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E' Alzheimer o no? Esperti dicono come capirlo

Per le persone di una certa età, non è raro considerare una qualsiasi dimenticanza come un sintomo dell'Alzheimer. Si perdono le chiavi della macchina, si dimentica un nome, si legge la lista dei principali segnali di pericolo per la demenza e inizia la preoccupazione.


"Ancora più epidemico dell'Alzheimer in sè stesso c'è la paura dell'Alzheimer", ha detto Richard Lipton, che dirige lo Einstein Aging Study dell'Albert Einstein College of Medicine di New York.


Nel tentativo di offrire qualche prospettiva, ecco un altro elenco. Abbiamo intervistato tre esperti: Lipton, che dirige anche la divisione di invecchiamento cognitivo e demenza al Montefiore Medical Center; Ronald C. Petersen, direttore del Mayo Clinic Alzheimer’s Disease Research Center; e Heather M. Snyder, direttore delle operazioni mediche e scientifiche della no-profit Alzheimer's Association. Ecco i loro pensieri su ciò che si dovrebbe tenere sotto controllo.

 

Vuoti di memoria

Non ci si deve preoccupare automaticamente per la demenza se si perdono le chiavi della macchina. E' quando si inizia a dimenticare cose veramente importanti che ci si dovrebbe preoccupare. "Inoltre il problema non è dimenticare dove sono le chiavi (in effetti in questo momento non so dove sono le mie), ma dimenticare a cosa servono le chiavi. O non sapere a cosa serve una chiave fino a quando non la metti nel freezer", dice Snyder. "È quel tipo di cambiamento nella memoria".


La lista dell'Alzheimer's Association dice che si dovrebbe essere preoccupati per la perdita di memoria che sconvolge la vita quotidiana. Lipton va oltre, distinguendo tra i problemi di recupero e quelli di immagazzinamento. Anche uno studente di scuola superiore può avere difficoltà a recuperare una formula di algebra di tanto in tanto. Tali problemi di recupero aumentano con l'invecchiamento naturale. Ma la chiave è: la memoria c'è.


"Quando incontri qualcuno ad una festa, e non ne ricordi il nome, chiedi al tuo partner «Come si chiamava quello?» e ti senti dire «Harry Schwartz», tu rispondi «Ah, sì, è vero»", dice Lipton, "non è quello che chiamerei un problema di memoria grave. E' un problema di recupero". Questo non è un segnale di avvertimento dell'Alzheimer, dice Lipton. Un segnale di pericolo è quando non ti ricordi affatto di Harry Schwartz. "E così questa è una distinzione che questi elenchi spesso non fanno", dice Lipton. "Quando dici «Ah, sì» ... dovresti dire anche «Grazie a Dio»".


A volte non è nemmeno un problema di recupero. Nel frenetico mondo multitasking [diversi compiti svolti contemporaneamente] di oggi, le persone non sempre formano ricordi, tanto per cominciare. Petersen dice che restare più concentrati sul compito che si sta facendo potrebbe essere più utile che non essere ossessionati da ciò che non si può ricordare.

 

Incapacità di fare le cose che prima si facevano bene

Una persona che non è mia riuscita a calcolare il saldo sul libretto degli assegni non deve preoccuparsi se ha difficoltà a farlo a 65 anni, ma un ragioniere in pensione che ha sempre tenuto in ordine al centesimo il libretto degli assegni e non riesce più a farlo dovrebbe vedere un medico. Le difficoltà a pianificare ed eseguire operazioni comuni possono segnalare i problemi cognitivi più profondi.


"A volte la mamma (o la nonna), che ha sempre ospitato la cena di famiglia, dà segnali di non riuscire più a farlo; non è più capace di mettere insieme tutti i pezzi, allo stesso tempo", dice Petersen. "Invecchiando, le persone hanno bisogno di aiuto, fa parte del normale invecchiamento. Ma quando diventa più di questo, e semplicemente non possono farcela, ciò diventa più preoccupante".

 

Confusione su tempo o luogo, o difficoltà a muoversi

E' preoccupante se una persona si perde in un luogo familiare o va in un negozio di alimentari e diventa confuso su come uscire. Le persone possono anche avere problemi con le immagini visive o con la percezione spaziale. Anche i cambiamenti notabili nella mobilità fisica - l'andatura (o come si cammina), la lunghezza del passo e la velocità del cammino - potrebbero essere un'indicazione di declino cognitivo.

"E abbiamo visto anche collegamenti alle cadute", dice la Snyder. "Ma, ancora una volta, dipende molto dal singolo individuo".

 

Cambiamento di umore e personalità

Anche i cambiamenti significativi nell'umore potrebbero indicare il declino cognitivo. Sintomi come apatia, irritabilità ed agitazione, che sono simili a quelli della depressione e di altri disturbi psichiatrici, possono segnalare l'insorgenza di demenza se sono pervasivi e fuori dal personaggio, dice Petersen.


Un altro segno rivelatore è il ritiro dalla vita familiare o sociale. "Se si è seduti attorno a un tavolo da pranzo e tutti parlano delle cose, e si ha difficoltà reale a seguire la conversazione e a ricordarne il flusso, è forse più probabile non riuscire a partecipare", dice la Snyder.

 

Mantenere la prospettiva

Naturalmente, è possibile che altri problemi di salute possano causare i sintomi che sono associati anche all'Alzheimer. Condizioni come ipertiroidismo, squilibri ormonali, interazioni tra farmaci, cattiva alimentazione o la malattia di Lyme, possono simulare i segni del declino cognitivo.


E molte di queste condizioni sono facilmente reversibili. "Ecco perché è così importante parlare con un medico se si sta notando questo genere di cambiamenti in sè stessi o in una persona cara", dice la Snyder.


Gli esperti concordano che il comune denominatore è il cambiamento: differenze significative nelle abitudini mentali e comportamentali dell'intera vita. Ma è anche importante mantenere le cose in prospettiva. "Il messaggio forte, da un certo punto di vista, è essere più attenti ed essere più consapevoli di questi cambiamenti, ma non estremizzare, e non diventare ossessionati", dice Petersen.

 

 

 

 

 


Fonte: The Washington Post via The Dallas Morning News (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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