Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I medicinali per il cuore possono aiutare anche con l'Alzheimer?

 

Un nuovo studio della Örebro University, pubblicato ieri su Science Signaling, dimostra che i farmaci per il cuore riducono l'accumulo di placca nei vasi sanguigni del cervello, però nei topi. La domanda è: questo è vero anche negli esseri umani? Se la risposta fosse sì, potremmo fare un passo avanti verso lo sviluppo di un farmaco contro l'Alzheimer.


Insieme a colleghi tedeschi e italiani, i ricercatori della Örebro hanno scoperto che un meccanismo finora sconosciuto causa un rapido accumulo di placca nei vasi sanguigni nel cervello. Sono stati quindi eseguiti esperimenti sui topi per stabilire se uno specifico farmaco cardiaco può ridurre la formazione della placca.


"Si deve fare attenzione a non trarre conclusioni importanti da studi sperimentali, ma abbiamo certamente identificato un approccio interessante che vale la pena di portare avanti", dice il professor Magnus Grenegård della Örebro University, che insieme a Knut Falker e Liza Ljungberg ha lavorato alla ricerca guidata dal professore tedesco Margitta Elvers.


Lo studio dimostra che la proteina amiloide-beta si attacca alla superficie delle piastrine del sangue, chiamate trombociti, avviando una rapida reazione a catena. Il risultato è un accumulo incredibilmente veloce di placca.


Magnus Grenegård dice:

"La placca induce le cellule nervose a morire a un ritmo troppo veloce, causando i sintomi indicativi dell'Alzheimer, come la perdita di memoria.

"Il nostro studio è un esempio di solida ricerca biomedica di base, a livello cellulare e molecolare, che punta a un collegamento che era finora sconosciuto. Ciò che dimostra è che le cellule nel sangue possono avere un ruolo importante nello sviluppo della placca, che si trova nei pazienti con Alzheimer".


I ricercatori hanno quindi testato un farmaco per il cuore molto diffuso, che oggi è usato per prevenire la formazione di coaguli di sangue e che diminuisce il rischio di attacco di cuore. Gli esperimenti sui topi hanno dimostrato che i grumi di proteine, la placca, si riducono quando i roditori sono trattati con il farmaco per il cuore. Il farmaco quindi rallenta il processo. È certamente vero per la placca nei vasi sanguigni, ma probabilmente lo è anche per il tessuto cerebrale.


"Nelle strutture profonde del cervello, dove sono controllate alcune funzioni di memoria, abbiamo visto una chiara tendenza alla riduzione della placca.

"Non sappiamo se questo è trasferibile all'uomo; se l'effetto possa essere lo stesso. Per scoprirlo, sono necessari nuovi studi conseguenti. Purtroppo, questo è un processo lungo, ci vorranno anni prima di saperlo. Ma almeno abbiamo identificato un approccio nuovo e interessante per quanto riguarda la formazione della placca".


L'Alzheimer è caratterizzato da un danno al tessuto cerebrale. I primi sintomi sono un declino della memoria e della capacità di completare le attività quotidiane, ma alla fine l'intero cervello è influenzato. Magnus Grenegård afferma che "più di 100.000 svedesi hanno già avuto la diagnosi di Alzheimer, malattia che porta grande sofferenza al paziente, ma anche ai familiari. Un nuovo farmaco sarebbe naturalmente benvenuto".

 

 

 


Fonte: Örebro Universitet via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: L. Donner, K. Falker, L. Gremer, S. Klinker, G. Pagani, L. U. Ljungberg, K. Lothmann, F. Rizzi, M. Schaller, H. Gohlke, D. Willbold, M. Grenegard, M. Elvers. Platelets contribute to amyloid-beta aggregation in cerebral vessels through integrin IIb 3-induced outside-in signaling and clusterin release. Science Signaling, 2016; 9 (429): ra52 DOI: 10.1126/scisignal.aaf6240

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)