Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Riciclo interno difettoso può contribuire all'Alzheimer

Un sistema di smaltimento dei rifiuti difettoso nelle cellule immunitarie residenti del cervello può essere un fattore importante nelle malattie neurodegenerative, dicono i risultati di un team scientifico della Stanford University School of Medicine.


Le osservazioni preliminari mostrano che questo difetto appare nel cervello di pazienti deceduti con l'Alzheimer, e quindi la sua correzione potrebbe un giorno rivelarsi un modo efficace per prevenire o rallentare il corso della malattia.


"Abbiamo avuto la fortuna di riuscire a confrontare le microglia - le cellule immunitarie del cervello - di cinque pazienti che sono morti di Alzheimer con quelle di cinque morti per altre cause", ha detto Tony Wyss-Coray, PhD, professore di neurologia e scienze neurologiche alla scuola di medicina e ricercatore senior al Veteran Affairs Palo Alto Health Care System. "E abbiamo scoperto che nell'Alzheimer, le microglia sono difettose. Una delle funzioni principali di queste cellule, la rimozione dei rifiuti, è compromessa".


Wyss-Coray è l'autore senior dello studio, pubblicato il 4 Settembre in Neuron. L'autore principale è lo studioso postdottorato Kurt Lucin, PhD. Le microglia, uno dei numerosi tipi di cellule importanti del cervello, servono sia da poliziotto che da raccogli-rifiuti. Queste cellule immunitarie puliscono continuamente il cervello, assicurandosi che tutto proceda bene. Quando avvertono un agente patogeno, tirano fuori l'equivalente molecolare di una pistola. Se vedono una cellula morta o un ciuffo di detriti di proteine, indossano una tuta da lavoro e si affrettano a rimuoverli. E lo fanno inghiottendo e ingerendo il bersaglio in un processo chiamato fagocitosi. Molte cellule possono fare questo lavoro, ma le microglia sono le professioniste - e è meglio che lo siano, ha detto Wyss-Coray. "Se non si eliminano tutti i detriti nel cervello in modo efficiente, quelli lasciati in giro possono innescare l'infiammazione e il danno conseguente ai neuroni", ha detto.


Le proteine ​​chiamate recettori fagocitari sulla superficie della microglia cercano i segni caratteristici di detriti, le cellule morte e le sostanze potenzialmente tossiche, come l'A-beta, una proteina largamente implicata nell'Alzheimer. L'A-beta è incline a raggrupparsi in placche che abbondano nel cervello delle persone con Alzheimer e, in misura minore, nel resto di tutti noi quando invecchiamo.


Quando una proteina o un pezzo di detrito cellulare preso di mira è vincolato da un recettore fagocitario, parte della membrana esterna delle cellule microgliali forma una bolla che racchiude l'obiettivo, migra verso l'interno e si fonde con l'apparato digerente ad alta potenza della cella, che scompone il contenuto ingerito.


Però i recettori fagocitari, che sono venuti assieme nel viaggio verso le membrane che inghiottono i materiali ingeriti, non vengono digeriti. Essi vengono riciclati, secondo Wyss-Coray. "Le microglia non producono continuamente recettori nuovi di zecca. Al contrario, quelli esistenti vengono restituiti alla membrana cellulare da un sofisticato complesso multiproteico chiamato retromer, che afferra in modo efficace i recettori introitati e li riporta di nuovo alla superficie delle cellule".


Ma un difetto nel programma di riciclaggio interno delle microglia, come dimostra il nuovo studio, può provocare una errata fagocitosi, che a sua volta potrebbe consentire all'A-beta di accumularsi nel cervello che invecchia. Per esempio, è stato recentemente scoperto che una mutazione rara in un recettore fagocitico chiave, che si lega all'A-beta, aumenta da tre a quattro volte il rischio di Alzheimer.


I ricercatori credono di aver determinato un colpevole: la beclin, una proteina espressa in ogni cellula del corpo e nota per essere cruciale per la sopravvivenza. Essi hanno scoperto che carenze di questa proteina compromettono la capacità del retromer di riportare i recettori fagocitari alla superficie delle cellule microgliali, con conseguenze sgradevoli per i neuroni nel cervello.


La beclin e l'apparato retromer sono simili nei topi e nell'uomo. Così Wyss-Coray e i suoi colleghi hanno inizialmente esaminato le microglia di topo che erano state modificate per ridurre i livelli di beclin di oltre la metà. Queste microglia carenti di beclin si sono rivelate meno efficienti ad inghiottire sfere di lattice (un sostituto dei detriti cellulari), rispetto alle microglia con livelli normali di beclin. Quando gli scienziati iniettano A-beta nel cervello dei topi normali, le loro microglia eliminano questa sostanza in fretta, ha detto Wyss-Coray. Ma nei topi carenti di beclin, le microglia richiedono molto più tempo per fare il loro lavoro.


I ricercatori hanno inoltre dimostrato che nelle cellule beclin-carenti, è gravemente compromesso il riciclaggio di un recettore fagocitario che lega l'A-beta. In apparenza la beclin è necessaria per il funzionamento adeguato del retromer, ha detto Wyss-Coray. "Con nostra sorpresa abbiamo verificato che, se i livelli di beclin sono bassi, tutti i componenti chiave del retromer sono ridotti abbastanza drasticamente. Perciò il recettore non può tornare indietro perché non ci sono i retromer".


Quando il suo team ha confrontato i cervelli sottoposti ad autopsia di cinque malati di Alzheimer e delle cinque persone morte per altre cause, hanno visto che i livelli sia di beclin che di almeno una delle componenti proteiche del retromer erano minori di ben l'80 per cento nel cervello di Alzheimer. "Non ci aspettavamo di vedere tali drastiche differenze di queste proteine nel tessuto umano. Questo non era stato precedentemente dimostrato per le proteine nelle microglia umane", ha detto Wyss-Coray. "Dobbiamo prendere le nostre scoperte sulle microglia nel cervello umano con un grano di sale, perché abbiamo esaminato solo 10 cervelli in tutto. Ma i risultati sono entusiasmanti. Se fossero accurati, essi dimostrerebbero un modo in cui la microglia può diventare disfunzionale, e quali conseguenze ci possono essere".


Wyss-Coray ha detto che ancora non sa ciò che provoca l'inizio della caduta dei livelli di beclin. Ma altri esperimenti suggeriscono che il deficit di beclin nel cervello di Alzheimer non sia dovuta probabilmente all'accumulo di depositi di A-beta, ma che lo preceda, e che possa contribuire all'accumulo stesso. "La maggior parte della ricerca si è concentrata sui neuroni", ha detto. "I nostri risultati suggeriscono che dovremmo anche cercare in altri tipi di cellule che non funzionano correttamente nel cervello. Se le microglia non funzionano nel modo per cui sono progettate, ne derivano molti problemi".


Questi risultati possono essere rilevanti non solo per l'Alzheimer, ma anche per altre malattie cerebrali legate all'età. Una mutazione in una proteina retromer è stata implicato nel Parkinson, secondo Wyss-Coray. "Se il declino della beclin risulta essere normale nel processo di invecchiamento, alla fine potrebbero apparire aggregati proteici come A-beta o altri tipi, quali quelli del Parkinson".


Hanno collaborato allo studio gli studenti laureati della Stanford: Catilin O'Brien, Gregor Bieri e Kira Mosher; lo studioso postdottorato Eva Czirr, PhD, e il ricercatore associato Rachelle Abbey.

 

 

 

 

 


Fonte: Stanford University Medical Center. Articolo originale scritto da Bruce Goldman.

Riferimento: Kurt M. Lucin, Caitlin E. O’Brien, Gregor Bieri, Eva Czirr, Kira I. Mosher, Rachelle J. Abbey, Diego F. Mastroeni, Joseph Rogers, Brian Spencer, Eliezer Masliah, Tony Wyss-Coray. Microglial Beclin 1 Regulates Retromer Trafficking and Phagocytosis and Is Impaired in Alzheimer’s Disease. Neuron, 2013; 79 (5): 873 DOI: 10.1016/j.neuron.2013.06.046

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.