Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo strumento di analisi via computer può aiutare a prevedere la demenza fino a 10 annni prima



Nuovo strumento di analisi via computer può aiutare a prevedere la demenza fino a 10 annni primaUn metodo di analisi computerizzata su grandi quantità di dati sanitari ha il potenziale di valutare il rischio degli anziani cognitivamente sani di contrarre la demenza più avanti, secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Alzheimer's Disease.


Il nuovo strumento di valutazione del rischio mostra anche il profilo di rischio individuale in una forma visiva che si interpreta rapidamente.


Prevenire la demenza è una delle principali priorità delle sanità pubbliche di tutto il mondo, ed è stato condotto un intenso lavoro per formulare strategie di prevenzione efficaci. Dei cambiamenti verso uno stile di vita sano possono aiutare a prevenire il declino cognitivo e la demenza, ma la sfida è individuare presto coloro che hanno il rischio più alto e scegliere le misure di prevenzione più rilevanti.


I recenti sviluppi nella ricerca sulla prevenzione della demenza comprendono grandi volumi di dati sulla salute del cervello, piattaforme multinazionali condivise, e studi di prevenzione basati su Internet. Trattare le grandi quantità di informazioni sanitarie («big data») è una conseguenza impegnativa di questi sviluppi. L'apprendimento automatico rappresenta un tipo di intelligenza artificiale in cui si usa un gruppo di metodi per insegnare ai computer come fare, e migliorare, previsioni sulla base di grandi volumi di dati. Questi metodi stanno ora iniziando a essere usati nel contesto della prevenzione della demenza.


Un team di medici e ingegneri di Finlandia e Svezia ha affrontato queste sfide con un nuovo approccio di apprendimento automatico. Hanno sviluppato un «indice di rischio di demenza», uno strumento per valutare il rischio di demenza delle persone e per indicare le aree più rilevanti da puntare per le misure di prevenzione. Un ulteriore vantaggio dello strumento è la capacità di visualizzare profili dettagliati del rischio di demenza individuale in un formato visivo facile da interpretare.


L'indice di rischio ha previsto la demenza fino a dieci anni prima dell'insorgenza.


Il team di ricerca ha usato i dati dello studio Cardiovascular Risk Factors, Aging and Dementia condotto in Finlandia orientale. I partecipanti allo studio erano individui cognitivamente normali di età compresa tra 65 e 79 anni, della popolazione finlandese generale, sottoposti a valutazioni sanitarie dettagliate, compresa la memoria e altri test cognitivi.


L'indice di rischio di demenza ha ottenuto buoni risultati nell'identificare i profili completi che predicevano lo sviluppo di demenza fino a 10 anni più tardi. Il predittori principale inclusi erano la cognizione, i fattori vascolari, l'età, le lamentele soggettive sulla memoria e il genotipo apolipoproteina E (APOE).


I ricercatori concludono che l'indice di rischio potrebbe essere utile per identificare gli individui più anziani che sono più a rischio, e che possono anche beneficiare maggiormente di interventi preventivi. Essi sottolineano che l'indice di rischio non è pensato per la diagnosi di demenza, ma come strumento per aiutare nelle decisioni sulle strategie di prevenzione della demenza, cioè a chi dovrebbero essere mirate, e quali fattori di rischio dovrebbero essere trattati in modo specifico in base al profilo di rischio visivo.


"I risultati del nostro studio sono molto promettenti, in quanto è la prima volta che è stato usato questo approccio di apprendimento automatico per stimare il rischio di demenza nella popolazione generale cognitivamente normale", afferma il capo ricercatore, Alina Solomon MD/PhD, dell'Università della Finlandia orientale. "L'indice di rischio è stato progettato per supportare il processo decisionale clinico, e noi siamo molto interessati a esplorare il suo uso pratico potenziale. Tuttavia, dobbiamo ancora convalidare questo indice di rischio in altre popolazioni di fuori della Finlandia. Dobbiamo anche indagare se funziona negli over-80, e se è in grado di monitorare i cambiamenti nel rischio di demenza nel corso del tempo, ad esempio in risposta agli interventi di stile di vita. Questi sono alcuni dei prossimi passi che stiamo pianificando ora".


Jyrki Lötjönen PhD, uno dei co-autori dello studio e direttore scientifico della Combinostics Ltd, afferma: "Le grandi banche di dati sanitari contengono molte informazioni preziose che sono ancora in parte nascoste e sotto-sfruttate. Si possono usare i moderni metodi di apprendimento del computer per estrarre schemi di dati che possono essere difficili da osservare con l'occhio umano. Il nostro obiettivo era rilevare i modelli che predicono se una persona ha più probabilità di ottenere la demenza in futuro. Un'altra area di interesse era come presentare tutti questi dati complessi in una forma semplice che rendesse queste tecnologie moderne utili ai medici e ai privati ​​interessati alla prevenzione della demenza".

 

 

 


Fonte: IOS Press via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimento: Timo Pekkala, Anette Hall, Jyrki Lötjönen, Jussi Mattila, Hilkka Soininen, Tiia Ngandu, Tiina Laatikainen, Miia Kivipelto, Alina Solomon. Development of a Late-Life Dementia Prediction Index with Supervised Machine Learning in the Population-Based CAIDE Study. Journal of Alzheimer's Disease, 2016; 1 DOI: 10.3233/JAD-160560

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.