Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato il «punto di non ritorno» dello zucchero nell'Alzheimer



Trovato il «punto di non ritorno» dello zucchero nell'AlzheimerDott. Rob Williams, Dott. Omar Kassar e il Prof. Jean van den ElsenPer la prima volta è stato stabilito un legame molecolare, un "punto di non ritorno", tra il glucosio nel sangue e l'Alzheimer, e i ricercatori hanno dimostrato che l'eccesso di glucosio danneggia un enzima essenziale coinvolto nella risposta infiammatoria alle prime fasi del morbo.


Sappiamo che i livelli anormalmente alti di zucchero nel sangue (iperglicemia) sono una caratteristica del diabete e dell'obesità, ma il suo legame con l'Alzheimer è meno familiare.


I pazienti diabetici hanno un rischio più alto di sviluppare l'Alzheimer rispetto agli individui sani. Nella malattia, delle proteine ​​anomale si aggregano per formare placche e grovigli nel cervello che progressivamente lo danneggiano e portano a un grave declino cognitivo.


Gli scienziati sapevano già che il glucosio e i suoi prodotti di scomposizione possono danneggiare le proteine ​​nelle cellule tramite una reazione chiamata glicazione, ma il legame molecolare specifico tra il glucosio e l'Alzheimer non era ancora chiaro. Ora, scienziati dell'Università di Bath, lavorando con i colleghi del King College di Londra, hanno svelato quel collegamento.


Studiando campioni di cervello di persone con e senza Alzheimer, con una tecnica sensibile per rilevare la glicazione, il team ha scoperto che nelle prime fasi dell'Alzheimer la glicazione danneggia un enzima chiamato «fattore inibitorio di migrazione dei macrofagi» (MIF), che ha un ruolo nella risposta immunitaria e nella regolamentazione dell'insulina.


Il MIF è coinvolto nella risposta delle cellule cerebrali chiamate glia all'accumulo di proteine ​​anormali nel cervello durante l'Alzheimer, e i ricercatori credono che l'inibizione e la riduzione dell'attività del MIF causata dalla glicazione potrebbe essere il 'punto di svolta' nella progressione della malattia. Sembra che, come l'Alzheimer progredisce, aumenti la glicazione di questi enzimi.


Lo studio è pubblicato sulla rivista Scientific Reports.


Il professor Jean van den Elsen, dell'Università di Bath, ha dichiarato: "Abbiamo dimostrato che questo enzima è già modificato dal glucosio nel cervello dei soggetti nelle fasi iniziali dell'Alzheimer. Ora stiamo indagando se possiamo rilevare cambiamenti simili nel sangue. Di norma il MIF fa parte della risposta immunitaria all'accumulo di proteine ​​anomale nel cervello, e pensiamo che, poiché il danno dello zucchero riduce alcune funzioni del MIF e ne inibisce completamente altre, questo potrebbe essere un punto di svolta che induce lo sviluppo dell'Alzheimer".


Il Dr Rob Williams ha aggiunto: "Conoscere questo dato sarà di vitale importanza per sviluppare una cronologia di come progredisce l'Alzheimer e speriamo che ci possa aiutare a identificare le persone a rischio di Alzheimer e portare a nuovi trattamenti o modi per prevenire la malattia".


E secondo il Dr Omar Kassaar, "sappiamo che lo zucchero in eccesso è dannoso quando si tratta di diabete e obesità, ma questo legame potenziale con l'Alzheimer è un motivo ulteriore per controllare il nostro consumo di zuccheri nella dieta".

 

 

 


Fonte: Chris Melvin in University of Bath (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Omar Kassaar, Marta Pereira Morais, Suying Xu, Emily L. Adam, Rosemary C. Chamberlain, Bryony Jenkins, Tony James, Paul T. Francis, Stephen Ward, Robert J. Williams & Jean van den Elsen. Macrophage Migration Inhibitory Factor is subjected to glucose modification and oxidation in Alzheimer’s Disease. Scientific Reports 7, Article number: 42874 (2017) doi: 10.1038/srep42874

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)