Iscriviti alla newsletter

Chiarito come si diffonde l'infiammazione nel cervello

 Svelato come si diffonde l'infiammazione nel cervello

Dei ricercatori hanno identificato un nuovo meccanismo attraverso il quale l'infiammazione può diffondersi in tutto il cervello dopo una lesione. Questo meccanismo può spiegare l'infiammazione diffusa e di lunga durata che insorge dopo una lesione traumatica del cervello, e che può avere un ruolo in altre malattie neurodegenerative (come l'Alzheimer).


Lo studio è stato pubblicati ieri sul Journal of Neuroinflammation.


Queste nuove informazioni hanno il potenziale di trasformare il modo di capire e, in ultima analisi, di trattare l'infiammazione del cervello. I ricercatori hanno dimostrato che, dopo una lesione cerebrale traumatica (TBI) sperimentale, delle microparticelle derivate da cellule infiammatorie cerebrali risultano marcatamente aumentate sia nel cervello che nel sangue.


Queste microparticelle portano fattori pro-infiammatori che possono attivare le normali cellule del sistema immunitario, rendendole potenzialmente tossiche per i neuroni del cervello. L'iniezione di queste microparticelle nel cervello di animali non lesi crea infiammazione progressiva sia nel sito di iniezione che, infine, nei siti più lontani.


La ricerca ha scoperto che la neuroinfiammazione spesso continua per anni dopo un trauma cranico, causando danni cerebrali cronici. I ricercatori dicono che le microparticelle possono avere un ruolo chiave in questo processo.


L'infiammazione cronica è sempre più coinvolta nella perdita progressiva di cellule e nei cambiamenti neurologici che avvengono dopo un trauma cranico. Queste microparticelle infiammatorie possono essere un meccanismo chiave per l'infiammazione cronica cerebrale progressiva e possono rappresentare un nuovo bersaglio per il trattamento delle lesioni cerebrali.


"Questi risultati ci danno potenzialmente un nuovo quadro concettuale per capire l'infiammazione del cervello e il suo rapporto con la perdita di cellule cerebrali e i deficit neurologici a seguito di una lesione alla testa, e possono essere rilevanti per altre patologie neurodegenerative come l'Alzheimer, in cui la neuroinfiammazione può avere un ruolo", ha detto il Dr. Alan Faden della University of Maryland. "L'idea che l'infiammazione del cervello possa innescare altra infiammazione a distanza attraverso il rilascio di microparticelle può offrire obiettivi innovativi di trattamento per una serie di malattie importanti del cervello".


I ricercatori hanno scoperto sui topi che i livelli di microparticelle nel sangue erano molto più alti negli animali che avevano avuto una lesione cerebrale traumatica. Poiché ogni tipo di cellula del corpo ha una impronta digitale distinta, i ricercatori hanno potuto monitorare esattamente da dove provenivano le microparticelle.


Le microparticelle che hanno esaminato in questo studio sono rilasciate dalle microglia, cellule immunitarie che sono comuni nel cervello. Dopo un infortunio, queste cellule hanno spesso una reazione eccessiva, nel tentativo di risolvere il danno. Ma questa risposta fuori misura può cambiare le risposte infiammatorie protettive in altre che sono distruttive croniche.


I risultati hanno importanti implicazioni cliniche potenziali. I ricercatori dicono che le microparticelle nel sangue potrebbero diventare un biomarcatore, che aiuta a determinare quanto può essere grave il danno cerebrale. Questo potrebbe aiutare a delineare il trattamento delle lesioni, la cui gravità è spesso difficile da valutare.


Hanno anche scoperto che le microparticelle infiammatorie potevano essere neutralizzate con esponendole ad un composto chiamato PEG-TB. Questo apre la possibilità di utilizzare tale composto o altri per trattare le TBI, e forse anche altre malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: University of Maryland via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

La demenza ci fa vivere con emozioni agrodolci

23.05.2023

Il detto è: dolce è la vita. E, anche se vorremmo momenti costantemente dolci, la vita s...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Farmaci per il sonno: limitazioni e alternative

18.04.2023

Uno studio pubblicato di recente sul Journal of Alzheimer's Disease è l'ultima ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.