Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato segnale che incrementa la sopravvivenza dei nuovi neuroni

Trovati i segnali che potenziano la capacità di sopravvivenza dei nuovi neuroniRicercatori della Johns Hopkins riferiscono che un tipo specializzato di cellule cerebrali che ostacolano l'attività delle cellule staminali, forse per ironia della sorte favoriscono la sopravvivenza della progenie delle cellule staminali stesse.


Capire come queste nuove cellule cerebrali "decidono" se vivere o morire e come comportarsi, è di particolare interesse perché i cambiamenti nella loro attività sono legati a malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, le malattie mentali e l'invecchiamento.


"Abbiamo identificato un meccanismo fondamentale per mantenere in vita i neuroni appena nati, le nuove cellule cerebrali", ha detto Hongjun Song, Ph.D., professore di neurologia e direttore del programma Cellule Staminali dell'Institute for Cell Engineering della Johns Hopkins Medicine. "Questo può non solo aiutarci a capire le cause di alcune malattie, ma può anche essere un passo verso il superamento delle barriere nel trapianto di cellule terapeutiche".


Il team di ricerca di Song, lavorando con un gruppo guidato da Guo-Li Ming (MD, Ph.D.), professore di neurologia all'Istituto per l'ingegneria delle cellule, e altri collaboratori, aveva riferito inizialmente l'anno scorso che le cellule del cervello note come interneuroni che esprimono parvalbumina istruiscono le cellule staminali vicine a non dividersi, rilasciando un segnale chimico chiamato GABA.


Nel nuovo studio, come riportato il 10 Novembre online su Nature Neuroscience, Song e Ming volevano scoprire come il GABA dei neuroni circostanti colpisce i neuroni neonati prodotti dalle cellule staminali. Molti di questi neuroni neonati muoiono naturalmente subito dopo la loro "nascita", dice Song; se ce la fanno a sopravvivere, le nuove cellule migrano verso una sede permanente nel cervello e forgiano le sinapsi, le connessioni con altre cellule.


Per capire se il GABA è un fattore di sopravvivenza e di comportamento dei neuroni neonati, il team di ricerca ha marcato i neuroni neonati nel cervello di topi con una proteina fluorescente, e poi hanno tenuto sotto controllo la loro risposta al GABA. "Non ci aspettavamo che questi neuroni immaturi formassero sinapsi, quindi siamo rimasti sorpresi nel vedere che avevano costruito le sinapsi dai interneuroni circostanti e che tale GABA stava arrivando a loro in quel modo", afferma Song. Nel precedente studio, il team ha scoperto che il GABA stava arrivando alle cellule staminali senza sinapsi con un percorso meno diretto, vagando nello spazio tra le cellule.


Per confermare i risultati, il team ha progettato i interneuroni in modo che fossero stimolati oppure soppressi dalla luce. I ricercatori hanno scoperto che quando sono stimolate, le cellule attivano realmente i neuroni neonati vicini. Hanno quindi provato il trucco della stimolazione con la luce nei topi vivi, e hanno scoperto che quando gli interneuroni specializzati sono stimolati e emettono più GABA, i nuovi neuroni dei topi sopravvivono in numero maggiore rispetto a quando non è così.


Ciò è in contrasto con la risposta delle cellule staminali, che diventano dormienti quando rilevano il GABA. "Questo sembra essere un sistema molto efficace per mettere a punto la risposta del cervello al suo ambiente", afferma Song. "Quando si ha un elevato livello di attività cerebrale, sono necessari più neuroni nuovi, e quando non c'è un'attività alta non c'è bisogno di nuovi neuroni, ma è necessario prepararsi, mantenendo le cellule staminali attive. E' tutto regolato dallo stesso segnale".


Secondo Song, altri ricercatori hanno scoperto che gli interneuroni che esprimono parvalbumina hanno un comportamento anomalo nelle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e le malattie mentali come la schizofrenia. "Ora vogliamo vedere il ruolo di questi interneuroni nelle fasi successive dei neuroni neonati: la migrazione al posto giusto e l'integrazione nel circuito esistente", dice. "Quella può essere la chiave del loro ruolo nelle malattie".


Il team è anche interessato a indagare se il meccanismo del GABA può essere usato per aiutare a mantenere in vita le cellule trapiantate, senza influenzare altri processi cerebrali come effetto collaterale.

****

Altri autori dello studio sono Juan Song, Jiaqi Sole, Zhexing Wen, Gerald J. Sun, Derek Hsu, Chun Zhong, Heydar Davoudi e Kimberly M. Christian della Johns Hopkins, e Jonathan Moss e Nicolas Toni dell'Università di Losanna in Svizzera. Lo studio è stato finanziato dal National Institute of Neurological Disorder and Stroke, dall'Istituto Nazionale di Scienze della Salute Ambientale, dall'Istituto Nazionale di Salute dei Bambini e dello Sviluppo Umano, dalla Dr. Miriam and Sheldon G. Adelson Medical Research Foundation, dalla Brain and Behavior Research Foundation, dal Maryland Stem Cell Research Fund, dal Fondo nazionale svizzero della scienza e dalla Fondation Leenaards.

 

 

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine, via EurekAlert!.

Riferimenti: Juan Song, Jiaqi Sun, Jonathan Moss, Zhexing Wen, Gerald J Sun, Derek Hsu, Chun Zhong, Heydar Davoudi, Kimberly M Christian, Nicolas Toni, Guo-li Ming, Hongjun Song. Parvalbumin interneurons mediate neuronal circuitry–neurogenesis coupling in the adult hippocampus. Nature Neuroscience, 2013; DOI: 10.1038/nn.3572

Pubblicato in eurekalert.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.