Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer può causare sintomi di delirio paranoico

Uno dei problemi che ho trovato nell'utilizzo di badanti (detesto usare questa parola), è che papà ha sempre creduto che rubassero tutto quello che possedeva.

E' un'esperienza aspra da sopportare per caregivers e familiari, soprattutto dopo aver dato cuore e anima per aiutare qualcuno ad affrontare l'Alzheimer: essere improvvisamente accusati falsamente di furto, da un piccolo oggetto personale a tutto ciò che la persona possiede!

In molti casi, le persone affette da Alzheimer e altre malattie legate alla demenza mostrano i sintomi di delirio paranoico. Questo deriva spesso direttamente dal fatto che tutte le decisioni sulla loro vita attuale sono prese da qualcun altro, facendoli sentire che non ne hanno più il controllo. Ci possono essere momenti in cui quelli di cui ci prendiamo cura, in realtà perdono un oggetto caro e in pochi istanti diventano pazzi, accusandoci di aver rubato l'oggetto insieme a tutto il resto che credono sia mancante.

Questo problema potrebbe accelerare al punto in cui potrebbe essere preferibile non accettare più regali. Suggerisco di tenere l'oggetto solo fino a quando nasce l'opportunità di rimetterlo furtivamente di nuovo al suo posto. Nella gran parte dei casi, ciò che sta effettivamente succedendo è che nascondono tutto in nascondigli segreti, dimenticando in fretta dove l'hanno messo. Quindi di nuovo i caregivers si ritrovano accusati di essere cleptomani. Se questo accade, si possono passare ore a cercare per tutta la casa quello che è stato messo nel posto sbagliato e per tutto il tempo si deve ascoltare l'accusa di quanto ciò sei una persona orribile.

Se potessero solo rendersi conto che a malapena hai un minuto per te stesso come sei. Non c'è certamente tempo da perdere pensando a complotti contro di loro! E' estremamente difficile non considerare personali queste accuse. Dopo un po', si inizia a sentirsi un po' in colpa. Prova ad esprimere che capisci l'importanza dei loro beni e che non prenderesti o spostaresti mai nulla senza chiedere prima.

Un altro problema in cui si può incorrere è che quando li porti a negozi, alcuni oggetti finiscono nelle loro tasche. Improvvisamente la scarpa è al loro piede e vengono accusati di furto. Chiedi al medico curante di preparare una lettera che dice che hanno avuto diagnosi di demenza e tienila sempre con te nel caso di problemi con il personale di sicurezza del negozio. Si può anche considerare di vestirli con vestiti senza tasche.

Ricordare che "le mani ferme sono giocattoli del diavolo" ["l'ozio è il padre dei vizi"].

Mio padre potrebbe parlare un'ora seduto con qualcuno, andare in bagno e tornare gridando: "Che diavolo ci fai in casa mia?" Essere un amico di famiglia non ha importanza. Il sospetto lo porta a pensare che si sta sempre a parlare di lui alle sue spalle.

Papà trattava una badante con un atteggiamento così brusco da chiamarla sempre "babysitter", pur sapendo molto bene il suo nome di battesimo, a quel tempo. Durante questi attacchi qualcuno era sicuramente falsamente accusato e ferito nei sentimenti. E' inevitabile.

Ci sono centri diurni specializzati nella supervisione di un adulto, alcuni adatiti alle esigenze particolari dei pazienti di Alzheimer. Credo che questo potrebbe essere un vantaggio durante i primi stadi della malattia. Speriamo che, se li si porta abbastanza presto, possono adattarsi e fare amicizie. Questo potrebbe permettere a te, il caregiver, di continuare a tenere un lavoro esterno e portare a casa le entrate così necessarie.

Ma con il prgredire della malattia, potrebbero diventare più combattivi o verbalmente offensivi. Con il vagabondaggio, portarli a casa potrebbe diventare un'altra preoccupazione. Questi sono problemi che il centro diurno non può accettare né impiegare personale opportunamente addestrato a gestire. Basta solo uno nel gruppo con comportamento errato e la confusione potrebbe diffondersi a macchia d'olio.

Anche se ogni paziente di Alzheimer risponde in modo diverso, questi centri possono valere la pena di provare se riesci a convincere la persona amata ad accettare l'idea. Forzare la situazione può solo trasformarsi in una catastrofe. Una parte importante del problema è nei sentimenti dei pazienti degradati dalla perdita della loro indipendenza. Continuare a rassicurarli che non saranno mai lasciati soli.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 


LeBlanc1201 AL.IMGPubblicato da Gary Leblanc in HernandoToday il 1 dicembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)