Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

mouse cortex with amyloid plaquesA sinistra, la corteccia del topo mostra una riduzione delle placche amiloidi in seguito alla stimolazione visiva e uditiva, rispetto al topo non trattato a destra (Fonte: Gabrielle Drummond)

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno dimostrato di poter migliorare i disturbi cognitivi e della memoria simili a quelli osservati nei pazienti con morbo di Alzheimer (MA).


Questo trattamento non invasivo, che comporta l'induzione di onde cerebrali chiamate 'oscillazioni gamma', ha anche ridotto notevolmente il numero di placche amiloidi che si trovano nel cervello di questi topi. Le placche sono state ripulite in ampie aree del cervello, comprese le aree critiche per funzioni cognitive come l'apprendimento e la memoria.


"Quando uniamo la stimolazione visiva e uditiva per una settimana, vediamo l'impegno della corteccia prefrontale e una riduzione molto drastica di amiloide", dice Li-Huei Tsai, direttrice del Picower Institute for Learning and Memory del MIT e autrice senior dello studio.


Saranno necessari ulteriori ricerche, dice, per determinare se questo tipo di trattamento può funzionare nei pazienti umani. I ricercatori hanno già eseguito alcuni test preliminari di sicurezza di questo tipo di stimolazione in soggetti umani sani.


Anthony Martorell, laureato del MIT e Abigail Paulson, laureato del Georgia Tech, sono i primi autori dello studio, comparso su Cell il 14 marzo.

 

Miglioramento della memoria

I neuroni del cervello generano segnali elettrici che si sincronizzano per formare onde cerebrali in diverse gamme di frequenza. Precedenti studi hanno suggerito che i malati di MA presentano alterazioni nelle oscillazioni della frequenza gamma, che vanno da 25 a 80 hertz (cicli al secondo) e si ritiene che contribuiscano a funzioni cerebrali come l'attenzione, la percezione e la memoria.


Nel 2016, la Tsai e i suoi colleghi hanno riferito per la prima volta gli effetti benefici del ripristino delle oscillazioni gamma nel cervello di topi geneticamente predisposti a sviluppare i sintomi il MA. In quello studio, i ricercatori hanno usato gli impulsi di luce a 40 hertz, somministrato per un'ora al giorno. Hanno scoperto che questo trattamento riduceva i livelli di placche di amiloide-beta e di un altro marcatore patogeno correlato al MA, la proteina tau fosforilata. Il trattamento ha inoltre stimolato l'attività delle microglia, le cellule immunitarie che eliminano i detriti cellulari.


In quello studio, i miglioramenti generati dalla luce pulsante erano limitati alla corteccia visiva. Nel loro nuovo studio, i ricercatori hanno cercato di esplorare se potevano raggiungere altre regioni del cervello, come quelle necessarie per l'apprendimento e la memoria, usando stimoli sonori. Hanno scoperto che l'esposizione a 40 hertz un'ora al giorno, per sette giorni, ha ridotto drasticamente la quantità di amiloide-beta nella corteccia uditiva (che elabora il suono) e nell'ippocampo, un sito cruciale per la memoria situato vicino al corteccia uditiva.


"Quello che abbiamo dimostrato qui è che possiamo usare una modalità sensoriale completamente diversa per indurre oscillazioni gamma nel cervello. E in secondo luogo, questa gamma indotta dalla stimolazione uditiva può ridurre la patologia dell'amiloide e della tau non solo nella corteccia sensoriale ma anche nell'ippocampo", dice la Tsai, che è una delle fondatrici dell'Aging Brain Initiative del MIT.


I ricercatori hanno anche testato l'effetto della stimolazione uditiva sulle capacità cognitive dei topi. Hanno scoperto che dopo una settimana di trattamento, i topi si sono comportati molto meglio durante la navigazione in un labirinto che richiedeva loro di ricordare i punti chiave. Inoltre, erano in grado di riconoscere meglio gli oggetti che avevano incontrato in precedenza.


Hanno anche scoperto che il trattamento uditivo ha indotto cambiamenti non solo nelle microglia, ma anche nei vasi sanguigni, forse quello che facilitava l'eliminazione dell'amiloide.

 

Effetto drastico

I ricercatori hanno quindi deciso di provare a combinare la stimolazione visiva con quella uditiva e, con loro sorpresa, hanno scoperto che questo duplice trattamento ha un effetto ancora maggiore rispetto ai due singoli. Le placche amiloidi sono state ridotte in una porzione molto più grande del cervello, compresa la corteccia prefrontale, dove si svolgono funzioni cognitive superiori.


Anche la risposta delle microglia era molto più forte. "Queste microglia si accumulano le une sulle altre attorno alle placche", dice la Tsai. "È molto drammatico".


I ricercatori hanno scoperto che se trattano i topi a settimane alternate, molti degli effetti positivi svaniscono, suggerendo che il trattamento deve essere somministrato continuamente per mantenere i benefici.


In uno studio in corso, i ricercatori stanno ora analizzando come le oscillazioni gamma influenzano tipi specifici di cellule cerebrali, nella speranza di scoprire i meccanismi molecolari alla base dei fenomeni che hanno osservato. La Tsai dice che spera anche di esplorare perché è proprio la frequenza specifica che usano, 40 hertz, ad avere un impatto così profondo.


Il trattamento combinato visivo e uditivo è già stato testato su volontari sani, per valutarne la sicurezza, e ora i ricercatori stanno iniziando ad arruolare pazienti con MA di stadio iniziale per studiare i possibili effetti sulla malattia.


"Sebbene esistano differenze importanti tra le specie, c'è motivo di essere ottimisti sul fatto che questi metodi possano fornire interventi utili per gli esseri umani", afferma Nancy Kopell, professoressa di matematica e statistica dell'Università di Boston, che non è stata coinvolta nella ricerca. "Questo studio e gli studi correlati hanno il potenziale di avere un enorme impatto clinico nel MA e su altri problemi che coinvolgono l'infiammazione del cervello".

 

 

 


Fonte: Anne Trafton in MIT (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Anthony J. Martorell, Abigail L. Paulson, Ho-Jun Suk, Fatema Abdurrob, Gabrielle T. Drummond, Webster Guan, Jennie Z. Young, David Nam-Woo Kim, Oleg Kritskiy, Scarlett J. Barker, Vamsi Mangena, Stephanie M. Prince, Emery N. Brown, Kwanghun Chung, Edward S. Boyden, Annabelle C. Singer, Li-Huei Tsai. Multi-sensory Gamma Stimulation Ameliorates Alzheimer’s-Associated Pathology and Improves Cognition. Cell, 14 Mar 2019, DOI: 10.1016/j.cell.2019.02.014

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)