Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La demenza frontotemporale collegata ad un'alimentazione anomala

La demenza frontotemporale collegata ad un'alimentazione anomala
Il primo studio a indagare in maniera scientifica sui modelli alimentari nella demenza frontotemporale (FTD) ha trovato che i pazienti con questo disturbo hanno abitudini alimentari chiaramente inadeguate.


Lo studio, pubblicato online su JAMA Neurology il 25 gennaio, ha mostrato che i diversi tipi di FTD sono associati a diversi comportamenti alimentari.


Mentre i pazienti con la variante comportamentale di FTD hanno dimostrato di mangiare troppo, soprattutto cibi ricchi di zuccheri, i pazienti con demenza semantica hanno dimostrato un comportamento molto rigido, mangiando a volte solo un particolare tipo di cibo.


Le scansioni del cervello hanno suggerito anche che queste abitudini alimentari sono controllate da reti complesse del cervello piuttosto che una singola particolare struttura del cervello.


"Nei pazienti con FTD si osservano di solito abitudini alimentari inadeguate, ma non erano ancora state studiate in modo così rigorosamente scientifico", ha commentato l'autrice Rebecca M. Ahmed MBBS, di Neuroscience Research Australia di Sydney. "Abbiamo progettato uno studio simile a quello usato e validato nella ricerca sull'obesità, per valutare i comportamenti alimentari in tali condizioni e abbiamo avuto risultati molto chiari".


Lei ricorda che la FTD è la seconda causa di demenza a insorgenza precoce (sotto i 65 anni), presente di solito in individui da 50 a 70 anni. Ci sono diversi tipi di FTD: la variante comportamentale si manifesta con atteggiamenti e comportamento molto inadeguati, compresa la perdita di empatia, di funzionamento esecutivo e della capacità di pianificare, mentre la demenza semantica fa sì che i pazienti perdano il significato delle parole.


La dott.ssa Ahmed ha detto:

"Nel nostro studio, queste due diverse varianti sono state associate con comportamenti alimentari chiaramente diversi. Se fossimo in grado di capire quali reti del cervello controllano questi comportamenti alimentari inadeguati, potremmo aiutare lo sviluppo di trattamenti per la condizione.

"I cambiamenti metabolici che avvengono nel corpo possono interessare la progressione della malattia, e il trattamento dei primi comportamenti può rallentare tale progressione.

"In alternativa, è anche possibile che modelli alimentari specifici possano avere un ruolo protettivo nella FTD. Dobbiamo capire se riusciamo a modificare i comportamenti alimentari e se questo fa una qualsiasi differenza".


Per lo studio, è stato registrato il comportamento alimentare di 49 pazienti con tre diversi tipi di demenza (19 con FTD comportamentale, 15 con demenza semantica, e 15 con Alzheimer) e è stato confrontato con quello in 25 controlli sani. Tutti i partecipanti sono rimasti a digiuno di notte e hanno poi avuto una colazione a buffet e il permesso di mangiare per mezz'ora. I ricercatori hanno calcolato la quantità totale di cibo mangiato e hanno registrato quali tipi di alimenti sono stati mangiati.


I risultati dimostrano che tutti i pazienti con FTD comportamentale hanno consumato più calorie rispetto agli altri partecipanti, assumendo in media 1.344 calorie, rispetto alle 710 calorie del gruppo Alzheimer, 573 calorie nel gruppo demenza semantica, e alle 603 calorie nel gruppo di controllo (P<.001).


La dott.ssa Ahmed ha anche sottolineato che l'apporto calorico dei pazienti con FTD comportamentale non si incrociava con gli altri gruppi. "I pazienti comportamentali che hanno mangiato di meno hanno comunque consumato più calorie dei partecipanti degli altri gruppi che mangiavano di più".


Al contrario, i pazienti con demenza semantica non mangiavano in eccesso, ma hanno invece mostrato un comportamento alimentare rigido, spesso rifiutando di mangiare il cibo offerto. Un paziente non ha mangiato nulla, e altri mangiavano quantità molto piccole. "Questi pazienti erano molto esigenti e spesso mangiavano solo certe cose", ha commentato la dott.ssa Ahmed. "Per esempio, una donna mangiava solo frutta".

[...]

 

Risultati della risonanza magnetica

I ricercatori hanno anche studiato il cervello dei partecipanti con la risonanza magnetica, per cercare modelli inusuali in aree specifiche del cervello che si correlavano a particolari comportamenti. Essi hanno scoperto che l'eccesso di cibo nei pazienti con la variante comportamentale di FTD è associato a reti complesse del cervello formate in diverse aree, che comprendono quelle coinvolte nella ricompensa, nella funzione autonomica, e nella visione, piuttosto che una singola struttura cerebrale.


I ricercatori hanno anche scoperto che attività in diverse aree del cervello sono associate a comportamenti alimentari anomali nei pazienti con demenza semantica, suggerendo l'esistenza di meccanismi diversi nelle due varianti di FTD. Essi riferiscono che molte delle stesse strutture cerebrali che sono fondamentali per i deficit semantici, viste nella demenza semantica, sembrano essere coinvolte nelle abitudini alimentari in questo gruppo di pazienti, suggerendo un contributo delle reti semantiche al controllo dell'alimentazione, eventualmente conseguente alla perdita di conoscenze sui cibi.


In un editoriale di accompagnamento, Jennifer L. Whitwell PhD, della Mayo Clinic di Rochester in Minnesota, afferma che la dott.ssa Ahmed e i colleghi "dovrebbero essere applauditi per aver effettuato delle valutazioni così dettagliate e predittive dei comportamenti alimentari nella FTD", notando che questo è anche il primo studio a valutare specificamente la correlazione tra risonanza magnetica e comportamento alimentare, in modo separato tra pazienti con FTD comportamentale e con demenza semantica.


"I risultati allargano e quantificano le precedenti osservazioni dell'eccesso di cibo nella bvFTD [FTD comportamentale] e dimostrano la preferenza per i cibi dolci sia nella bvFTD che nella SD [demenza semantica]" dice, sottolineando anche che i risultati di forti associazioni tra l'apporto calorico/ la preferenza di saccarosio e il lobo occipitale e il cervelletto sono sorprendenti perché queste aree del cervello non sono di solito associate alla FTD.


"Gli autori potrebbero aver scoperto un ruolo precedentemente sconosciuto di queste strutture nella FTD, suggerendo contributi autonomici e visivi ai problemi con il cibo", osserva.

 

 

 


Fonte: Sue Hughes in Medscape (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Rebekah M. Ahmed, Muireann Irish, Elana Henning, Nadene Dermody, Lauren Bartley, Matthew C. Kiernan, Olivier Piguet, Sadaf Farooqi, John R. Hodges. Assessment of Eating Behavior Disturbance and Associated Neural Networks in Frontotemporal Dementia. JAMA Neurol. Published online 25 Jan 2016. doi:10.1001/jamaneurol.2015.4478

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.