Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Momenti di lucidità a fine vita nei pazienti con demenza: spiragli di speranza?

Glimmers against night sky

Succede inaspettatamente: una persona da lungo tempo ritenuta persa dalle devastazioni della demenza, incapace di ricordare gli eventi della propria vita o persino di riconoscere i suoi cari, improvvisamente si sveglia e mostra comportamenti sorprendentemente normali, per poi spirare poco dopo.


Questo fenomeno, che gli esperti definiscono 'lucidità terminale o paradossale', è segnalato sin dall'antichità, tuttavia ci sono stati pochissimi studi scientifici su di esso. Questo potrebbe essere sul punto di cambiare.


In uno studio pubblicato su Alzheimer's & Dementia, un gruppo di lavoro interdisciplinare convocato dal National Institute on Aging e guidato dal dottor George A. Mashour della University of Michigan, descrive ciò che sappiamo, e no, sulla lucidità terminale, considera i suoi meccanismi potenziali e fornisce dettagli sul modo in cui un'analisi scientifica approfondita potrebbe aiutare a far luce sulla fisiopatologia della demenza.


"Abbiamo ipotizzato che la demenza avanzata sia un processo neurodegenerativo irreversibile con limitazioni funzionali irreversibili", afferma Mashour, professore nel dipartimento di anestesiologia, facoltà del programma di laurea in neuroscienze e direttore del Center for Consciousness Science. "Ma se il cervello è in grado di accedere a una sorta di configurazione di rete funzionale durante la lucidità terminale, anche nella demenza grave, questo suggerisce una componente reversibile della malattia".


Il documento descrive i lavori precedenti che documentano casi di studio di individui con demenza avanzata, compreso l'Alzheimer, che sembrano essere in grado di comunicare e richiamare i ricordi in modo apparentemente normale alla fine della vita, con grande stupore dei loro caregiver.


"L'accumulo di resoconti aneddotici sulla lucidità terminale nella letteratura scientifica sollecita diverse importanti questioni di ricerca", dice il medico del NIA, Basil Eldadah MD/PhD. "Non vediamo l'ora di avere ulteriori ricerche in questo settore, come una migliore caratterizzazione della lucidità nelle sue varie presentazioni, nuovi strumenti o metodi per valutare retrospettivamente o in tempo reale episodi di lucidità, strumenti per analizzare i modelli del discorso o altre manifestazioni comportamentali di lucidità, e prove per informare le sfide decisionali e le opportunità scaturite da lucidità inattese".


Un precedente per indagare su tali eventi esiste nello studio delle cosiddette esperienze di pre-morte. Nel 2013, Mashour e i suoi collaboratori della Michigan hanno pubblicato uno studio scientifico di base che mostra le prove delle caratteristiche elettriche del cervello indicative di uno stato cosciente dopo l'arresto cardiaco. "Non sappiamo se la stessa cosa accada con una lucidità terminale, ma il fatto che questo avvenga di solito intorno al momento della morte suggerisce che potrebbe esserci un meccanismo di rete neurale comune", dice.


Mashour ammette che studiare la lucidità paradossale sarà difficile, data la natura sfuggente dell'evento. Casi di studio riportano episodi che durano da pochi secondi a diversi giorni, per una piccola minoranza di casi. Il gruppo di lavoro sottolinea anche importanti implicazioni etiche di questo lavoro, inclusa la capacità dei pazienti vulnerabili di partecipare alla ricerca e in che modo l'osservazione della lucidità paradossale potrebbe cambiare il modo in cui i caregiver interagiscono con le persone con demenza.


"Una ricerca che potrebbe identificare una lucidità paradossale osservabile sistematicamente è fonte di conforto, ad esempio offrendo ai propri cari un canale potenziale per la chiusura, o potrebbe fonte di preoccupazione se i propri cari sono indotti a chiedersi se è stata trovata una causa reversibile della demenza. Non conosciamo le risposte, ma queste potrebbero essere importanti domande di ricerca in sé stesse", dice il co-autore Lori Frank PhD, della RAND Corporation.


Il gruppo spera che questo lavoro contribuisca a sensibilizzare la comunità scientifica per far avanzare la ricerca della lucidità paradossale e contribuire a convalidare le esperienze di molti caregiver. Dice Mashour: "La scienza sta ora cercando di essere premurosa e attenta a qualcosa che è segnalato da tempo".

 

 

 


Fonte: University of Michigan via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: George A. Mashour, Lori Frank, Alexander Batthyany, Ann Marie Kolanowski, Michael Nahm, Dena Schulman-Green, Bruce Greyson, Serguei Pakhomov, Jason Karlawish, Raj C. Shah. Paradoxical lucidity: A potential paradigm shift for the neurobiology and treatment of severe dementias. Alzheimer's & Dementia, 19 June 2019, DOI: 10.1016/j.jalz.2019.04.002

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.