Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché le cellule che eliminano i neuroni morti o malati, uccidono quelli sani?

Perché le cellule che eliminano i neuroni morti o malati, uccidono quelli sani?Un nuovo studio eseguito al Mount Sinai, pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience, fornisce importanti informazioni sul modo in cui le microglia, cellule che fanno parte del sistema immunitario all'interno del cervello, svolgono il loro compito di eliminare i neuroni morenti e non funzionali, e come a volte attaccano erroneamente i neuroni sani, un evento che può avere un ruolo nelle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson.


La funzionalità dei neuroni, cellule altamente sensibili, inizia a declinare quando una persona invecchia.


Quando i neuroni muoiono, non restano inosservati; attivano i loro vicini, le microglia. La capacità di eliminare i detriti biologici rende le microglia un amico e un nemico del cervello. Amico finché eliminano i neuroni morenti, senza influenzare le cellule sane, ma nemico quando accade il contrario.


La nuova ricerca condotta alla Icahn School of Medicine del Mount Sinai ha rivelato che:

  • l'attività di pulizia delle microglia in diverse regioni del cervello va di pari passo con il tasso naturale di morte o degenerazione dei neuroni;
  • la risposta altamente calibrata delle microglia alla morte delle cellule neuronali è governata dal complesso genetico di proteine ​​regolatorie 'polycomb repressive complex 2' (PRC2), che silenzia il programma di compensazione delle microglia in assenza di neuroni morenti,
  • se il PRC2 è inattivo, le microglia possono attaccare erroneamente i neuroni sani.


Nello specifico, il team di ricerca ha scoperto che le microglia nel cervelletto, una regione del cervello importante per regolare l'apprendimento motorio e l'equilibrio, mostra un fenotipo distinto di eliminazione, caratterizzato dall'inglobamento e dal catabolismo di cellule e detriti cellulari. Questa caratteristica delle microglia cerebellare corrisponde all'esistenza della morte cellulare nel cervelletto, dove i numeri neuronali iniziano a declinare durante l'adolescenza.


Al contrario, hanno scoperto che le microglia nello striato e nella corteccia mostrano un fenotipo di sorveglianza omeostatica, allineato con i bassi tassi di morte neuronale in quelle regioni del cervello. Queste differenze specifiche della regione cerebrale nella degenerazione neuronale suggeriscono la possibilità che le microglia possano regolare la loro attività di pulizia i base al carico di detriti cellulari.


"Il nostro studio dimostra che le microglia in diverse regioni del cervello mostrano capacità diverse di «mangiare», o rimuovere, le cellule morenti", afferma Anne Schaefer PhD, prof.ssa associata di Neuroscienze e Psichiatria e condirettrice del Centro di Biologia Gliale della Icahn School of Medicine al Monte Sinai. "Abbiamo scoperto che se il comportamento divorante si attiva in modo improprio, in assenza di morte cellulare, può compromettere la funzione dei neuroni adiacenti e portare a cambiamenti cellulari associati di solito alle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Lo studio fornisce anche la prova che il PRC2, un complesso proteico che silenzia l'espressione di un dato gene, limita l'espressione di geni che supportano l'attività di pulizia”.


Il team ha scoperto che il fenotipo non divorante delle microglia nello striato e nella corteccia è fissato con l'aiuto del PRC2, che tiene a bada i geni coinvolti nell'azione di inglobare [le cellule morte o morenti]. Ma se il PRC2 è inattivo, il comportamento divorante delle microglia viene attivato in modo anomalo in assenza di cellule morenti o detriti. Con nulla da eliminare, le microglia si rivolgono ai neuroni sani e inducono cambiamenti frequentemente associati alle malattie neurodegenerative.


"La nostra ricerca indica che il comportamento divorante delle microglia richiede una stretta regolamentazione e potrebbe essere pericoloso per i neuroni se ci sono fattori che interferiscono con questi meccanismi", afferma Pinar Ayata PhD, post-dottorato nei Dipartimenti di Neuroscienze e Psichiatria alla Icahn School of Medicine del Mount Sinai. "Il nostro lavoro può aiutare a far luce sul modo in cui i fattori ambientali che possono deregolare i meccanismi epigenetici (come lo stress e i cambiamenti nel metabolismo), possono contribuire ai disturbi neurodegenerativi".


"Esiste la possibilità che differenze regionali nella funzione delle microglia possano essere alla base di alcune delle suscettibilità specifiche della regione cerebrale ai disturbi neurodegenerativi", aggiunge la dott.ssa Schaefer. "E nasce anche l'opportunità di 'allenare' i comportamenti divoranti delle microglia, per aiutare a stabilire una condizione che supporti l'attività di pulizia delle microglia senza danneggiare i neuroni".

 

 

 


Fonte: The Mount Sinai Hospital (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Pinar Ayata, Ana Badimon, Hayley J. Strasburger, Mary Kaye Duff, Sarah E. Montgomery, Yong-Hwee E. Loh, Anja Ebert, Anna A. Pimenova, Brianna R. Ramirez, Andrew T. Chan, Josefa M. Sullivan, Immanuel Purushothaman, Joseph R. Scarpa, Alison M. Goate, Meinrad Busslinger, Li Shen, Bojan Losic, Anne Schaefer. Epigenetic regulation of brain region-specific microglia clearance activity. Nature Neuroscience, 2018; DOI: 10.1038/s41593-018-0192-3

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria:
Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.