Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Fornice: il suo restringimento può anticipare il declino cognitivo

La degenerazione di una piccola struttura a forma di forcella in profondità, all'interno del cervello, può fornire i primi indizi del futuro declino cognitivo, molto prima che gli anziani sani presentino sintomi clinici di perdita di memoria o di demenza, secondo uno studio di ricercatori dell'Alzheimer's Disease Center della University of California di Davis.


Lo studio longitudinale ha scoperto che le uniche differenze cerebrali visibili tra persone normali che in seguito hanno sviluppato deterioramento cognitivo e quelle che non l'hanno fatto, erano dei cambiamenti nel fornice, un organo che trasporta messaggi da e verso l'ippocampo, e di cui si conosce da molto tempo il ruolo per la memoria.


"Questo potrebbe essere un marcatore molto precoce e utile per il futuro declino incipiente", ha detto Evan Fletcher, autore principale dello studio e scienziato di progetto dell'Alzheimer's Disease Center della UC Davis. "Questi risultati suggeriscono che le variabili del fornice sono fattori cerebrali misurabili che precedono il primo peggioramento clinicamente rilevante della funzione cognitiva negli individui anziani cognitivamente normali", ha detto Fletcher.


La ricerca è stata pubblicata online il 9 Settembre su JAMA Neurologia. L'atrofia dell'ippocampo avviene nelle fasi successive del declino cognitivo ed è uno dei cambiamenti più studiati associati al processo di Alzheimer. Tuttavia non erano state ancora esaminate così da vicino le modifiche del fornice e delle altre regioni del cervello strutturalmente collegate all'ippocampo. Lo studio ha trovato che la degenerazione del fornice in relazione alla cognizione era rintracciabile anche prima dei cambiamenti nell'ippocampo.


"Anche se le misure dell'ippocampo sono state studiate molto più profondamente in relazione al declino cognitivo, il nostro confronto diretto tra le misure del fornice e dell'ippocampo suggerisce che le proprietà del fornice possono identificare meglio l'incipiente declino cognitivo tra le persone in buona salute", ha detto Fletcher.


Lo studio è stato condotto in cinque anni in un gruppo di 102 persone diverse, cognitivamente normali, con un'età media di 73 anni, reclutate consultando la comunità del Centro Alzheimer. I ricercatori hanno condotto studi di risonanza magnetica (MRI) nel cervello dei partecipanti, ottenendo la descrizione dei volumi e dell'integrità. Un tipo diverso di RM ha determinato l'integrità della mielina, il rivestimento grasso che fodera e protegge gli assoni. Gli assoni sono simili ai cablaggi di rame dei circuiti del cervello e la mielina è come l'isolamento di plastica del cablaggio. Perdere uno qualsisi dei due fa "degradare la trasmissione del segnale" nel cervello, spiega Fletcher.


I ricercatori hanno anche condotto test psicologici e valutazioni cognitive sui partecipanti allo studio per valutare il loro livello di funzionamento cognitivo. I partecipanti sono tornati per risonanze magnetiche aggiornate e test cognitivi ad intervalli di circa un anno. All'inizio, nessuno dei partecipanti allo studio esibiva sintomi di declino cognitivo. Nel corso del tempo circa il 20 per cento ha cominciato a mostrare i sintomi che hanno portato alla diagnosi sia di decadimento cognitivo lieve (MCI) che, in una minoranza di casi, di Alzheimer.


"Abbiamo scoperto, guardando i vari fattori cerebrali, che ce n'è uno - e uno solo - che sembrava predire il declino cognitivo di una persona, e quello era la degradazione del fornice"
, ha detto Fletcher.


Lo studio ha misurato due importanti caratteristiche del fornice che prevedono futuri deficit cognitivi: il volume della materia bianca del basso fornice e la riduzione dell'integrità assonale. Ognuno di questi era più forte di qualsiasi altro fattore cerebrale nei modelli di previsione della perdita cognitiva, ha detto Fletcher. Aggiungendo che l'esame RM di routine del fornice, potrebbe essere concettualmente usato nella pratica clinica in futuro come predittore di un declino cognitivo anomalo.


"I nostri risultati suggeriscono che se il volume o l'integrità del fornice è entro un certo range, si ha un aumento del rischio di deterioramento cognitivo in seguito. Ma sviluppare l'utilizzo del fornice come predittore in ambito clinico richiederà un certo tempo, lo stesso che è stato necessario per valutare i livelli di colesterolo che prevedono le malattie cardiache future", ha detto.


Fletcher ha anche detto che la scoperta potrebbe segnare un cambiamento di paradigma verso la valutazione della materia bianca del cervello, piuttosto che quella grigia, tra i primissimi indicatori di sviluppo della perdita cognitiva.


Attualmente c'è una forte attenzione della ricerca sulla comprensione dei processi cerebrali che portano infine all'Alzheimer. Il risultato attuale potrebbe riempire un pezzo del quadro e motivare nuove direzioni di ricerca per capire perché e come il fornice e gli altri cambiamenti della materia bianca siano un precursore così importante del deterioramento cognitivo.


"L'importanza fondamentale di questa scoperta è che essa implica che le misure del tratto di sostanza bianca potrebbero rivelarsi promettenti biomarcatori, candidati alla previsione dell'incipiente declino cognitivo negli individui cognitivamente normali in un ambiente clinico, forse più di quanto lo siano le misure della materia grigia"
, ha detto.

 

 

 

 

 


Fonte: University of California - Davis Health System.

Riferimento: Evan Fletcher. Loss of Fornix White Matter Volume as a Predictor of Cognitive Impairment in Cognitively Normal Elderly IndividualsFornix White Matter Loss and Cognitive ImpairmentF. JAMA Neurology, 2013; DOI: 10.1001/jamaneurol.2013.3263

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.