Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Algoritmo può prevedere l'Alzheimer anche due anni prima dei sintomi

Algoritmo può prevedere l'Alzheimer anche due anni prima dei sintomiDr. Pedro Rosa-NetoDegli scienziati hanno sviluppato un nuovo algoritmo che secondo loro potrebbe prevedere il rischio di una persona di sviluppare l'Alzheimer anni prima dell'apparizione dei sintomi.


I ricercatori della McGill University in Canada rivelano che hanno usato tecniche di apprendimento automatico e scansioni dell'amiloide-beta, per prevedere lo sviluppo di Alzheimer nei pazienti con lieve deterioramento cognitivo (MCI) fino a 2 anni prima dei sintomi.


Il dottor Pedro Rosa-Neto, dei dipartimenti di Neurologia, Neurochirurgia e Psichiatria dell'Università di McGill, e colleghi, hanno recentemente riferito le loro scoperte sulla rivista Neurobiology of Aging.


L'MCI è una condizione caratterizzata da un calo delle funzioni cognitive - come la memoria e il pensiero - che è evidente, ma che non influenza la capacità di una persona di svolgere i compiti quotidiani. Secondo l'Alzheimer's Association, gli studi suggeriscono che il 15/20% degli over 65 hanno una probabilità di avere MCI e questi individui hanno un rischio più alto di Alzheimer rispetto alla popolazione generale.


Attualmente, non c'è modo di prevedere quali pazienti di MCI andranno avanti sviluppando l'Alzheimer, ma il dottor Rosa-Neto e colleghi ritengono che il loro algoritmo abbia il potenziale per soddisfare questa necessità.

 

Amiloide-beta, MCI e Alzheimer

Anche se le cause precise dell'MCI e dell'Alzheimer rimangono poco chiare, si ritiene che l'accumulo di una proteina chiamata amiloide-beta abbia un ruolo importante. Nelle persone affette da Alzheimer, la proteina amiloide-beta si sono attaccate e hanno formato 'placche' tra le cellule del cervello. Queste placche possono disturbare la comunicazione delle cellule cerebrali e provocare l'infiammazione che porta alla morte delle cellule stesse.


La ricerca ha dimostrato che nelle persone con MCI la proteina amiloide-beta può iniziare a accumularsi fino a 30 anni prima dell'inizio dell'Alzheimer, e per questo i ricercatori stanno studiando l'amiloide-beta come biomarcatore di Alzheimer.


Tuttavia, non tutti coloro che hanno MCI e accumulazione di amiloide-beta sviluppano l'Alzheimer. Ciò pone la domanda: come possono i medici determinare quali pazienti sono più a rischio?


Nel nuovo studio, il dottor Rosa-Neto e il suo team descrivono lo sviluppo di un algoritmo che potrebbe prevedere la probabilità del paziente di progredire da MCI ad Alzheimer fino a 2 anni prima.

 

Algoritmo preciso all'84%

L'algoritmo è stato creato usando 2 anni di dati di 273 pazienti con MCI che facevano parte dell'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative. I dati comprendevano scansioni cerebrali con tomografia a positroni (PET) che mostrano ogni accumulo di amiloide-beta, l'eventuale presenza di geni di rischio di Alzheimer e se avevano ricevuto una diagnosi clinica di Alzheimer.


I ricercatori hanno poi 'addestrato' un software informatico all'avanguardia per apprendere queste informazioni e usarle per calcolare il rischio di Alzheimer di ogni paziente sulla base della prima scansione del cervello. L'algoritmo è riuscito a prevedere la progressione dei pazienti da MCI ad Alzheimer con l'84% di precisione, fino a 2 anni prima dell'apparizione di qualsiasi sintomo della malattia.


Il dottor Rosa-Neto e i suoi colleghi intendono identificare altri biomarcatori di Alzheimer che potrebbero essere applicati all'algoritmo per renderlo più preciso.


I ricercatori ritengono che lo strumento non solo possa far avanzare la ricerca sui trattamenti di Alzheimer, ma potrebbe anche essere usato per prevedere il rischio di una persona di sviluppare la malattia con anni di anticipo.

 

 

 


Fonte: Victoria Ritter in Gears of Biz (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.