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Coronavirus: dobbiamo supportare gli operatori di assistenza domiciliare prima della 2a ondata

Alzheimers patient and caregiver

Già prima della pandemia molti paesi si stavano già rivolgendo all'assistenza domiciliare in alternativa alle case di riposo. La chiusura delle strutture, a causa dei problemi ben pubblicizzati causati dal COVID, può accelerare questo cambiamento.


L'assistenza domiciliare consente alle persone di rimanere a casa propria, come spesso preferiscono. Può anche essere più conveniente e sostenibile per una popolazione anziana in crescita. I fornitori di cure domiciliari aiutano una vasta gamma di persone a vivere una vita indipendente e appagante, come gli adulti disabili, i bambini e le loro famiglie. Ma questa attività non è priva di rischi durante la pandemia.


Le persone che fanno uso di questi servizi e i loro caregiver possono essere ancora più vulnerabili durante una seconda ondata, se le case di cura cominciano a chiudere. La pandemia può anche aumentare la domanda di visite di assistenza domiciliare, poiché sempre più persone vengono mandate a casa dopo essere state ricoverate in ospedale con COVID.

 

Il rischio

Per la natura stessa dell'assistenza domiciliare, i caregiver si spostano tra le case, potendo potenzialmente diffondere il COVID tra le persone più vulnerabili. La mancanza di risorse, come linee-guida chiare, formazione, supporto e dispositivi di protezione individuale, può impedire loro di fornire buona assistenza e mettere a rischio se stessi e coloro di cui si occupano. Entrambi saranno lasciati ingiustamente esposti in quanto non hanno lo stesso accesso a test regolari del personale delle strutture di assistenza.


I decessi di persone che ricevono assistenza domiciliare nel Regno Unito sono attualmente il triplo di quelli degli anni precedenti. E per quelli con difficoltà di apprendimento, le morti sono più che raddoppiate. Eppure questo non è stato riportato ampiamente, in parte a causa di problemi con i dati, ma anche perché l'assistenza domiciliare non è una zona sulla quale si concentrano quelli che si occupano della pandemia. L'assistenza domiciliare è spesso definita il 'parente povero' del settore dell'assistenza, e il governo britannico spende molto meno per esso rispetto ad altri paesi. Il personale è spesso sottovalutato, con salari magri e contratti precari.


La maggiore instabilità finanziaria nel settore delle cure, a causa della pandemia, avrà diversi effetti indesiderati, inclusa una maggiore pressione su familiari e agenzie di volontariato per fornire assistenza. Se gli operatori di assistenza non sono disponibili o se le persone scelgono di annullare la loro cura a causa del rischio COVID, ci potrebbero essere conseguenze a lungo termine.


Le persone anziane e quelle con disabilità possono essere lasciate incapaci di soddisfare i propri bisogni di base, fatto già segnalato. Se i lavoratori del settore domiciliare e dell'assistenza non sono supportati o disponibili a fornire cure sicure nella seconda ondata, le persone potrebbero diventare ancora più vulnerabili.


Essi dovrebbero affrontare un isolamento maggiore, malnutrizione, mobilità ridotta e peggioramento dei sintomi di demenza e di benessere. Essi possono anche essere incapaci di accedere ai farmaci e all'assistenza sanitaria.


Per il settore dell'assistenza domiciliare, perdere affari può rovinare molte aziende, e i caregiver esperti perderebbero il posto di lavoro. L'assistenza potrebbe non essere più disponibile quando le persone decidono che la vogliono di nuovo, così possono finire in ospedale inutilmente, aumentando la pressione su questi servizi. Oppure i fornitori di servizi avranno personale meno esperto, non in grado di fornire uno standard di cura come quello pre-pandemia.

 

Prepararsi ora

I continui cambiamenti alle politiche e ai regolamenti COVID, già confusi, la mancanza di investimenti e del riconoscimento minimo della situazione difficile del settore dell'assistenza domiciliare, sono aggravati dalle questioni sollevate sopra. Una pandemia continua, insieme con le chiusure delle strutture di assistenza, può aumentare i rischi per gli operatori dell'assistenza domiciliare e per le persone di cui si prendono cura.


Per attenuare le conseguenze di una seconda ondata, è fondamentale garantire che i fornitori di assistenza domiciliare, i caregiver e gli utenti dei servizi siano protetti, valorizzati e sostenuti. Le strutture del settore di assistenza dovrebbero essere aiutate a diventare resilienti e ci deve essere un supporto immediato per la prevenzione e il controllo delle infezioni, i test, il cibo e altri servizi di supporto per le persone vulnerabili con esigenze di assistenza. Non facendolo, saranno a rischio quelli che ricevono cure, i caregiver e i sistemi sanitari e di assistenza.

 

 

 


Fonte: Elizabeth Dalgarno (docente scienze sanitarie) e Heather Catt (docente sanità pubblica), Università di Manchester

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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