Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Da una singola molecola si potrà prevedere quale tipo di demenza è in arrivo

different types of tauUn singolo monomero tau codifica diverse conformazioni di assemblaggio e ciascuna di esse porta a modelli distinti di patologia.

Gli scienziati che hanno identificato recentemente l'inizio molecolare del morbo di Alzheimer (MA) hanno usato questa scoperta per determinare che dovrebbe essere possibile prevedere quale tipo di demenza si svilupperà nel tempo, una forma di medicina personalizzata per le neurodegenerazioni.


Il nuovo studio della University of Texas Southwestern mostra che singole proteine ​​tau tossiche, che si uniscono e diffondono la degenerazione nel cervello dei pazienti con demenza, hanno forme diverse. Le pieghe che hanno queste molecole contengono informazioni che potrebbero aiutare a diagnosticare - e forse un giorno trattare - la neurodegenerazione nelle prime fasi.


La scoperta arriva da un team di scienziati che si sono uniti questo mese a una nuova rete di collaboratori internazionali finalizzata al miglioramento del trattamento dei disturbi neurodegenerativi. Finanziato dalla Chan Zuckerberg Initiative, il gruppo della UT Southwestern ha il compito di usare le sue recenti scoperte sulla proteina tau per sviluppare strumenti diagnostici clinici.


"La nostra comprensione estesa della struttura delle proteine ​​tau cambia il modo in cui pensiamo di rilevare e curare il MA e le relative demenze", ha detto il dott. Marc Diamond, direttore del Centro Alzheimer e Malattie Neurodegenerative dell'UT Southwestern. "Il passo successivo è tradurre queste conoscenze in semplici test clinici che i medici potranno usare per diagnosticare e infine interrompere il processo di neurodegenerazione nelle sue prime fasi".


Il nuovo studio del Dr. Diamond espande la ricerca del suo laboratorio pubblicata a luglio che ha documentato una 'genesi' strutturale del MA, la base del modo in cui una proteina tau sana cambia forma ed si aggrega ad altre molecole tau per uccidere le cellule cerebrali.


Quest'ultimo studio pubblicato su eLife mostra che le singole molecole tau nocive assumono forme diverse, ciascuna correlata a un tipo distinto di assemblaggio più ampio che si forma e si auto-replica nel cervello. Il laboratorio del Dr. Diamond ha già stabilito in uno studio del 2016 che la struttura di gruppi più grandi di tau determina quale tipo di demenza insorgerà; quali regioni del cervello saranno interessate e con quale rapidità si diffonderà la malattia.


Ma non si sapeva cosa stabiliva queste strutture più grandi. La nuova ricerca rivela che una singola molecola tau che cambia forma all'inizio del processo patologico contiene le informazioni che determinano la configurazione degli assemblaggi più grandi e tossici. Questa scoperta suggerisce che la caratterizzazione della conformazione delle singole molecole tau potrebbe predire quale malattia incipiente sta per arrivare: Alzheimer o altri tipi di demenza?


Gli scienziati hanno fatto queste scoperte estraendo la proteina tau dalle cellule in coltura e dal cervello umano, isolandole come singole molecole e determinando quali tipi di aggregazioni patologiche avrebbero poi prodotto in cellule e topi. Hanno determinato che, contrariamente alle idee precedenti, una singola molecola tau, anziché essere senza una struttura definibile, ha in effetti strutture multiple e stabili che determinano ciascuna quale tipo di assemblaggio patologico si formerà successivamente.


Il team del Dr. Diamond sta cercando di tradurre questi risultati in test clinici che esaminano il sangue o il fluido spinale di un paziente per rilevare i primi segni biologici del tau anormale, prima che i sintomi della perdita di memoria e del declino cognitivo diventino evidenti. Il suo laboratorio sta anche lavorando per sviluppare trattamenti per stabilizzare le molecole di tau in grado di cambiare la forma, impedire loro di aggregarsi o promuovere la loro eliminazione dal cervello.


Un test diagnostico sarà particolarmente importante una volta stabiliti trattamenti efficaci per trattare varie forme di demenza, ha detto.


"Una volta che si sono manifestati gli effetti della neurodegenerazione probabilmente è troppo tardi", ha detto il dottor Diamond, uno dei principali esperti di demenza, accreditato della scoperta che la tau si comporta come un prione, una proteina infettiva che può auto-replicarsi. "Dobbiamo riuscire a diagnosticare il processo in anticipo e conoscere il tipo specifico di neurodegenerazione che si sta verificando, perché è la migliore possibilità che dobbiamo di intervenire con un trattamento personalizzato. Questo è analogo al modo in cui attualmente usiamo la genotipizzazione del tumore per diagnosticare e curare meglio il cancro".

 

 

 


Fonte: UT Southwestern Medical Center (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Apurwa M Sharma, Talitha L Thomas, DaNae R Woodard, Omar M Kashmer, Marc I Diamond. Tau monomer encodes strains. eLife, 2018 DOI: 10.7554/eLife.37813.001

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.