Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dal Giappone un grande passo verso un esame del sangue per l'Alzheimer

Per la gran parte, gli studi clinici sul morbo di Alzheimer (MA) sono stati tristemente deludenti: sono falliti, un farmaco dopo l'altro. Anche il colosso Pfizer ha annunciato all'inizio di questo mese che smetterà di perseguire trattamenti per il disordine, a causa della frustrazione scientifica e finanziaria.


Eppure, uno studio giapponese pubblicato il 31 gennaio su Nature riporta un test di screening che potrebbe migliorare il successo della ricerca sul farmaco per il MA.


I nuovi risultati suggeriscono che un semplice esame del sangue può prevedere con precisione i livelli nel cervello della proteina amiloide-beta, che inizia ad apparire precocemente nel corso della malattia, prima che compaiano i sintomi.


L'accumulo di amiloide è una caratteristica patologica chiave dell'MA ed è essenziale determinare il grado in cui il cervello di qualcuno ne è pieno, per progettare studi clinici efficaci.


Al momento l'unico modo per misurare accuratamente l'amiloide in una persona vivente è tramite una costosa tomografia a emissione di positroni (PET) o mediante prelievo del liquido cerebrospinale (CSF) con una puntura lombare o spinale. Un esame del sangue offrirebbe un mezzo più economico e molto meno invasivo per determinare lo stato dell'amiloide nel paziente.


Questo potrebbe incoraggiare più pazienti a partecipare a studi clinici. Potrebbe anche aiutare i ricercatori a distinguere le persone che stanno sviluppando l'Alzheimer da quelle con altre forme di demenza.


L'autore senior dello studio, Katsuhiko Yanagisawa, direttore generale del Centro Nazionale Geriatria e Gerontologia in Giappone, è convinto che una quantità sufficiente di amiloide si infiltri tra la barriera emato-encefalica ed entri nel sangue, diventando misurabile. "Riteniamo che gli esami del sangue per l'amiloide possano sostituire i costosi test amiloidi invasivi, specialmente quando si tratta di rilevare l'Alzheimer preclinico", afferma. "Speriamo che il nostro biomarcatore faciliti meglio le sperimentazioni cliniche per l'MA, migliorando l'iscrizione dei partecipanti".


Per misurare i frammenti di amiloide attraverso il flusso sanguigno, Yanagisawa e colleghi hanno usato una tecnica chiamata 'immunoprecipitazione con spettrometria di massa', che schiera degli anticorpi per legare e identificare le proteine. Lo studio ha incluso 121 persone dal Giappone e 252 dall'Australia, ed entrambi i gruppi hanno coinvolto individui con funzione cerebrale normale, con lieve deterioramento cognitivo e con MA.


Hanno trovato che la quantità di amiloide presente nel sangue è correlata al grado di problemi cognitivi. I livelli di amiloide nel sangue si correlavano anche con i risultati ottenuti negli stessi pazienti dalle scansioni PET e dalle misure del liquido cerebrospinale.


Yanagisawa crede che un semplice esame del sangue per l'amiloide consentirebbe il reclutamento per le sperimentazioni cliniche di nuovi farmaci di una parte più ampia della popolazione, al contrario di quelli che possono solo accedere ai centri accademici avanzati. L'aumento dei numeri dei partecipanti dovrebbe anche aiutare gli esperimenti a rappresentare più accuratamente la popolazione reale.


"Questo sembra essere uno studio importante", dice James Hendrix, che non è stato coinvolto nella nuova ricerca ed è direttore di Global Science Initiatives dell'Alzheimer's Association, il più grande finanziatore no-profit della ricerca sull'MA. "Proviene da un importante gruppo di ricerca, la dimensione del campione è abbastanza grande e, cosa più importante, hanno correlato i loro risultati con PET e CSF. Questa convalida incrociata con altre tecniche è fantastica da vedere, non l'abbiamo mai visto prima per un esame del sangue per MA".


Il neurologo della Emory University, William Hu, che non ha partecipato allo studio, concorda. "I risultati sono promettenti in quanto i biomarcatori del sangue affidabili possono portare al rilevamento precoce con una procedura relativamente semplice e a costi inferiori". Però egli mette in guardia perché è tuttora controversa l'accuratezza della scansione PET dell'amiloide - lo standard con cui viene misurato il test del sangue - rispetto al vero gold standard dell'MA, che è l'ispezione postmortem del tessuto cerebrale.


Hu sottolinea inoltre che i livelli complessivi di amiloide differivano tra i gruppi giapponesi e quelli australiani. "Credo che la tecnologia avrà bisogno di ulteriore sviluppo e standardizzazione per fornire misure più accurate dell'amiloide", dice.


I pochi dati incoraggianti sul trattamento dell'MA - compreso quelli di un farmaco promettente chiamato aducanumab - suggeriscono che i farmaci che sono passati attraverso gli studi clinici sembrano funzionare meglio prima nel decorso della malattia, prima che i pazienti sviluppino il pieno MA. Un esame del sangue nei pazienti a rischio renderebbe molto più facile per i ricercatori identificare le persone a rischio, per cui il trattamento e le misure preventive potrebbero essere più efficaci.


Yanagisawa e colleghi stanno ora estendendo ed espandendo il loro studio nella speranza di portare un esame del sangue per l'amiloide più vicino all'utilizzo clinico di routine. Diversi autori della ricerca hanno persino depositato brevetti per la tecnica.


Per ora, misurare il rischio di demenza con un semplice prelievo del sangue rimanda al regno della ricerca. "È bello vedere questo tipo di studio avanzare, in quanto abbiamo disperatamente bisogno di marcatori non invasivi e a basso costo per l'MA", dice Hendrix. "Ma in questo momento non è ancora pronto per la prima serata".

 

 

 


Fonte: Bret Stetka in Scientific American (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Akinori Nakamura, Naoki Kaneko, Victor L. Villemagne, Takashi Kato, James Doecke, Vincent Doré, Chris Fowler, Qiao-Xin Li, Ralph Martins, Christopher Rowe, Taisuke Tomita, Katsumi Matsuzaki, Kenji Ishii, Kazunari Ishii, Yutaka Arahata, Shinichi Iwamoto, Kengo Ito, Koichi Tanaka, Colin L. Masters & Katsuhiko Yanagisawa. High performance plasma amyloid-β biomarkers for Alzheimer’s disease. Nature, published online: 31 Jan 2018, doi: 10.1038/nature25456

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.