Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Micro e nanoparticelle per migliorare i trattamenti per Alzheimer e Parkinson

Micro e nanoparticelle per migliorare i trattamenti per l'Alzheimer e il Parkinson(A) Nanoparticelle polimeriche biodegradabili. (B) Test per analizzare la memoria a breve termine in topi transgenici con Alzheimer. (C/D) Marcatori per analizzare la neurogenesi. Fonte: Universidad del Pais VascoEnara Herran, ricercatrice dell'Univesidad del Pais Vasco / Dipartimento di Farmacia e Tecnologie Farmaceutiche della EHU, sta lavorando per migliorare il modo in cui vengono somministrati i trattamenti di Parkinson e di Alzheimer.


Ed è un fatto che, come la Herran stessa ha sottolineato, "entrambe le malattie stanno diventando sempre più comuni nella nostra società". Entrambi i disturbi colpiscono i neuroni: si perde la loro struttura e funzione, e questo a sua volta porta al deterioramento motorio del paziente, delle funzioni cognitive, sensoriali ed emozionali.


Come la Herran sottolinea, in molti casi, i farmaci usati per trattare sia l'Alzheimer che il Parkinson attenuano solo i sintomi, non agiscono sull'origine della malattia. "Il trattamento è di solito basato su compresse da prendere per bocca".


Ma i farmaci di questo tipo non sono gli unici utilizzati per affrontare sia l'Alzheimer che il Parkinson. Alcuni farmaci prevengono la perdita dei neuroni e contribuiscono a formarne di nuovi; i fattori di crescita, per esempio. "Però essi non sono usati perché non esiste un modo efficace e sicuro di somministrarli", ha detto la Herran, "i farmaci devono passare attraverso la barriera emato-encefalica per raggiungere i neuroni, e non è un compito semplice". Questo è in realtà il problema che la Herran sta cercando di superare mediante la sua ricerca.


"I fattori di crescita sono incapsulati in modo che possano essere gestiti in modo più efficace e più sicuro. In altre parole, essi sono inseriti in micro e nanocapsule e impiantati nel cervello per mezzo di craniotomia. In questo modo, i farmaci potrebbero essere rilasciati proprio dove devono agire, e per di più, in modo continuo e nella dose giusta", ha spiegato la Herran.


Le micro e nanoparticelle rilasciano questi fattori di crescita in un periodo che va da 2/3 mesi ad un anno, fino a quando il polimero è degradato. In questo modo il paziente non deve prendere il farmaco ogni giorno. In ogni caso, questo non è l'unico vantaggio. In esperimenti condotti su ratti e topi, i farmaci incapsulati si sono dimostrati molto più efficaci di quelli presi per bocca. Come la Herran ha sottolineato, "queste due malattie sono già un problema per la salute pubblica e la comunità scientifica sta facendo un grande sforzo in ricerca e in progressi per nuovi trattamenti".

 

La direzione giusta

Come spiega la Herran, in esperimenti condotti su animali sono stati testati due fattori incapsulati in un polimero biocompatibile e biodegradabile poly- acido lattico co-glicolico  (PLGA): il fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF) e il fattore neurotrofico derivato dalla linea cellulare gliale (GDNF). "Abbiamo ottenuto micro e nanoparticelle usando varie tecniche di incapsulamento. Inizialmente, le abbiamo testate per il Parkinson; prima in cellule di coltura e poi sui topi. Abbiamo ottenuto buoni risultati in entrambi gli studi". La Herran sottolinea che i topi trattati con particelle sono migliorati notevolmente: "Abbiamo osservato un grande miglioramento in confronto al gruppo di controllo, in termini di comportamento, nonché di guarigione delle zone danneggiate".


Dopo di che, hanno effettuato il test nei topi con Alzheimer. La Herran ha detto che anche in questo caso hanno raggiunto buoni risultati: "Tre mesi dopo aver eseguito la procedura, i topi trattati avevano buoni ricordi, simili a quelli dei topi sani. Attraverso una analisi istologica abbiamo scoperto che le placche di beta-amiloide, che si sviluppano nell'Alzheimer, erano diminuite notevolmente, così come l'infiammazione, e che l'angiogenesi si era intensificata".


I risultati e le conclusioni di questi esperimenti sono stati pubblicati in riviste specializzate, tra cui il Journal of Controlled Release. E questo è infatti il ​​tema della sua tesi di dottorato. Anche se la ricerca non è stata completata, la Herran ha detto che sta facendo ricerche sul modo di ottenere formulazioni "migliori", in modo da non dover impiantare micro e nanoparticelle nel cervello. L'obiettivo finale è chiaro: sviluppare il modo più sicuro, più adatto e più efficace di trattare Parkinson e Alzheimer.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of the Basque Country  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Rosa Maria Hernandez, Enara Herran, Catalina Requejo, Jose Angel Ruiz-Ortega, Asier Aristieta, Manoli Igartua, Harkaitz Bengoetxea, Luisa Ugedo, Jose Luis Pedraz, Jose Vicente Lafuente. Increased antiparkinson efficacy of the combined administration of VEGF- and GDNF-loaded nanospheres in a partial lesion model of Parkinson’s disease. International Journal of Nanomedicine, 2014; 2677 DOI: 10.2147/IJN.S61940

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.