Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli ultimi successi della neurofisiologia a Roma Tor Vergata

neuroscience brain

Sono state recentemente esplorate, sotto la direzione del professor Alessandro Stefani, coadiuvato dai professori Nicola Biagio Mercuri e Mariangela Pierantozzi della Neurologia del dipartimento di Medicina dei sistemi dell'università di Roma Tor Vergata, i nuovi indirizzi diagnostici e terapeutici che le tecniche di neurostimolazione stanno proponendo: dalla classica stimolazione magnetica trascranica (TMS) alla combinazione TMS-Elettroencefalografia (tms-EEG), fino alle più moderne come la stimolazione a corrente alternata (tACS).


Il convegno “La neurofisiologia al servizio del paziente neurologico” che si è svolto il 14 marzo 2025, nell'ambito della Settimana del Cervello, ha rappresentato un incontro molto tecnico che tuttavia ha permesso anche al giovane pubblico presente di essere aggiornato sulle ultime novità del campo. Tra i risultati ne citiamo due importanti: la possibilità di fornire, come ha confermato nel suo intervento il professor Giacomo Koch, ordinario di Fisiologia dell'università di Ferrara, un significativo beneficio clinico, documentato in malati di Alzheimer, grazie alla stimolazione di una regione cerebrale cruciale, il precuneo (quando spesso la terapia farmacologica è di modesto aiuto); il convegno ha svelato che queste esperienze stanno proseguendo con studi multicentrici.


Inoltre le primissime esperienze, per l'Italia, della cosiddetta stimolazione cerebrale profonda (deep brain stimulation) adattativa, raccontate da Andrea Guerra, ricercatore all'università di Padova, cioè la possibilità – con gli elettrodi di profondità che applichiamo per governare i sintomi del Parkinson – di registrare le modificazioni elettriche coincidenti a sintomi diversi e quindi di modulare la stimolazione (in pratica a tanta acinesia corrisponde maggiore amperaggio). In sostanza, gli strumenti impiegati non si limitano a mandare corrente, ma fungono anche da radar ricevente dello stato del paziente. 


Diversi oratori hanno poi illuminato altri aggiornamenti significativi nei disturbi del movimento; Il professor Matteo Bologna e il ricercatore Giorgio Leodori, entrambi di Sapienza, hanno esposto le innovazioni metodologiche più attuali. Matteo Conti, dottorando di Neurologia a Roma Tor Vergata, ha illustrato la connettomica cerebrale investigata con elettroencefalogramma (EEG) ad alta densità che ci permette di capire le proprietà dei circuiti e i ritmi corticali che condizionano cammino, equilibrio, consapevolezza.


Il professor Stefani sottolinea che “In tempi di biologia molecolare e genetica moderna, la neurofisiologia dimostra di non essere giunta al capolinea, lanciando il messaggio che le attuali capacità di registrare eventi di rete la rimettono perentoriamente al centro. Un aspetto che si sta rivelando utile non solo nelle malattie neurologiche, ma anche nei distretti psichiatrici, come ha chiarito il professor Giorgio Di Lorenzo, ordinario di Psichiatria a Roma Tor Vergata, forte in particolare delle risultanze emerse nei campi della schizofrenia e depressione”.


Prezioso l'intervento di Diego Centonze, ordinario di Neurologia all'università di Roma Tor Vergata e direttore della Scuola di Specializzazione di Neurologia, che ha parlato della plasticità sinaptica, cioè sui meccanismi che cambiano cronicamente i messaggi tra neuroni, modellando tante nostre funzioni. Ha esplorato la diarchia tra potenziamento a lungo termine (la chiave che sottende alla memoria) e potenziamento della trasmissione AMPA (non sempre benefico); una volta di più si è enfatizzata la opportunità della ricerca sperimentale di base, nel riconoscere mediatori del danno e dell'infiammazione, quindi premessa per opportune ricadute cliniche.


Un ulteriore aspetto originale del convegno, emerso nella sezione conclusiva moderata da Maria Concetta Altavista dell'ospedale San Filippo Neri e da Carla Piano dell'università Cattolica del Sacro Cuore, attiene all'utilizzo della tossina botulinica, da decenni parte del nostro armamentario farmacologico, ma rinvigorito su nuove indicazioni in sede di malattie del sistema nervoso centrale, vuoi contro la spasticità, come sottolineava la dottoressa Maria Giuseppina Palmieri del PTV, vuoi nella cura dell'emicrania, come riportato dalla professoressa Maria Albanese del Centro Cefalee del PTV. Senza contare la nota efficacia sulla distonia, ad esempio nelle deformazioni delle posture del collo, come ha illustrato il dottor Massimo Marano del Campus Bio-Medico.

 

 

 


Fonte: Università degli studi di Roma Tor Vergata

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)