Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rame: una delle possibili cause dell'Alzheimer

Il rame sembra essere uno dei principali fattori ambientali che innescano l'insorgenza ed enfatizzano la progressione dell'Alzheimer. La presenza di rame nel cibo è onnipresente: si trova nell'acqua potabile portata da tubi in rame, negli integratori alimentari, e in taluni cibi. (Credit: © kotomiti / Fotolia)Il rame sembra essere uno dei principali fattori ambientali che innescano l'insorgenza e accelerano la progressione dell'Alzheimer, impedendo di eliminare ed aumentando l'accumulo di proteine tossiche nel cervello.


Questa è la conclusione di uno studio apparso oggi sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences.


"E' chiaro che, nel tempo, l'effetto cumulativo del rame è quello di mettere in pericolo i sistemi con cui viene rimossa l'amiloide-beta dal cervello", ha detto Rashid Deane, Ph.D., professore di ricerca nel Dipartimento di Neurochirurgia del Medical Center all'Università di Rochester (URMC), membro del Centro per Neuromedicina Traslazionale, e autore principale dello studio. "Questo deterioramento è uno dei fattori chiave che provoca l'accumulo della proteina nel cervello e la formazione delle placche che sono il segno distintivo dell'Alzheimer".


Il rame è onnipresente nel cibo. Si trova nell'acqua potabile portata in tubi in rame, negli integratori alimentari, e in alcuni cibi come le carni rosse, i crostacei, le noci e molta frutta e verdura. Il minerale ha un ruolo importante e benefico nella conduzione nervosa, nella crescita ossea, nella formazione di tessuto connettivo, e nella secrezione ormonale.


Tuttavia, il nuovo studio mostra che il rame può anche accumularsi nel cervello e causare la rottura della barriera emato-encefalica (il sistema che controlla cosa entra/esce dal cervello), con conseguente accumulo tossico della proteina amiloide-beta, un sottoprodotto dell'attività cellulare. Utilizzando cellule cerebrali sia di topo che di esseri umani, Deane ed i suoi colleghi hanno condotto una serie di esperimenti che hanno individuato i meccanismi molecolari con cui il rame accelera la patologia dell'Alzheimer.


In circostanze normali, l'amiloide-beta viene rimosso dal cervello da una proteina chiamata proteina di tipo recettore lipoproteina 1 (LRP1). Queste proteine ​​- che foderano i capillari che alimentano con sangue il cervello - si legano all'amiloide-beta nel tessuto cerebrale e la accompagnano nei vasi sanguigni che la rimuovono dal cervello.


Il gruppo di ricerca ha "dosato" del rame in topi normali per tre mesi. L'esposizione era costituita da tracce di metallo nell'acqua potabile, un decimo della quantità massima di rame accettabile nell'acqua, secondo gli standard stabiliti dalla Environmental Protection Agency. "Si tratta di livelli molto bassi di rame, equivalenti a quello che la gente consuma con una dieta normale", ha detto Deane.


I ricercatori hanno scoperto che il rame entra nel sistema sanguigno e si accumula nei vasi che alimentano di sangue il cervello, in particolare nei "muri" cellulari dei capillari. Queste cellule sono una parte critica del sistema di difesa del cervello e contribuiscono a regolare il passaggio delle molecole da e per il tessuto cerebrale. In questo caso, le cellule capillari impediscono al rame di entrare nel cervello. Tuttavia, nel tempo il metallo può accumularsi in queste cellule con effetti tossici. I ricercatori hanno osservato che il rame interrompe la funzione dell'LRP1 attraverso un processo chiamato ossidazione, che, a sua volta, inibisce la rimozione di amiloide-beta dal cervello. Essi hanno osservato questo fenomeno sia nelle cellule di topo che in quelle umane.


I ricercatori hanno poi esaminato l'impatto dell'esposizione al rame di modelli di topo di Alzheimer. In questi topi, le cellule che formano la barriera emato-encefalica sono deteriorate e diventano "permeabili" (una probabile combinazione tra invecchiamento ed effetto cumulativo di varie aggressioni tossiche), consentendo ad elementi come il rame di passare senza ostacoli nel tessuto cerebrale. Essi hanno osservato che il rame stimola l'attività nei neuroni che aumentano la produzione di amiloide-beta. Il rame inoltre interagisce con l'amiloide-beta in modo da indurre le proteine ​a legarsi insieme in complessi più grandi che creano blocchi che il sistema di smaltimento dei rifiuti del cervello non riesce ad eliminare.


Questo uno-due, inibendo l'eliminazione e stimolando la produzione di altra amiloide-beta, fornisce la forte evidenza che il rame è un attore chiave nell'Alzheimer. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che il rame provoca infiammazione nel tessuto cerebrale, che può promuovere ulteriormente la rottura della barriera emato-encefalica e l'accumulo delle tossine legate all'Alzheimer.


Tuttavia, poiché il metallo è essenziale per tante altre funzioni nel corpo, i ricercatori dicono che questi risultati devono essere interpretati con cautela. "Il rame è un metallo essenziale ed è chiaro che questi effetti sono dovuti ad una esposizione per un lungo periodo di tempo", ha detto Deane. "La chiave sarà trovare il giusto equilibrio tra un consumo eccessivo o scarso di rame. Al momento non possiamo dire quale sarà il giusto livello, ma la dieta può in definitiva svolgere un ruolo importante nel regolare questo processo".


Hanno contribuito il primo autore Itender Singh, e Abhay Sagare, Mireia Coma, David Perimutter, Robert Gelein, Robert Bell, Richard Deane, Elaine Zhong, Margaret Parisi, Joseph Ciszewski, e R. Tristan Kasper, tutti dell'URMC. Lo studio è stato finanziato dalla Alzheimer's Association, dal National Institutes of Aging, e da una borsa di studio pilota del National Institute of Environmental Health Sciences.

 

 

 

 

 


Fonte:  University of Rochester Medical Center.

Riferimento: Itender Singh, Abhay P. Sagare, Mireia Coma, David Perlmutter, Robert Gelein, Robert D. Bell, Richard J. Deane, Elaine Zhong, Margaret Parisi, Joseph Ciszewski, R. Tristan Kasper, and Rashid Deane. Low levels of copper disrupt brain amyloid-β homeostasis by altering its production and clearance. PNAS, August 19, 2013 DOI: 10.1073/pnas.1302212110

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.