Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come riescono delle cellule rettali a diventare neuroni? Capire la transdifferenziazione

Come può una cellula specializzata cambiare la sua identità?


Un team dell'Institut de Génétique et de Biologie Moléculaire et Cellulaire (CNRS/INSERM/Université de Strasbourg) ha studiato un esempio naturale di questo fenomeno, efficace al 100%, che si chiama transdifferenziazione.


Tale processo, mediante il quale alcune cellule perdono le loro caratteristiche per acquisire una nuova identità, potrebbe essere coinvolto più in generale nella rigenerazione di tessuti o organi dei vertebrati, ed è una strada promettente di ricerca per la medicina rigenerativa.


Questo studio identifica il ruolo dei fattori epigenetici coinvolti in questa conversione, sottolinea la natura dinamica del processo, e mostra i meccanismi chiave per una transdifferenziazione efficace. Questo lavoro, condotto in collaborazione con l'Institut Curie, è stato pubblicato il 15 agosto 2014 su Science.


Il nostro corpo è costituito da cellule che hanno acquisito le loro caratteristiche durante lo sviluppo e che soddisfano una precisa funzione in ogni organo: sono chiamiate cellule differenziate. Generalmente le cellule mantengono la loro specificità fino alla morte, ma è stato dimostrato che alcune cellule possono cambiare stato e acquisire nuove funzioni. Questo è raro, ma si trova in molte specie e si chiama "transdifferenziazione".


Il team ha studiato questo processo nel C.elegans, un piccolo nematode trasparente, dove una cellula rettale si trasforma naturalmente in un motoneurone. Questo cambiamento da un tipo cellulare ad un altro avviene senza divisione cellulare, con una successione di fasi ben definite che portano sempre allo stesso risultato. I ricercatori hanno studiato i fattori che rendono così stabile il processo di conversione.


Il team aveva chiarito il ruolo dei diversi fattori di trascrizione [proteine necessarie per la conversione del DNA in RNA] in questo transdifferenziamento. Ma questi nuovi risultati hanno dimostrato il ruolo dei cosiddetti fattori "epigenetici" che possono modulare l'espressione genica. Nel meccanismo sono coinvolti due complessi proteici. Questi enzimi agiscono su un istone [proteina nel nucleo, attorno alla quale si avvolge il DNA] e quando una mutazione cambia la loro azione, la transdifferenziazione si arresta e la cellula rettale non si trasforma più in un neurone.


I ricercatori hanno osservato che i due complessi agiscono in diverse fasi e che il loro ruolo può variare in funzione dei fattori di trascrizione con cui sono associati. Questi risultati sottolineano l'importanza di una corretta catena di passaggi per ciascuna di queste molecole: la natura dinamica del meccanismo di transdifferenziazione è essenziale per la sua stabilità.


Il ruolo rispettivo dei fattori genetici ed epigenetici nei processi biologici è un argomento molto dibattuto. Questo lavoro dimostra come ciascuno di questi fattori agisce nel transdifferenziamento: i fattori di trascrizione gestiscono l'avvio e lo svolgimento mentre i fattori epigenetici garantiscono il risultato costante.


Lo studio va anche oltre, dimostrando che, in condizioni "normali", i fattori epigenetici sono incidentali (anche quando essi sono assenti la conversione avviene in modo relativamente efficiente), ma sono indispensabili quando ci sono fattori di stress ambientali. Per cui hanno un ruolo cruciale nel massimizzare l'efficacia del meccanismo e garantire che esso rimanga stabile a fronte di variazioni esterne.


La transdifferenziazione è un fenomeno che è poco conosciuto. Può essere coinvolto nella rigenerazione degli organi osservati in alcuni organismi, per esempio nei tritoni, che possono ricostruire la loro lente dell'occhio dopo un infortunio. Questi risultati portano nuove informazioni chiave per aiutarci a capire come controllare questo processo e può aprire la strada a terapie promettenti, in particolare nel campo della medicina rigenerativa.

 

 

 

 

 


FonteCNRS - Délégation Paris Michel-Ange  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  S. Zuryn, A. Ahier, M. Portoso, E. R. White, M.-C. Morin, R. Margueron, S. Jarriault. Sequential histone-modifying activities determine the robustness of transdifferentiation. Science, 2014; 345 (6198): 826 DOI: 10.1126/science.1255885

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.