Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovata altra area del cervello che può produrre nuovi neuroni

Trovata altra area del cervello che può produrre nuovi neuroniCellule nate già adulte, viaggiano attraverso il sottile flusso migratorio rostrale prima di stabilirsi nel bulbo olfattivo, la grande struttura in alto a destra nell'immagine. (Fonte: Belluscio Lab, NINDS)Gli scienziati hanno pensato per decenni che i neuroni nel cervello nascono solo durante il periodo di sviluppo iniziale e non possono essere rimpiazzati.


Più di recente, però, hanno scoperto delle cellule con la capacità di dividersi e trasformarsi in nuovi neuroni in specifiche regioni cerebrali. La funzione di queste cellule neuroprogenitrici resta un'area di intensa ricerca.


Gli scienziati del National Institutes of Health (USA), riferiscono che delle cellule cerebrali appena formate nel sistema olfattivo di topi (l'area che elabora gli odori) hanno un ruolo cruciale nel mantenere collegamenti corretti. I risultati sono stati pubblicati l'8 ottobre sul Journal of Neuroscience.


"Questo è un ruolo nuovo e sorprendente per le cellule staminali del cervello e cambia il modo in cui le vediamo", ha detto Leonardo Belluscio, Ph.D., scienziato del National Institute of Neurological Disorders and Stroke e autore principale dello studio del NIH.


Il bulbo olfattivo si trova nella parte anteriore del cervello e riceve informazioni direttamente dal naso sugli odori dell'ambiente. I neuroni del bulbo olfattivo riordinano quelle informazioni e trasmettono il segnale al resto del cervello, e a quel punto diventiamo consapevoli degli odori che stiamo sentendo. La perdita olfattiva è spesso un sintomo precoce in vari disturbi neurologici, tra cui l'Alzheimer e il Parkinson.


Con un processo chiamato neurogenesi, le cellule neuroprogenitrici nate-adulte vengono generate nella zona subventricolare, nel profondo del cervello, e migrano verso il bulbo olfattivo dove assumono la loro posizione finale. Una volta sul posto, formano connessioni con le cellule esistenti e sono incorporate nel circuito.


Il Dr. Belluscio, che studia il sistema olfattivo, ha collaborato con Heather Cameron, Ph.D., ricercatore di neurogenesi all'Istituto Nazionale di Salute Mentale del NIH, per capire meglio come la continua aggiunta di nuovi neuroni influenza l'organizzazione circuitale del bulbo olfattivo. Utilizzando due varianti di topi opportunamente modificati, sono riusciti a puntare specificamente, ed eliminare, le cellule staminali che danno origine a questi nuovi neuroni negli adulti, lasciando intatte le altre cellule del bulbo olfattivo. Questo livello di specificità non era mai stato raggiunto in precedenza.


Nella prima serie di esperimenti sui topi, il team del dottor Belluscio ha inizialmente interrotto l'organizzazione dei circuiti del bulbo olfattivo tappando temporaneamente una narice negli animali, per impedire alle informazioni sensoriali olfattive di entrare nel cervello. Il suo laboratorio in precedenza aveva dimostrato che questa forma di deprivazione sensoriale induce alcune proiezioni all'interno del bulbo olfattivo a disperdersi drasticamente e a perdere il modello preciso di connessione presente nelle condizioni normali. Questi studi hanno inoltre dimostrato che questo circuito largamente interrotto potrebbe ri-organizzarsi e ripristinare la sua precisione originale una volta che la deprivazione sensoriale è stata invertita.


Tuttavia, in questo studio, il laboratorio del Dr. Belluscio rivela che una volta che il naso è sbloccato, se viene impedito a nuovi neuroni di formarsi e di entrare nel bulbo olfattivo, i circuiti rimangono scompigliati. "Abbiamo scoperto che, senza l'introduzione dei nuovi neuroni, il sistema non può riprendersi dal suo stato interrotto", ha detto il dottor Belluscio.


Per esplorare ulteriormente questa idea, il suo team ha anche eliminato la formazione di neuroni nati-adulti nei topi che non avevano alcuna privazione sensoriale. I ricercatori hanno scoperto che l'organizzazione del bulbo olfattivo ha cominciato a rompersi, assomigliando al modello visto negli animali ai quali è impedito di ricevere informazioni sensoriali dal naso. E hanno osservato una relazione tra l'entità della perdita di cellule staminali e quella dell'interruzione del circuito, fatto che indica che una maggiore perdita di cellule staminali porta ad un maggior grado di disorganizzazione nel bulbo olfattivo.


Secondo il dottor Belluscio, si ritiene in genere che i circuiti del cervello adulto siano abbastanza stabili e che l'introduzione di nuovi neuroni alteri la circuiteria esistente, inducendola a ri-organizzarsi. "Tuttavia, in questo caso, il circuito sembra essere intrinsecamente instabile, richiedendo una alimentazione continua di nuovi neuroni, non solo per recuperare la sua organizzazione in seguito all'interruzione, ma anche per mantenere o stabilizzare la sua struttura matura. In realtà è abbastanza sorprendente che, nonostante la sostituzione continua di cellule all'interno di questo circuito del bulbo olfattivo, in circostanze normali la sua organizzazione non cambi", ha detto.

Può essere rilevante perché:

Come accennato dal ricercatore principale, il sistema olfattivo è legato al centro della memoria a breve (ippocampo), ed è uno dei sensi che si deteriorano prima nel processo dell'Alzheimer.


Il dottor Belluscio ed i suoi colleghi ipotizzano che i nuovi neuroni nel bulbo olfattivo potrebbero essere importanti per mantenere o accogliere i cambiamenti nel sistema dipendenti dalle attività, potendo quindi aiutare gli animali ad adattarsi ad un ambiente in costante mutamento.


"E' molto interessante scoprire che i nuovi neuroni influenzano le connessioni precise tra i neuroni nel bulbo olfattivo. Poiché i nuovi neuroni nel cervello condividono molte caratteristiche, sembra probabile che anche la neurogenesi in altre regioni, come l'ippocampo, che è coinvolto nella memoria, producano cambiamenti simili nella connettività"
, ha detto il dottor Cameron.


Anche la base che sottende la connessione tra le malattie neurologiche e i cambiamenti nel sistema olfattivo è sconosciuta, ma può essere scoperta migliorando la comprensione del funzionamento del senso dell'olfatto. "Questa è un'area interessante della scienza", ha detto il dottor Belluscio, "Credo che il sistema olfattivo sia molto sensibile ai cambiamenti nell'attività neurale e dato il suo collegamento con altre regioni del cervello, potrebbe farci capire il rapporto tra perdita olfattiva e molti disturbi cerebrali".

 

*****
Questo lavoro è stato supportato dal Programma intramurale del NIH.

 

 

 

 


FonteNational Institute of Neurological Disorders and Stroke  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  D. M. Cummings, J. S. Snyder, M. Brewer, H. A. Cameron, L. Belluscio. Adult Neurogenesis Is Necessary to Refine and Maintain Circuit Specificity. Journal of Neuroscience, 2014; 34 (41): 13801 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.2463-14.2014

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.