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Le benzodiazepine aumentano la mortalità dei pazienti di Alzheimer

La benzodiazepina e i farmaci relativi sono associati ad un aumento del 40% della mortalità tra le persone con Morbo di Alzheimer (MA), secondo un nuovo studio eseguito all'Università della Finlandia Orientale. I risultati sono stati pubblicati sull'International Journal of Geriatric Psychiatry.


Lo studio ha rilevato che il rischio di morte è aumentato subito dopo l'inizio dell'uso di benzodiazepina e farmaci relativi. L'aumento del rischio di morte può derivare dagli effetti collaterali di questi farmaci, incluse le lesioni legate alle cadute (come le fratture dell'anca), nonché la polmonite e l'ictus.


Lo studio è stato fatto sulla coorte MEDALZ (Medication Use and Alzheimer's Disease) che si basa su le cliniche di tutte le persone con diagnosi di MA in Finlandia nel periodo 2005-2011. Le persone che avevano usato in precedenza benzodiazepine e farmaci correlati sono state escluse da questo studio e, pertanto, la popolazione dello studio era composta da 10.380 nuovi utenti di questi farmaci. Sono stati confrontati con 20.760 persone che non li hanno mai usati.


Sebbene diverse linee guida sul trattamento affermino che le opzioni non farmacologiche sono il trattamento di prima linea di ansia, agitazione e insonnia dei soggetti con demenza, le benzodiazepine e i farmaci correlati sono usati di frequente nel trattamento di questi sintomi. Se la benzodiazepina e i farmaci relativi sono necessari, questi farmaci sono raccomandati solo per un uso a breve termine.


Questi nuovi risultati invitano a considerare meglio la benzodiazepina e i farmaci relativi nei soggetti con demenza.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Saarelainen L, Tolppanen A-M, Koponen M, Tanskanen A, Tiihonen J, Hartikainen S, Taipale H. Risk of death associated with new benzodiazepine use among persons with Alzheimer’s disease – a matched cohort study. International Journal of Geriatric Psychiatry, published online November 15, 2017. DOI:10.1002/gps.4821

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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