Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alcuni neuroni 'chiedono aiuto ai vicini' per portare fuori la spazzatura

Alcuni neuroni 'chiedono aiuto ai vicini' per portare fuori la spazzaturaC'è un'ampia condivisione dell'ipotesi che le cellule degradano e riciclano i propri organelli vecchi o danneggiati, ma i ricercatori della University of California di San Diego, della Johns Hopkins University e del Kennedy Krieger Institute hanno scoperto che alcuni neuroni trasferiscono i mitocondri non necessari (le piccole centrali energetiche presenti all'interno delle cellule) alle cellule gliali di supporto (astrociti) per essere smaltiti.


I risultati, pubblicati da oggi online su PNAS, suggeriscono che qualche principio di biologia di base potrebbe richiedere una revisione, ma hanno anche implicazioni potenziali per migliorare la comprensione e il trattamento di molte malattie neurodegenerative e metaboliche.


"Questo non rimette in discussione l'assunto convenzionale che le cellule degradino necessariamente i propri organelli. Noi non sappiamo ancora quant'è generalizzato questo processo in tutto il cervello, ma il nostro lavoro suggerisce che probabilmente è diffuso"
, ha dichiarato Mark H. Ellisman, PhD, Professore di Neuroscienze, direttore del National Center for Microscopy and Imaging Research (NCMIR) alla UC San Diego e co-autore senior dello studio con Nicholas Marsh-Armstrong, PhD, del Dipartimento di Neuroscienze della Johns Hopkins University e dello Hugo W. Moser Research Institute del Kennedy Krieger Institute di Baltimora.


"La scoperta di un processo standard per il trasferimento dei rifiuti da un neurone alle glia molto probabilmente sarà molto importante per comprendere il declino da età nella funzionalità del cervello e i disturbi neurodegenerativi o metabolici", ha detto Marsh-Armstrong. "Ci aspettiamo che l'impatto sia significativo pure in altre aree della biomedicina".


I ricercatori hanno esaminato specificamente gli assoni delle cellule gangliari della retina dei topi, un tipo di neurone che trasmette le informazioni visive dell'occhio al cervello. L'indagine è stata avviata dalle osservazioni di Marsh-Armstrong effettuate mentre studiava un modello di topo con glaucoma dove i prodotti proteici dalla retina si accumulano nella testa del nervo ottico (TNO) appena dietro l'occhio.


Usando una combinazione di microscopia avanzata e tecniche molecolari sviluppate nei laboratori di Ellisman e di Marsh-Armstrong, essi hanno scoperto che i mitocondri danneggiati nelle cellule gangliari della retina vengono sparsi nel TNO dove gli assoni delle cellule gangliari escono dall'occhio per formare il nervo ottico diretto al cervello. Questi mitocondri sono prelevati e degradati dagli astrociti adiacenti, la forma più abbondante di cellule gliali del sistema nervoso dei vertebrati e l'unica cellula che fa da ponte tra le cellule nervose e l'apporto di sangue del cervello.


La scoperta confuta l'assunto comune che tutte le cellule isolano, degradano e rimuovono i materiali danneggiati internamente, un processo noto come autofagia (dal greco «auto-mangiarsi»). Quando il processo coinvolge i mitocondri, si chiama «mitofagia». Il processo descritto da Marsh-Armstrong, Ellisman e colleghi è stato soprannominato «transmitofagia".


Questi risultati sorprendenti lasciano ancora domande a cui rispondere: ad esempio, i mitocondri rimossi al TNO provengono solo dalla popolazione residente nelle lunghe fibre nervose che vanno dall'occhio al cervello o sono trasportati in qualche modo attivamente dalla retina stessa?


Ellisman dice che i risultati potrebbero potenzialmente migliorare la comprensione di diversi disturbi, e forse portare infine ad un trattamento. "I mitocondri hanno un ruolo di primo piano nella salute degli assoni, che sono fondamentali per il collegamento tra i neuroni e la trasmissione delle informazioni. Dovrebbe essere prioritario esplorare ulteriormente cosa succede nella transmitofagia e se i difetti in questo fenomeno contribuiscono alla disfunzione o alla malattia neuronale".

 

********
Hanno collaborato Chung-ha O. Davis, Elizabeth A. Mills e Judy V. Nguyen, del Kennedy Krieger Institute e della Johns Hopkins University; Keu-Young Kim, Eric A. Bushong, Daniela Boassa, Tiffany Shih, Mira Kinebuchi e Sebastien Phan, del National Center for Microscopy and Imaging Research, UCSD; Yi Zhou del Kennedy Krieger Institute; Nathan A. Bihlmeyer e Yunju Jin della School of Medicine della Johns Hopkins University.

La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health, dalla International Retinal Research Foundation, dalla Glaucoma Research Foundation, dalla Melza M. and Frank Theodore Barr Foundation, dal National Center for Research Resources, dal National Institute on Drug Abuse -Human Brain Project, dal National Institute of General Medical Sciences e dalla National Science Foundation.

 

 

 

 


FonteUniversity of California, San Diego Health Sciences  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Chung-ha O. Davis, Keun-Young Kim, Eric A. Bushong, Elizabeth A. Mills, Daniela Boassa, Tiffany Shih, Mira Kinebuchi, Sebastien Phan, Yi Zhou, Nathan A. Bihlmeyer, Judy V. Nguyen, Yunju Jin, Mark H. Ellisman, and Nicholas Marsh-Armstrong. Transcellular degradation of axonal mitochondria. PNAS, June 16, 2014 DOI: 10.1073/pnas.1404651111

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.