Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I malati di Alzheimer non riescono a eliminare la placca ...

Da lungo tempo gli scienziati stanno studiando la beta-amiloide, la proteina appiccicosa che si accumula nel cervello dei pazienti con Alzheimer. Ognuno di noi produce beta-amiloide, ma in quelli con l'Alzheimer, la proteina si accumula a livelli tossici, formando infine degli agglomerati nel cervello chiamati placche che possono svolgere un ruolo nel danneggiare le cellule cerebrali critiche per il pensiero e la memoria.

Ma questo accumulo di placca si verifica in pazienti affetti da Alzheimer, perché producono troppa beta-amiloide? O perchè non sono in grado di eliminarne l'eccesso che si forma naturalmentee, come succede per le persone sane?

I ricercatori ora hanno una risposta a queste domande. Sembra che chi ha l'Alzheimer producono una quantità perfettamente normale di beta-amiloide; il problema è che non sono in grado di eliminarla dal loro cervello. "L'eliminazione è ridotta nell'Alzheimer", dice il dottor Randall Bateman, assistente professore di neurologia alla School of Medicine della Washington University di St. Louis, che ha condotto lo studio apparso sulla rivista Science. I risultati potrebbero avere importanti implicazioni per la diagnosi e il trattamento dell'Alzheimer perchè i ricercatori lavorano per trovare cure che possono accelerare la rimozione di beta-amiloide dal cervello.

Nello studio, i ricercatori hanno confrontato un gruppo di 12 uomini e donne con Alzheimer con 12 coetanei sani. Entrambi i gruppi hanno prodotto beta-amiloide alla stessa velocità media; la proteina, a livelli molto bassi, sembra giocare un ruolo importante nell'impedire alle cellule del cervello di sovraeccitarsi e accendersi in modo anomalo. nMa rispetto ai controlli sani, quelli con Alzheimer precoce avevano una capacità inferiore del 30 per cento di eliminare la proteina accumulata nel cervello.

Gli scienziati stimano che nel corso di 10 anni, si accumula nel cervello abbastanza beta-amiloide da formare le placche spia che danneggiano le aree cerebrali cruciali per il pensiero e la memoria. "Questi risultati possono aiutarci a puntare a migliori test diagnostici e terapie più efficaci. La domanda successiva è ciò che sta causando la minore capacità di rimozione", ha detto il Dott. Bateman. "Questi risultati supportano l'idea che la compromissione dell'eliminazione della beta-amiloide è fondamentalmente legata all'Alzheimer."

I patologi hanno da tempo riconosciuto la beta-amiloide come componente delle placche che sconvolgono il cervello di Alzheimer. Un modo in cui il cervello cancella la beta-amiloide è quello di spostarla nel fluido spinale, dove è frazionata e smaltita. Capire come ciò si verifica potrebbe portare a nuovi farmaci e trattamenti che velocizzano il processo, prima che diventi grave il danno al cervello. In quelli con Alzheimer, tuttavia, questo processo è compromesso. I livelli di beta-amiloide crescono perchè la proteina viene "bloccata" nel cervello, il che significa che minore sostanza viene trasferita nel fluido spinale. Questo è il motivo per cui studi hanno scoperto che bassi livelli di beta-amiloide nel liquido cerebrospinale posson essere un indicatore precoce dell'Alzheimer.

Molti credono che l'accumulo di beta-amiloide in livelli anormali nel cervello sono l'inizio di una cascata di eventi che portano alla morte delle cellule cerebrali e, infine, alla demenza. Nella forma rara di Alzheimer ad esordio precoce legata a mutazioni genetiche, c'è un marcato aumento della produzione di beta-amiloide. Nella forma più comune di Alzheimer tardiva, i meccanismi che portano a un aumento dei livelli di beta-amiloide non sono ben compresi.

Precedenti studi suggeriscono alcune possibili spiegazioni per la liquidazione più lenta della beta-amiloide nell'Alzheimer ad inizio ritardato. Una possibilità è che, accumulandosi, la beta-amiloide agisce come un recipiente per una quantità maggiore di proteina, intrappolandola all'interno del cervello. I ricercatori ritengono che chiarire tali meccanismi può probabilmente contribuire ad accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci per la malattia. "Depositi anormali di proteina all'interno del cervello sono un segno distintivo non solo dell'Alzheimer, ma di molti disturbi neurologici. Con la conoscenza del modo in cui queste proteine si accumulano, potremmo essere in grado di rallentare questo processo e ridurre i danni al cervello", ha detto Roderick Corriveau, Ph.D., direttore del programma presso l'Istituto nazionale dei disordini neurologici e Ictus.

 


Fonte: Kwasi G. Mawuenyega, Wendy Sigurdson, Vitaliy Ovod, et al: “Decreased Clearance of CNS Beta-Amyloid in Alzheimer's Disease.” Science, pubblicato online il 9 Dicembre 2010.

Pubblicato su AlzInfo il 3 maggio 2011 Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.