Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le 'onde cerebrali' della memoria sono uguali nel sonno e da svegli

Una nuova ricerca svolta all'Università di Birmingham, ha mostrato che la memoria nel cervello è innescata da meccanismi identici sia nel sonno che nella veglia.


Lo studio getta nuova luce sui processi usati dal cervello per 'riattivare' i ricordi durante il sonno, consolidandoli in modo che possano essere recuperati in seguito. Sebbene l'importanza del sonno nello stabilizzare i ricordi sia un concetto ben consolidato, sono ancora poco chiari i meccanismi neurali sottostanti.


In questo studio, pubblicato su Cell Reports, gli scienziati sono riusciti a mostrare per la prima volta negli esseri umani che i modelli neurali specifici nel cervello, che vengono attivati ​​quando si ricordano ricordi specifici durante la veglia, riappaiono durante il sonno successivo.


I risultati forniscono ulteriori prove degli effetti benefici del sonno sulla formazione della memoria.


Capire meglio questi meccanismi migliora anche la nostra comprensione di come si formano i ricordi. Ciò potrebbe alla fine aiutare gli scienziati a svelare le basi dei disturbi della memoria come l'Alzheimer e portare allo sviluppo di interventi di potenziamento della memoria.


Lavorando in collaborazione con i ricercatori del Donders Institute, in Olanda, il team ha usato una tecnica chiamata Targeted Memory Reactivation (Riattivazione Mirata della Memoria), che è nota per migliorare la memoria. Nell'esperimento, le informazioni apprese in precedenza - in questo caso vocaboli stranieri - vengono riprodotte da una persona addormentata.


Usando elettroencefalogrammi, i segnali cerebrali dei partecipanti allo studio sono stati registrati durante l'apprendimento e il ricordo dei vocaboli stranieri prima del sonno. Successivamente, i ricercatori hanno registrato i percorsi neurali distinti attivati ​​quando il cervello dei volontari addormentati ha reagito all'udire le parole che avevano appreso. Confrontando i segnali neurali attivati ​​dal cervello in ogni stato, i ricercatori hanno potuto mostrare chiare somiglianze nell'attività cerebrale.


Il dott. Thomas Schreiner, della Facoltà di Psicologia dell'Università di Birmingham, che ha guidato la ricerca, afferma:

"Sebbene possa sembrare che sonno e insonnia abbiano poco in comune, questo studio mostra che l'attività cerebrale in ciascuno di questi stati potrebbe essere più simile di quanto ritenuto finora. L'attività neurale che abbiamo registrato fornisce ulteriori prove di quanto sia importante il sonno per la memoria e, in definitiva, per il nostro benessere".

"Se riusciremo a capire meglio come funziona davvero la memoria, si potrebbe arrivare a nuovi approcci per il trattamento dei disturbi della memoria, come l'Alzheimer".


Il dott. Tobias Staudigl, del Donders Institute, il primo autore dello studio, ha detto: "Comprendere come i ricordi vengono riattivati ​​in diversi stati fornisce anche informazioni su come questi ricordi potrebbero essere alterati - che potrebbe essere ad esempio interessante in contesti terapeutici".


Il team sta pianificando uno studio successivo, escogitando dei modi per indagare l'attivazione spontanea della memoria durante il sonno. Utilizzando tecniche avanzate di apprendimento automatico, i ricercatori possono registrare e interpretare schemi neurali nel cervello, identificando dove vengono attivati ​​i ricordi senza la necessità di un indizio esterno.

 

 

 


Fonte: University of Birmingham (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Thomas Schreiner, Christian F. Doeller, Ole Jensen, Björn Rasch, Tobias Staudigl. Theta Phase-Coordinated Memory Reactivation Reoccurs in a Slow-Oscillatory Rhythm during NREM Sleep. Cell Reports, 2018; 25 (2): 296 DOI: 10.1016/j.celrep.2018.09.037

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)