Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pregiudizio di genere in medicina e ricerca mantiene a rischio la salute delle donne

Lo scorso 8 marzo la Giornata Internazionale della Donna ha celebrato i risultati delle donne e migliorato la consapevolezza della continua missione verso l'uguaglianza di genere. Quindi è un buon momento per ricordare che abbiamo ancora bisogno di correggere decenni - forse secoli - di pregiudizio di genere in medicina e nella ricerca medica.


Non è un segreto che uomini e donne siano diversi. Ecco perché abbiamo un intero genere di libri e scherzi sul perché 'gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere'. Mentalmente, fisicamente e biologicamente, uomini e donne semplicemente non sono costruiti allo stesso modo. Sembra ovvio, ma abbiamo solo iniziato a capire perché.


Queste differenze non si sono riflesse accuratamente nel campo della medicina. La salute delle donne è stata troppo spesso considerata un'area di nicchia, anche se riguarda circa il 50% della popolazione mondiale.

 

Sotto-ricercata e sotto-diagnosticata

Ciò che sappiamo è che essere femmine ci dà un rischio più elevato di alcune delle condizioni più difficili. Le malattie autoimmuni, ad esempio, influenzano circa l'8% della popolazione globale, ma il 78% delle persone interessate sono donne.


Le femmine hanno una probabilità tre volte maggiore dei maschi di sviluppare l'artrite reumatoide e quattro volte di ricevere la diagnosi di sclerosi multipla, una malattia autoimmune che attacca il sistema nervoso centrale.


Le donne costituiscono due terzi delle persone con Alzheimer e hanno il triplo delle probabilità degli uomini di avere un attacco di cuore fatale. Le donne hanno almeno il doppio delle probabilità di subire condizioni croniche di dolore come la fibromialgia, la sindrome cronica di affaticamento e la malattia di Lyme cronica.


Come ha chiarito la scrittrice Maya Dusenbery nel suo libro Doing Harm (Fare danno), queste condizioni sono sotto-ricercate e spesso sono senza diagnosi e non trattate.

 

Sesso diverso, sintomi diversi

La malattia di cuore è un altro esempio in cui il sesso - o forse il sessismo - è ancora un enorme fattore determinante. Le donne hanno meno probabilità di sperimentare i sintomi 'classici' di attacco cardiaco, sintomi che sono stati scoperti dalla ricerca guidata dagli uomini, in cui la maggior parte dei partecipanti erano uomini.


Il sintomo di attacco cardiaco più comune delle donne, come per gli uomini, è il dolore o un disagio al petto. Ma le donne hanno più probabilità degli uomini di sperimentare alcuni degli altri sintomi comuni, in particolare mancanza di respiro, nausea, vomito e dolore alla schiena o alla mascella.


Ma poiché il metodo di diagnosi favorisce ancora la biologia maschile, molte donne ricevono una diagnosi ritardata o errata. In media, le donne ricevono la diagnosi di malattia cardiaca da 7 a 10 anni dopo gli uomini. Ciò spesso si traduce in altre malattie croniche prevalenti al momento della diagnosi.

 

Pregiudizio maschile influenza gli studi clinici

Le ragioni per cui le donne sono così sovra rappresentate in alcune condizioni non sono chiare. Ma è probabile che siano coinvolti fattori genetici e ormonali. Storicamente, tuttavia, la ricerca medica ha spesso escluso le donne.


Nel '77 la Food and Drug Administration (FDA) ha raccomandato che le donne in età fertile siano escluse dagli studi di ricerca clinica, per proteggere le popolazioni più 'vulnerabili' (bambini non nati) a seguito dello scandalo del talidomide.


Un altro motivo citato per escludere le donne dagli studi clinici è che, a seconda di dove è una donna nel suo ciclo mestruale, la variazione dei suoi ormoni 'complica' i risultati. Questa variabilità implica la necessità di avere più soggetti negli studi clinici, aumentandone i costi.


Studi solo maschili sono stati giustificati dalla convinzione che ciò che funzionerebbe per gli uomini andrebbe bene anche per le donne. Questa ipotesi errata ha avuto risultati catastrofici. Ogni cellula nel corpo di una persona ha un sesso. Ciò significa che le malattie, e i farmaci usati per trattarle, influenzano le donne in modo diverso e, come abbiamo imparato, spesso a un costo per la loro salute.


Otto farmaci su 10 di quelli rimossi dal mercato statunitense tra il 1997 e il 2000 sono stati ritirati a causa di effetti collaterali che si sono verificati principalmente o esclusivamente nelle donne. Tra il 2004 e il 2013, le donne statunitensi hanno sofferto più di 2 milioni di eventi avversi relativi ai farmaci, rispetto a 1,3 milioni degli uomini.

 

È ora di porre fine alla divisione di genere

La mancanza di riconoscimento delle differenze sessuali nella biologia e nella medicina è un problema enorme che solo di recente la ricerca ha iniziato a rettificare. Nel 1997, la FDA ha pubblicato una regola che richiede ai produttori di esibire le prove che il loro farmaco è sicuro e influenzato da età, sesso e razza.


Quando è stato misurato per l'ultima volta in profondità nel 2016, è stato chiaro che c'erano stati progressi significativi, le donne rappresentavano circa la metà dei partecipanti ad alcuni studi clinici finanziati dai National Institutes of Health (NIH). Gli scienziati sono ora tenuti a spiegare il possibile ruolo del sesso come variabile biologica negli studi sia animali che umani.


Ma la mancanza di finanziamenti per la salute delle donne rimane un enorme problema. Secondo un'analisi precedente nel Regno Unito, meno del 2,5% della ricerca finanziata dal governo era dedicata alla salute riproduttiva. Eppure una donna su tre soffre di un problema di salute riproduttiva o ginecologica.


Ciò significa circa il 16% della popolazione sperimenta un problema che riceve solo il 2,5% del bilancio annuale della ricerca. Sebbene si stiano implementando politiche per aiutare ad affrontare l'enorme divisione di genere in medicina, c'è chiaramente ancora molta strada da percorrere.

 

 

 


Fonte: Kelly Burrowes, ricercatrice senior, University of Auckland in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)