Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo biomarcatore per la demenza migliora la previsione del rischio

Identificare le persone a rischio di sviluppare la demenza, compreso il morbo di Alzheimer (MA), è fondamentale per lo sviluppo di nuove terapie e interventi per rallentare o invertire i sintomi cognitivi.


Ma le strategie attuali sono limitate, sia in termini di precisione che di capacità di incorporazione nella pratica di routine. A differenza dei biomarcatori del fluido cerebrospinale che richiedono un prelievo spinale, i biomarcatori del plasma possono essere estratti dal sangue, rendendo la loro raccolta molto meno invasiva e molto più attraente.


In un nuovo studio guidato da ricercatori del Brigham and Women's Hospital, i ricercatori hanno misurato i livelli circolanti di 'proteina legata al fattore di crescita simile all'insulina 2' (IGFBP-2, insulin-like growth factor binding protein 2), un potenziale biomarcatore per la demenza.


Nell'articolo pubblicato su Annals of Neurology Clinical and Translational, il team riferisce che i livelli di IGFBP-2 erano associati ad un aumento del rischio di demenza per tutte le cause e di demenza da MA. Quando aggiunto a un modello di fattori di rischio tradizionali per la demenza, l'IGFBP-2 ha migliorato significativamente la classificazione del rischio di demenza, suggerendo che potrebbe essere un biomarcatore utile per prevedere tale rischio.


"L'identificazione di biomarcatori per la demenza potrebbe migliorare la nostra capacità di prevedere il rischio di demenza di una persona e i suoi esiti futuri", ha dichiarato il primo autore Emer McGrath MD/PhD, neurologo associato nel dipartimento di neurologia del Brigham e ricercatore del Framingham Heart Study. "I nuovi biomarcatori potrebbero anche migliorare la nostra comprensione dei complessi percorsi biologici alla base dello sviluppo della demenza, aiutare a definire più accuratamente i sottogruppi di malattie e informare i futuri studi clinici".


Di recente, i ricercatori hanno iniziato a concentrarsi sul ruolo della disfunzione metabolica e della resistenza all'insulina nel cervello nello sviluppo della demenza. È noto che il sistema di segnalazione del 'fattore di crescita simile all'insulina' (IGF) ha un ruolo nella neuroregenerazione, nella sopravvivenza e nella proliferazione neuronale. Si ritiene che l'IGFBP-2 comprometta la segnalazione dell'IGF, inibendo così la neuroprotezione e la proliferazione.


In questo studio, gli investigatori hanno misurato i livelli di IGFBP-2 in campioni di plasma di quasi 1.600 partecipanti della coorte Framingham Offspring. Il team ha analizzato il rischio di demenza, le prestazioni cognitive e le misure cerebrali strutturali di risonanza magnetica predittive di demenza.


La scoperta è che elevati livelli circolanti di IGFBP-2 erano associati ad un aumento del rischio di demenza per tutte le cause e di demenza da MA, nonché di prestazioni peggiori nei test di ragionamento astratto.


L'aggiunta dei livelli plasmatici di IGFBP2 a un modello di fattori di rischio tradizionali ha migliorato in modo significativo la classificazione del rischio di demenza: sulla base dell'indice di 'miglioramento della riclassificazione netta' (NRI, net reclassification improvement), al 32% delle persone con demenza è stato assegnato correttamente un rischio previsto più elevato, mentre all'8% delle persone senza demenza è stato assegnato correttamente un rischio previsto inferiore.


Gli autori osservano che la coorte Framingham Offspring è prevalentemente caucasica, limitando potenzialmente la generalizzabilità dei risultati a popolazioni diverse. Inoltre, non sono stati in grado di esplorare l'associazione tra i livelli di liquido cerebrospinale dei livelli di IGFBP-2 o Tau con i livelli plasmatici di IGFBP-2 e gli esiti cognitivi.


"C'è un crescente interesse nel manipolare la sensibilità all'insulina e la segnalazione IGF nel cervello per aiutare a contrastare il declino cognitivo e la demenza", ha affermato McGrath. "Il nostro lavoro suggerisce che la manipolazione dei percorsi di segnalazione IGF tramite IGFBP-2 potrebbe essere un promettente bersaglio terapeutico per la prevenzione della demenza".

 

 

 


Fonte: Brigham and Women's Hospital via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Emer R. McGrath, Jayandra J. Himali, Daniel Levy, Sarah C. Conner, Charles S. DeCarli, Matthew P. Pase, Paul Courchesne, Claudia L. Satizabal, Ramachandran S. Vasan, Alexa S. Beiser, Sudha Seshadri. Circulating IGFBP‐2: a novel biomarker for incident dementia. Annals of Clinical and Translational Neurology, 2 Aug 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.