Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il cervello «non è in grado di riparare il suo DNA»

Ricercatori della Nova Southeastern University (NSU) hanno scoperto recentemente che, contrariamente a quanto si credeva finora, i tessuti dei vari organi dei mammiferi hanno capacità molto differenti di riparare i danni del DNA.


Questi nuovi risultati indicano che il cuore ha la  capacità maggiore di riparare il suo DNA, seguito dall'intestino, dai reni, dalla milza, dai testicoli e dai polmoni. Il cervello, tuttavia, non dimostra alcuna capacità di riparare i danni al suo DNA.


Questi studi sono stati condotti in colture di cellule di topo, ma, sulla base di precedenti studi umani eseguiti dagli stessi ricercatori, tale «specificità tessutale» è presente anche negli esseri umani.


Utilizzando la pelle come controllo, i ricercatori hanno esposto cellule derivate da ognuno di questi tessuti ad una dose definita della luce ultravioletta (UVC), una parte della luce solare normale, causando danni estesi al DNA. Anche se ci sono 5 tipi di riparazione del DNA usati dalle cellule di mammifero, i ricercatori hanno poi misurato specificamente la quantità di riparazione del tipo chiamato «riparazione nucleotide per escissione».


Questo tipo di riparazione del DNA è un processo complicato che richiede un elevato livello di investimento metabolico da parte della cellula. Le cellule cerebrali possono concentrare le loro energie su altre attività più essenziali, e non sono di solito esposte alla luce UVC, spiegando così, forse, il livello non rilevabile di riparazione.


"Il corpo umano non è stato progettato per vivere oltre 30 o 40 anni, così il nostro cervello non considera la riparazione del DNA una priorità rispetto ad altre funzioni necessarie", ha detto il ricercatore Jean Latimer, PhD, professore associato di scienze farmaceutiche, della Facoltà di Farmacia. "Il nostro cervello spesso non è fisicamente preparato a durare quanto la scienza medica sta permettendo al nostro corpo di vivere. Questi risultati potrebbero aiutare a spiegare la causa principale che sta dietro la perdita di memoria e la demenza".

 

****
Il team di ricerca era composto da Latimer, da Stephen Grant, PhD (professore associato di salute pubblica, Facoltà di Medicina Omeopatica) e dagli studenti di Farmacia Vongai Majekwana, Yashira Pabón-Padín e Manasi Pimpley. La descrizione della loro scoperta è pubblicata sulla rivista peer-reviewed Photochemistry and Photobiology. La ricerca ha ricevuto finanziamenti dal National Cancer Institute dei National Institutes of Health.

 

 

 

 

 


Fonte: Nova Southeastern University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jean J. Latimer, Vongai J. Majekwana, Yashira R. Pabón-Padín, Manasi R. Pimpley, Stephen G. Grant. Regulation and Disregulation of Mammalian Nucleotide Excision Repair: A Pathway to Nongermline Breast Carcinogenesis. Photochemistry and Photobiology, 2014; DOI: 10.1111/php.12387

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)