Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Precisata causa della malattia e individuate terapie innovative

Uno studio del Blanchette Rockefeller Neurosciences Institute (BRNI) pubblicato oggi nel Journal of Neuroscience rivela cause sottostanti della degenerazione delle sinapsi nell'Alzheimer e individua soluzioni farmaceutiche promettenti per la malattia devastante che colpisce più di 5 milioni di persone negli Stati Uniti.

Lo studio è il primo per arrivare a una comprensione fondamentale del meccanismo molecolare di come le sinapsi si perdono nell'Alzheimer prima che placche e grovigli si sviluppino. Al tempo stesso, è il primo studio a dimostrare i benefici pieni dei composti synaptogenici nel trattamento dell'Alzheimer.

Lo studio del BRNI segna un cambiamento importante nella nostra comprensione delle cause dell'Alzheimer e di come deve essere curato. Precedenti studi basati su autopsie hanno dimostrato il ruolo cruciale della perdita sinaptica nella insorgenza della demenza (che comunque non è il motivo dietro la degenerazione), anche se per decenni scienziati e aziende farmaceutiche si sono concentrati sui modi per colpire le placche amiloidi e i grovigli neurofibrillari che si pensa giochino un ruolo nel causare l'Alzheimer. Impedendo la perdita di sinapsi, le nuove terapie del BRNI mirano a prevenire i sintomi progressivi dell'Alzheimer.

Danile Alkon
"Alla base, l'Alzheimer non è una malattia di placche e grovigli, come molti hanno concluso, è soprattutto una malattia delle sinapsi", ha detto il Dott. Daniel Alkon (foto), direttore scientifico del BRNI e co-autore dello studio, "questo studio ha scoperto che le cure che colpiscono la perdita di sinapsi nel cervello di Alzheimer, possono virtualmente eliminare tutti gli altri elementi della malattia come l'aumento della proteina tossica beta amiloide, la perdita di neuroni, la comparsa di placche, e la perdita della funzione cognitiva, i cervelli degli animali sono stati normalizzati".

Lo studio ha utilizzato topi geneticamente modificati per esprimere i sintomi e la patologia umana dell'Alzheimer in due ceppi diversi. Il BRNI ha utilizzato un regime difficile di addestramento dei topi, al fine di rivelare che i deficit cognitivi significativi avvenuti cinque mesi prima dell'apparizione delle placche sono stati rilevati nel loro cervello, fornendo la prova che placche e grovigli non sono alla radice della malattia.

Trattamenti con Briostatina e analoghi composti sintetizzati al BRNI che colpiscono l'enzima PKCepsilon, che controlla la creazione di sinapsi a livello molecolare, sono stati somministrati per dodici settimane durante lo studio. Favorendo la crescita di nuove sinapsi e la conservazione di quelle esistenti, i composti hanno anche fermato il calo del PKCepsilon e l'aumento dell'amiloide beta solubile, il che significa che i trattamenti potrebbero essere utilizzati per prevenire le caratteristiche familiari della malattia di Alzheimer, le placche e i grovigli.

Il BRNI ha ricevuto l'autorizzazione ad andare avanti con i test clinici di Fase II per la Briostatina per curare l'Alzheimer, che dovrebbe iniziare entro i prossimi mesi. I farmaci synaptogenici del BRNI hanno anche mostrato il potenziale per il trattamento del danno cerebrale traumatico (TBI), come recentemente riportato sulla rivista Neurobiology of Disease e gli ictus, come descritto negli Proceedings of the National Academy of Science nel 2008 e 2009.

L'obiettivo dei composti synaptogenici è la stessa molecola identificata come un biomarcatore per la diagnosi precoce dell'Alzheimer negli studi clinici condotti dal BRNI e pubblicati in Neurobiology of Aging nel 2010. Come risultato di tale studio, i ricercatori dell'Istituto stanno ora lavorando per sviluppare un test cutaneo per identificare l'Alzheimer nelle sue fasi iniziali prima dello sviluppo significativo. Questo studio è parte del continuo impegno del BRNI per colmare il divario tra ricerca fondamentale nei processi di memoria e lo sviluppo di prodotti e trattamenti per i pazienti con malattia di Alzheimer e altri disturbi della memoria.

 

A proposito del Blanchette Rockefeller Neurosciences Institute:

Creato nel 1999, il BRNI è l'unico istituto non-profit dedicato allo studio sia della memoria umana che delle malattie della memoria. La sua missione principale è quella di accelerare le scoperte neurologiche, dal laboratorio [compresi strumenti diagnostici e trattamenti] alla clinica in cui i pazienti che soffrono di malattie neurologiche e psichiatriche possono trovare benefici. Il BRNI è gestito congiuntamente con la West Virginia University di Morgantown, nonché in collaborazione con altre istituzioni accademiche, come la Johns Hopkins University. Il senatore della West Virginia Jay Rockefeller ha fondato l'Istituto in memoria di sua madre, Blanchette Rockefeller Hooker, che è morta di Alzheimer.

Fonte: Materiale del Blanchette Rockefeller Neurosciences Institute

Da Alzheimer's Reading Room, 12 gennaio 2011

Notizie da non perdere

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.