Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il bicchiere mezzo pieno: vedere in modo nuovo la cognizione nell'invecchiamento

Dal punto di vista cognitivo, l'invecchiamento è di solito associato con il declino. Con l'avanzare dell'età, può diventare più difficile ricordare nomi e date, e potrebbe richiedere più tempo trovare la risposta giusta ad una domanda.


Ma le notizie non sono tutte negative quando si tratta di invecchiamento cognitivo, secondo una serie di tre articoli pubblicati nell'edizione di luglio 2014 di Perspectives in Psychological Science.


Scavando in profondità nella letteratura scientifica disponibile, gli autori dei tre articoli dimostrano come diversi fattori (che comprendono la motivazione e la conoscenza cristallizzata) possono avere un ruolo importante nel supportare e mantenere la funzione cognitiva nei decenni che seguono la mezza età.

 

(1) La motivazione è importante

Dati di laboratorio offrono l'evidenza del declino correlato all'età nella funzione cognitiva, ma molti anziani sembrano funzionare abbastanza bene nel quotidiano. Lo scienziato psicologico Thomas Hess della North Carolina State University sottolinea un quadro motivazionale di "impegno selettivo" per spiegare questa apparente contraddizione.

Se il costo cognitivo dell'impegnarsi in compiti difficili aumenta con l'età, gli anziani possono essere meno motivati ​​a usare le loro risorse cognitive limitate su compiti difficili o su compiti che non sono personalmente rilevanti per loro. Questa selettività, secondo Hess, può consentire agli anziani di migliorare le prestazioni sui compiti sui quali essi scelgono di impegnarsi, contribuendo così a spiegare le incongruenze tra i dati di laboratorio e quelli del mondo reale.

 

(2) La conoscenza precedente porta con sè sia costi che benefici

La memoria episodica (quella degli eventi della nostra vita quotidiana) sembra diminuire con l'età, mentre la memoria per la conoscenza generale non lo fa. I ricercatori Sharda Umanath e Elizabeth Marsh della Duke University rivedono le prove che suggeriscono che gli anziani usano la conoscenza precedente per colmare le lacune causate da errori di memoria episodica, in modi che possono sia danneggiare sia aiutare le prestazioni cognitive in generale. Anche se affidarsi alle conoscenze pregresse può rendere difficile inibire le informazioni del passato quando si apprendono nuove informazioni, questo può anche rendere gli anziani più resistenti all'apprendimento di nuove informazioni erronee.

Secondo Umanath e Marsh, la ricerca futura dovrebbe concentrarsi su una migliore comprensione di questo meccanismo compensativo e se può essere sfruttato per lo sviluppo di interventi e strumenti cognitivi.

 

(3) Gli anziani non sono necessariamente assediati dalla frode

Scrittori e studiosi popolari spesso sostengono che gli anziani, a causa di alcune differenze cognitive, sono particolarmente suscettibili di subire frodi come consumatori. Gli scienziati psicologici Michael Ross, Igor Grossmann ed Emily Schryer dell'Università di Waterloo in Canada rivedono i dati disponibili per valutare se l'incidenza delle frodi dei consumatori sono in realtà più elevate tra gli anziani. Anche se non c'è molta ricerca che risponde direttamente a questa domanda, la ricerca esistente suggerisce che gli anziani possono essere vittime meno frequenti rispetto ad altri gruppi di età.

Ross, Grossmann e Schryer non hanno trovato alcuna prova che gli anziani siano in realtà più vulnerabili alle frodi, e sostengono che le politiche antifrode dovrebbero essere finalizzate a tutelare i consumatori di tutte le età.

 

 

 

 

 


FonteAssociation for Psychological Science  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Thomas M. Hess. Motivational Influences on Older Adults’ Cognitive Functioning. Perspectives on Psychological Science, July 2014, vol. 9, no. 4, 388-407. doi: 10.1177/1745691614527465
  2. Sharda Umanath, Elizabeth J. Marsh. Understanding How Prior Knowledge Influences Memory in Older Adults. Perspectives on Psychological Science, July 2014, vol. 9, no. 4, 408-426 doi: 10.1177/1745691614535933.
  3. Michael Ross, Igor Grossmann, Emily Schryer. Contrary to Psychological and Popular Opinion, There Is No Compelling Evidence That Older Adults Are Disproportionately Victimized by Consumer Fraud. Perspectives on Psychological Science, July 2014, vol. 9, no. 4, 427-442. doi: 10.1177/1745691614535935

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)