sono chiamate 'regole di Hebbian', in cui i neuroni che sparano costantemente insieme, sono cablati insieme. Al contrario, abbiamo visto che le sinapsi in diverse posizioni dei dendriti dello stesso neurone seguivano regole diverse per determinare se le connessioni dovevano diventare più forti o più deboli. Alcune sinapsi aderivano alla tradizionale regola di Hebbian, in cui i neuroni che sparano costantemente insieme rafforzano le loro connessioni. Altre sinapsi hanno fatto qualcosa di diverso e completamente indipendente dall'attività del neurone.


I nostri risultati suggeriscono che i neuroni, per apprendere, usano due diverse serie di regole contemporaneamente in diversi gruppi di sinapsi, piuttosto che una singola regola uniforme, e possono sintonizzare più precisamente i diversi tipi di segnale che ricevono per rappresentare adeguatamente nuove informazioni nel cervello.


In altre parole, seguendo diverse regole nel processo di apprendimento, i neuroni possono fare multitasking (=più compiti allo stesso tempo) ed eseguire più funzioni in parallelo.

 

Applicazioni future

Questa scoperta fornisce una comprensione più chiara di come cambiano le connessioni tra i neuroni durante l'apprendimento. Dato che la maggior parte dei disturbi cerebrali, comprese le condizioni degenerative e psichiatriche, coinvolgono una qualche forma di malfunzionamento delle sinapsi, ciò ha implicazioni potenzialmente importanti per la salute umana e la società.


Ad esempio, la depressione può svilupparsi da un eccessivo indebolimento delle connessioni sinaptiche all'interno di alcune aree del cervello, che rende più difficile provare piacere. Comprendendo come opera normalmente la plasticità sinaptica, gli scienziati possono capire meglio cosa va storto nella depressione e quindi sviluppare terapie per trattarla in modo più efficace.


Questi risultati possono anche avere implicazioni per l'intelligenza artificiale. Le reti neurali artificiali alla base dell'IA sono ampiamente ispirate dal funzionamento del cervello. Tuttavia, le regole di apprendimento che i ricercatori usano per aggiornare le connessioni all'interno delle reti e formare i modelli sono generalmente uniformi e anche non biologicamente plausibili. La nostra ricerca può fornire approfondimenti su come sviluppare modelli di intelligenza artificiale più realistici biologicamente, che sono più efficienti o con prestazioni migliori, o entrambi.


C'è ancora molta strada da fare prima di poter usare queste informazioni per sviluppare nuove terapie per i disturbi del cervello umano. Sebbene abbiamo scoperto che le connessioni sinaptiche su diversi gruppi di dendriti usano regole di apprendimento diverse, non sappiamo esattamente perché o come. Inoltre, mentre la capacità dei neuroni di usare contemporaneamente più metodi di apprendimento aumenta la loro capacità di codificare informazioni, non è ancora chiaro quali altre proprietà potrebbe dare loro.


Si spera che la ricerca futura risponda a queste domande e approfondisca la nostra comprensione di come impara il cervello.

 

 

 


Fonte: William Wright (post-dottorato in neurobiologia) e Takaki Komiyama (Professore di neurobiologia), Università della California, San Diego

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: WJ Wright et al. Distinct synaptic plasticity rules operate across dendritic compartments in vivo during learning. Science, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.