Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Per avere migliori cure la scienza deve cambiare

Science(Sven Hoppe / Getty Images / iStockphoto)La maggior parte delle persone ritiene che la ricerca medica sia necessaria.

Il problema è che ci vuole troppo tempo perchè la ricerca sia tradotta in risultati significativi per i pazienti e in nuove imprese per l'economia.


Peggio ancora, il tempo dalla scoperta al trattamento non farà che rallentare, poichè in tutto il mondo i problemi economici portano a tagli importanti del governo e del settore privato alla ricerca.


Per capire cosa c'è in gioco, si consideri un problema di salute che sia il più insidioso in quanto è devastante per le famiglie canadesi: la demenza. Secondo uno studio pubblicato dalla Alzheimer Society of Canada, la prevalenza dell'Alzheimer e demenze correlate crescerà dagli attuali 500.000 canadesi di oltre 1,1 milioni entro una generazione. Questa crescita esplosiva porterà l'onere economico totale associato alla malattia da 15 a più di 153 miliardi di dollari canadesi.


E' chiaro che bisogna fare qualcosa per arginare questa marea montante. Ma cosa? Come possiamo affrontare le necessità sorprendenti del nostro paese per migliorare diagnosi, trattamenti e cure per la demenza dato il ritmo a passo di lumaca con cui il quale le pratiche di ricerca attuali offrono benefici ai pazienti e generano nuove imprese e, con esse, nuovi posti di lavoro.


La risposta è di fare scienza in modo diverso. Un modello unico per fare proprio questo è il cuore del Consorzio Canadese sulla Neurodegenerazione nell'Invecchiamento, la cui creazione è stata annunciata di recente a Vancouver dal Canadian Institutes of Health Research. Come altri approcci emergenti, tra cui il Sistema Integrato di Scoperte dell'Ontario Brain Institute, il modello del consorzio migliora il supporto di piattaforme (ad esempio, l'imaging, la genetica) utilizzate da ricercatori di diverse istituzioni. Il risultato finale: sforzi coordinati, più pazienti negli studi e nuove indagini sia all'interno che tra le malattie.


Naturalmente, l'applicabilità di questi modelli non è limitata alla ricerca sulla demenza. Riteniamo infatti che la loro applicazione potrebbe trasformare il modo in cui nuovi strumenti diagnostici, trattamenti e anche le cure sono scoperte e consegnate all'enorme numero di canadesi che sono toccati da disturbi cerebrali, che vanno dall'autismo alla depressione alla schizofrenia. Ci sono quattro elementi comuni a questi modelli emergenti per la scoperta.

  1. Auto-sviluppo: si presume che i milioni di canadesi che sono affetti da malattia dovrebbero svolgere un ruolo significativo nel plasmare lo sviluppo dei loro trattamenti. Le associazioni di malattie, spronate da pazienti e relative famiglie, devono avere la possibilità di coinvolgere ricercatori e clinici in tutti i punti lungo il percorso di ricerca-e-sviluppo, non solo come utenti, ma come "sviluppatori di scoperte".
  2. Continuum di ricerca: Il secondo elemento è quello di accettare che tutta la ricerca, sia di "base" che "applicata", sia parte di un unico continuum, con alcune domande di ricerca più vicine all'impatto di altre. Ad esempio, senza la ricerca di base e apparentemente inutile sulle proprietà elettromagnetiche del sangue effettuate da Linus Pauling e Charles Coryell nel 1936, l'intero campo della risonanza magnetica semplicemente non esisterebbe.
  3. Cooperazione tra ricercatori: In terzo luogo, le innovazioni arriveranno presto quando i clinici e i ricercatori di molte discipline, centri di interesse di malattie, piattaforme di ricerca e istituzioni, inizieranno a lavorare insieme. Il fatto è che gran parte della scienza oggi è a compartimenti stagni. Ricercatori genetici e comportamentali non si parlano abbastanza; i ricercatori sulla depressione in genere non lavorano con i ricercatori di Alzheimer - anche se questi disturbi hanno molto in comune.
  4. Cooperazione con l'industria: Quarto, gli scienziati e l'industria devono lavorare insieme più efficacemente. Praticamente tutti sono d'accordo che i canadesi sono ricercatori brillanti, ma colpiamo ben al di sotto del nostro peso quando si tratta di dare alle nostre conoscenze un valore pratico. I dati devono essere condivisi in modo collaborativo. L'industria ha bisogno di essere al tavolo all'inizio del processo al fine di orientare in modo efficace la scoperta della ricerca, i risultati di salute e l'impatto commerciale.

 

In definitiva, non è tanto che abbiamo bisogno di porre domande nuove sulla demenza e altri disturbi del cervello, è che abbiamo bisogno di rispondere alle domande in modo più collaborativo e multidisciplinare. La domanda più importante non è "Possiamo permetterci di spendere soldi per la ricerca?", ma è '"Come possiamo investire nel modo migliore di fare scienza?".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Scritto da Donald Stuss, presidente e direttore scientifico dell'Ontario Brain Institute, iniziativa della Provincia dell'Ontario.

Pubblicato in Globe and Mail il 6 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Foto Sven Hoppe/Getty Images/iStockphoto

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.