Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Staminali embrionali prodotte in organismi viventi adulti

Un team del Centro Nazionale Spagnolo di Ricerca sul Cancro (CNIO) è riuscito per la prima volta a produrre cellule adulte da un organismo vivente, che mostrano caratteristiche di cellule staminali embrionali.


I ricercatori hanno anche scoperto che queste cellule staminali embrionali, ottenute direttamente dall'interno dell'organismo, hanno una capacità maggiore di differenziarsi rispetto a quelle ottenute mediante coltura in vitro. In particolare, esse hanno le caratteristiche delle cellule totipotenti: uno stato primitivo mai ottenuto in laboratorio.


Lo studio, effettuato al CNIO, era guidata da Manuel Serrano, direttore del Programma di Oncologia Molecolare e capo del Laboratorio di Soppressione Tumorale, ed è stato finanziato dal team di Manuel Manzanares del Centro Nazionale Spagnolo di Ricerca Cardiovascolare (CNIC).


Le cellule staminali embrionali sono l'obiettivo principale della medicina rigenerativa futura. Esse sono le uniche in grado di generare qualsiasi tipo di cellula dai centinaia di tipi di cellule che costituiscono un organismo adulto; quindi sono il primo passo per curare malattie come l'Alzheimer, il Parkinson o il diabete. Tuttavia, questo tipo di cellula ha una vita molto breve, limitata ai primi giorni di sviluppo embrionale, e non esistono da nessuna parte di un organismo adulto.


Uno dei più grandi successi nella ricerca biomedica recente è stato nel 2006, quando Shinya Yamanaka è riuscito a creare cellule staminali embrionali (cellule staminali pluripotenti indotte, in vitro - iPSC in vitro) in laboratorio da cellule adulte, attraverso un cocktail di soli quattro geni. La scoperta di Yamanaka, che gli è valso il Premio Nobel per la Medicina nel 2012, ha aperto un nuovo orizzonte nel campo della medicina rigenerativa.


I ricercatori del CNIO hanno fatto un altro passo in avanti, raggiungendo lo stesso risultato di Yamanaka, ma questa volta all'interno dello stesso organismo, nei topi, senza la necessità di passare attraverso i piatti di coltura in vitro. La generazione di queste cellule all'interno di un organismo porta questa tecnologia ancora più vicino alla medicina rigenerativa.


La prima sfida per i ricercatori del CNIO era riprodurre l'esperimento di Yamanaka in un essere vivente. Hanno scelto un topo come organismo modello. Usando tecniche di manipolazione genetica, i ricercatori hanno creato topi dove attivare a piacimento i quattro geni di Yamanaka. Quando ​​hanno attivato questi geni, hanno osservato che le cellule adulte si sono ritirate nel loro sviluppo evolutivo, diventando cellule staminali embrionali in diversi tessuti e organi.


María Abad, l'autore principale dell'articolo e ricercatrice nel gruppo di Serrano, ha dichiarato: "Questo cambiamento di direzione nello sviluppo non è mai stato osservato in natura. Abbiamo dimostrato che possiamo ottenere le cellule staminali embrionali in organismi adulti e non solo in laboratorio". Manuel Serrano ha aggiunto che: "Ora possiamo iniziare a pensare ai metodi per indurre la rigenerazione a livello locale e in modo transitorio per un particolare tessuto danneggiato".


Le cellule staminali ottenute nei topi mostrano anche caratteristiche totipotenti mai generate in laboratorio, equivalenti a quelle presenti negli embrioni umani allo stadio di sviluppo di 72 ore, quando sono composti di sole 16 cellule. In confronto con le cellule ottenute con la tecnica sviluppata da Yamanaka, le cellule staminali ottenute al CNIO rappresentano quindi uno stato embrionale ancora precedente, con maggiore capacità di differenziazione.


Gli autori sono persino in grado di indurre la formazione di strutture pseudo-embrionali nelle cavità toracica e addominale dei topi. Questi pseudo-embrioni presentano i tre strati tipici degli embrioni (ectoderma, mesoderma ed endoderma), le strutture extra-embrionali come la membrana Vitelline e anche i segni di formazione di cellule del sangue. "Questi dati ci dicono che le nostre cellule staminali sono molto più versatili delle iPSC in vitro di Yamanaka, la cui potenza genera i diversi strati di un embrione, ma mai i tessuti che sostengono lo sviluppo di un nuovo embrione, come la placenta", ha detto il ricercatore del CNIO.


Gli autori sottolineano che le possibili applicazioni terapeutiche del loro lavoro sono ancora lontane, ma riconoscono che, senza dubbio, ciò potrebbe significare un cambiamento di direzione per la ricerca sulle cellule staminali, per la medicina rigenerativa o per l'ingegneria dei tessuti. "Le nostre cellule staminali sopravvivono anche al di fuori dei topi, in una cultura, così possiamo anche manipolarle in laboratorio", ha detto la Abad, aggiungendo che: "Il prossimo passo é studiare se queste nuove cellule staminali sono in grado di generare in modo efficiente diversi tessuti, come quelli di pancreas, fegato o reni".

 

 

 

 

 


Fonte: Centro Nacional de Investigaciones Oncologicas (CNIO).

Riferimenti: María Abad, Lluc Mosteiro, Cristina Pantoja, Marta Cañamero, Teresa Rayon, Inmaculada Ors, Osvaldo Graña, Diego Megías, Orlando Domínguez, Dolores Martínez, Miguel Manzanares, Sagrario Ortega & Manuel Serrano. Reprogramming in vivo produces teratomas and iPS cells with totipotency features. Nature, 2013 DOI: 10.1038/nature12586

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)