Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I fattori che inducono la neuroinfiammazione dell'AD e del Parkinson

I fattori che inducono la neuroinfiammazione dell'AD e del ParkinsonTre fattori modificabili (vita sedentaria, problemi vascolari e obesità), più il diabete mellito, favoriscono la neuroinfiammazione presente sia nell'Alzheimer che nel Parkinson.

Nella rivista Current Aging Science, un team di ricerca ha esaminato i fattori di rischio modificabili per l'Alzheimer e il Parkinson. I revisori si sono concentrati sul possibile ruolo della neuroinflammazione (infiammazione del tessuto nervoso) nei meccanismi delle malattie neurodegenerative.


Alzheimer e Parkinson sono tra le cause più comuni di demenza e contribuiscono sempre più alla morbilità e alla mortalità in tutto il mondo. Un carattere comune di queste due malattie è la neuroinflammazione, innescata inizialmente dalla presenza di strutture molecolari patologiche associate a questi disturbi.


La neuroinflamazione cronica è mantenuta dalla continua attivazione delle cellule gliali non neuronali nel cervello, che provoca danni o morte delle cellule vicine, compresi i neuroni e le cellule gliali stesse. Si ipotizza che la neuroinflamazione persistente del cervello contribuisca alla neurodegenerazione osservata nell'Alzheimer e nel Parkinson.


I revisori notano i quattro fattori di rischio modificabili per l'Alzheimer e il Parkinson: inattività fisica, malattie vascolari, obesità e diabete mellito di tipo due. Questi fattori di rischio modificabili contribuiscono alla neuroinflamazione attraverso meccanismi specifici che sono direttamente legati alla patologia delle malattie.


Questi fattori di rischio sono considerati modificabili in quanto la loro presenza nella popolazione generale può essere ridotta o evitata dagli individui stessi attraverso vari cambiamenti nello stile di vita, come una dieta migliore, esercizio fisico regolare e un trattamento efficace delle condizioni legate alla malattia vascolare come la pressione alta.


Questa revisione mette in evidenza che il controllo dei fattori di rischio modificabili è un valido approccio per la gestione dell'aumento di incidenza dell'Alzheimer e del Parkinson. Inoltre, sono descritti i meccanismi neuroinflammatori comuni alle due malattie, che possono collegare i quattro fattori di rischio comuni modificabili con entrambe queste malattie neurodegenerative.


Una migliore comprensione del meccanismo molecolare della neuroinflammazione potrebbe aiutare a identificare nuovi bersagli terapeutici per combattere le malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: Bentham Science Publishers via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jordan A. McKenzie, Lindsay J. Spielman, Caitlin B. Pointer, Jessica R. Lowry, Ekta Bajwa, Carolyn W. Lee, Andis Klegeris. Neuroinflammation as a Common Mechanism Associated with the Modifiable Risk Factors for Alzheimer’s and Parkinson’s Diseases. Current Aging Science, Volume 10, Issue 3, 2017. DOI: 10.2174/1874609810666170315113244

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.