Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Dove sono le chiavi?' e altre scelte fondate sulla memoria, sondate nel cervello

La maggior parte di noi conosce quella sensazione di cercare di recuperare un ricordo, che però non arriva subito. Forse stai guardando una commedia romantica con quella famosa attrice caratterista che interpreta sempre la migliore amica e ti ritrovi incapace di ricordare il suo nome (è Judy Greer).


Anche se il recupero dei ricordi è stato oggetto di innumerevoli studi sugli animali e di altri lavori di neuroscansione negli esseri umani, è tuttora poco chiaro  come funziona esattamente, e come prendiamo decisioni basate sui ricordi.


In un nuovo studio pubblicato il 26 giugno dalla rivista Science, un team collaborativo di neuroscienziati del Caltech e del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles ha identificato diversi insiemi di singoli neuroni responsabili del processo decisionale basato sulla memoria, un segno distintivo della flessibilità del cervello umano.


"Un aspetto essenziale della flessibilità cognitiva è la nostra capacità di cercare selettivamente le informazioni nella memoria quando ne abbiamo bisogno", dice l'autore senior Ueli Rutishauser PhD, associato in visita di biologia e bioingegneria al Caltech e professore di neuroscienze al Cedars-Sinai Medical Center. "Questa è la prima volta che sono descritti i neuroni nel cervello umano che segnalano decisioni basate sulla memoria. Inoltre, il nostro studio mostra che i ricordi vengono trasferiti selettivamente al lobo frontale, e solo quando necessario".


Lo studio, che ha implicazioni per il trattamento dei problemi della memoria associati all'Alzheimer, all'epilessia e alla schizofrenia, è stato eseguito su pazienti per i quali era già previsto un intervento chirurgico al cervello per trattare le crisi epilettiche. I volontari hanno guardato immagini su uno schermo, e hanno risposto a diversi tipi di domande su quelle immagini, mentre i ricercatori registravano l'attività di singoli neuroni nel cervello tramite elettrodi impiantati.


Ad esempio, un soggetto vedeva l'immagine di qualcuno che non aveva mai visto prima e gli veniva chiesto: "Hai visto questa faccia prima?" o "Questo è un volto?". Le due domande, rispettivamente, aiutavano i ricercatori a distinguere tra una decisione basata sulla memoria e una basata non sui ricordi, ma sulle categorie, come ad esempio le facce.


"Noi prendiamo continuamente decisioni basate sui ricordi richiamati", dice l'autore Juri Minxha PhD, post-dottorato del Cedars Sinai e visitatore di neuroscienze al Caltech. "«Da quale ristorante dovrei ordinare cibo stasera?» o «Dove devo cercare ora le mie chiavi?». In questo studio, abbiamo fatto domande con semplici risposte si/no progettate per indurre un volontario ad accedere alla sua memoria recente o alla sua conoscenza delle categorie".


La codifica e il richiamo dei ricordi avviene nella parte medio-bassa del cervello, nella regione 'mediale' del lobo temporale, che comprende l'ippocampo. I processi decisionali coinvolgono una regione nella parte anteriore del cervello, chiamata 'corteccia mediale frontale'.


"La capacità di coinvolgere e usare in modo flessibile i nostri ricordi per prendere decisioni dipende dalle interazioni tra i lobi frontali e temporali: il primo è il sito di controllo esecutivo e l'ultimo è quello in cui sono memorizzati i ricordi di questo tipo. Finora si sapeva poco di come avvengono le interazioni tra queste due parti del cervello umano", dice Rutishauser.


Nello studio, i ricercatori hanno monitorato singoli neuroni sia nel lobo temporale che in quello frontale di 13 soggetti. I risultati hanno rivelato i neuroni che codificano i ricordi nel lobo temporale, e i 'neuroni di scelta della memoria' nel lobo frontale; questi neuroni non memorizzano i ricordi, ma piuttosto aiutano a recuperarli.


"Sia il lobo temporale mediale che la corteccia frontale mediale diventano attivi quando la decisione richiede che il paziente ricordi qualcosa. L'interazione tra queste due strutture del cervello permette di riuscire a recuperare il ricordo", dice Minxha. "Quindi, se chiediamo a un paziente se ha visto una faccia prima, si attivano i neuroni in entrambe le regioni. Ma se gli mostriamo la stessa immagine e chiediamo 'Questo è un volto?', allora i 'neuroni di scelta della memoria' rimangono in silenzio. Al contrario, vediamo una seconda popolazione distinta di neuroni nel lobo frontale, che supportano l'obiettivo attuale del soggetto di categorizzare l'immagine".


Lo studio ha anche identificato un diverso insieme di 'neuroni del contesto' nel lobo frontale. Questi neuroni codificano le informazioni sulle istruzioni date a un soggetto per un determinato compito. Per esempio, ai soggetti è stato detto di premere un pulsante o di usare i movimenti oculari per collegare la propria risposta a una domanda; i 'neuroni del contesto' hanno segnalato quale di queste due azioni intraprendere, indipendente da quale era la risposta alla domanda.


"È interessante notare che abbiamo scoperto che la decisione era rappresentata dai 'neuroni di scelta della memoria' in modo astratto, così che gli stessi neuroni potrebbero segnalare queste informazioni in contesti diversi. Questo probabilmente rappresenta gran parte della flessibilità che vediamo nel processo decisionale umano", dice Ralph Adolphs, professore di psicologia, neuroscienze e biologia al Caltech; direttore del Caltech Brain Imaging Center e affiliato all'Istituto di Neuroscienze del Caltech.


La comunicazione tra i lobi temporale e frontale è stata osservata anche analizzando le onde theta, che sono comuni nel lobo temporale. I ricercatori hanno scoperto che i neuroni nel lobo frontale allineavano selettivamente la loro attività con le onde theta del lobo temporale solo quando i soggetti prendevano una decisione basata sulla memoria.


I ricercatori dicono che avrebbero anche potuto dire se un soggetto stava per identificare correttamente un volto semplicemente in base alla forza con cui i 'neuroni di scelta della memoria' nei lobi frontali coordinavano la loro attività con le onde theta nel lobo temporale.


"Nell'insieme, questo studio rivela diversi elementi chiave che rendono la cognizione umana così flessibile", dice Adolphs.

 

 

Ai volontari è stato chiesto di passare tra un lavoro che non richiede il recupero della memoria (un compito di categorizzazione) e uno che richiede il recupero. I ricercatori hanno osservato che l'attività neurale nel lobo frontale è organizzata da oscillazioni di onda theta nel lobo temporale solo durante il recupero della memoria.

 

 

 


Fonte: California Institute of Technology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Juri Minxha, Ralph Adolphs, Stefano Fusi, Adam N. Mamelak, Ueli Rutishauser. Flexible recruitment of memory-based choice representations by the human medial frontal cortex. Science, 26 June 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.