Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le donne con demenza ricevono meno attenzione medica degli uomini

 

Le donne con demenza ricevono meno visite dal medico, meno monitoraggio sanitario e prendono più farmaci potenzialmente dannosi rispetto agli uomini con lo stesso problema, rivela una nuova ricerca eseguita alla University College London.


Lo studio, pubblicato in Age and Ageing, ha anche scoperto che solo la metà dei pazienti di demenza ha una revisione annuale documentata, anche se [in GB] sono offerti incentivi finanziari ai medici di famiglia per farlo. E' risultato che le donne hanno un rischio particolarmente alto di continuare per un tempo più lungo con farmaci antipsicotici o sedativi. Questo potrebbe dipendere dal minor numero di appuntamenti in cui il loro trattamento potrebbe essere rivisto.


Claudia Cooper (Facoltà di Psichiatria dell'UCL), che ha guidato la ricerca, spiega:

"Anche se le donne tendono a vivere più a lungo rispetto agli uomini, sono più propense a vivere da sole senza un caregiver famigliare che le aiuti ad accedere alle cure sanitarie. Forse a causa di questo, hanno un rischio maggiore di rinunciare a cure mediche che potrebbero aiutarle a stare bene più a lungo.

"Abbiamo scoperto che le donne hanno più probabilità di prendere farmaci psicotropi (sedativi o antipsicotici) che possono essere dannosi nel lungo termine e non sempre appropriati. Le donne tendono a rimanere su tali farmaci per più tempo, forse perché hanno un minor numero di check-up per vedere se
i farmaci sono ancora necessari.

"Le donne con demenza che vivono da sole possono avere bisogno di maggiore sostegno per accedere ai servizi sanitari. Dobbiamo fare in modo che i medici abbiano le risorse per impegnarsi in modo proattivo con questi pazienti e rivedere regolarmente la loro condizione per assicurarsi che il piano di trattamento, compresi tutti i farmaci, sia appropriato.

"Migliorare l'accesso all'assistenza sanitaria e ridurre l'uso di psicofarmaci nelle persone con demenza, in particolare le donne, potrebbe aiutarle a vivere bene con la demenza più a lungo"
.


Attraverso il database The Health Improvement Network, i ricercatori hanno analizzato le cartelle di 68.000 pazienti di demenza e 259.000 persone senza demenza, confrontando il loro accesso ai servizi sanitari. Nel complesso, le persone con demenza hanno ricevuto meno cure mediche rispetto a quelli senza, anche se sono più vulnerabili alle malattie fisiche e mentali.


Continua la Cooper:

"La demenza può causare una vasta gamma di complicazioni fisiche, tra cui difficoltà di deglutizione e problemi di mobilità.

"Le persone con demenza sono particolarmente suscettibili alla malnutrizione, in quanto potrebbero avere difficoltà a mangiare, a preparare il cibo o a ricordare di mangiare. Precedenti ricerche hanno dimostrato che fino al 45% dei pazienti affetti da demenza sperimentano una perdita di peso clinicamente significativa, che può portare a ulteriori problemi fisici e fragilità.

"Tuttavia, nonostante questo alto rischio, meno della metà dei pazienti di demenza stanno attualmente ricevendo un check-up annuale del peso. La buona notizia è che le cose sembrano migliorare: nel 2002 solo il 24% dei pazienti ha avuto il controllo regolare del peso, rispetto al 43% del 2013".


I miglioramenti possono essere collegati alla Strategia Nazionale per la Demenza che il governo della GB ha lanciato nel 2009. Intorno al momento in cui è stato lanciato, ai medici di base sono stati offerti incentivi finanziari addizionali per rivedere ogni anno i pazienti di demenza. Tuttavia, l'ultimo studio suggerisce che c'è ancora molto lavoro da fare per garantire che le persone con demenza, in particolare le donne, siano in grado di accedere ai servizi di cui hanno bisogno.

 

 

 


Fonte: University College London via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Claudia Cooper, Rebecca Lodwick, Kate Walters, Rosalind Raine, Jill Manthorpe, Steve Iliffe, Irene Petersen. Inequalities in receipt of mental and physical healthcare in people with dementia in the UK Age Ageing (2016) First published online: 4/12/2016 doi: 10.1093/ageing/afw208

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)