Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Essere in forma in mezza età riduce il rischio di demenza

Nordic WalkingUn nuovo studio suggerisce che un alto livello di forma fisica in mezza età è associato ad un più basso rischio di demenza in età avanzata.

"Sappiamo già che l'esercizio fisico ha benefici cardiovascolari e di molti altri tipi, ma questo può dare alle persone più incentivi per muoversi. La demenza è la seconda malattia più temuta dopo il cancro, e la nostra ricerca suggerisce che è possibile ridurre il rischio mantenendosi in forma", dice l'autore principale, Laura F. DeFina, MD, dell'Istituto Cooper di Dallas in Texas.


Essa fa notare che, anche se c'è molta letteratura sull'attività fisica e la demenza, una dichiarazione del National Institutes of Health del 2010 ha suggerito che le prove erano insufficienti per promuovere il cambiamento dello stile di vita a beneficio della salute del cervello, perché gli studi condotti fino ad allora erano piccoli, con follow-up breve, e con inadeguata definizione dei pazienti e della demenza.


"Il nostro studio supera molte di queste lacune, con una grande popolazione di pazienti omogenea, una misurazione oggettiva della forma fisica, e un lungo controllo successivo. Riteniamo pertanto che i nostri dati siano un messaggio forte per migliorare la forma fisica, e riteniamo possa essere più potente di alcuni precedenti tentativi di cambiamento del comportamento"
. Lo studio è pubblicato nel numero del 5 febbraio di Annals of Internal Medicine.


Lo studio includeva 19.458 persone che partecipavano allo studio longitudinale della Clinica Cooper all'Istituto Cooper, una clinica di medicina preventiva. Tutti sono stati sottoposti a test standardizzati di fitness in mezza età (età media: 49.8 anni) e sono poi stati seguiti in media per 25 anni. I casi di demenza sono stati trovati dai dati sulle richieste Medicare. Sono stati considerati 1.659 casi di demenza per tutte le cause. Dopo l'aggiustamento per varie variabili, i partecipanti con il più alto livello di fitness (5° quintile) in mezza età, hanno avuto un rischio ridotto del 36% di sviluppare demenza per qualsiasi causa durante il follow-up rispetto a quelli della categoria più bassa di fitness (1° quintile).

Tabella. Rischio di demenza e livello di forma fisica
Quintile di
forma fisica
Hazard Ratio per demenza
(95% Confidence Interval)
P Value
1 (livello +
basso di fitness)
1.00 (riferimento) -
2 0.88 (0.76 - 1.02) .089
3 0.79 (0.67 - 0.92) .002
4 0.70 (0.60 - 0.83) <.001
5 (livello +
alto di fitness)
0.64 (0.54 - 0.77) <.001

 

"Il lungo follow-up nel nostro studio è essenziale in quanto è dimostrato che i cambiamenti nel cervello possono iniziare fino a 20 anni prima che la demenza inizi a diventare evidente", scrive la Dott.ssa DeFina.
"Altro punto di forza del nostro studio è che abbiamo misurato oggettivamente la forma cardiorespiratoria in modo uniforme (su un tapis roulant) a tutti i partecipanti"
, ha aggiunto. "Normalmente studi sui attività fisica si basano su auto-riferito esercizio, che è notoriamente impreciso."


La Dott.ssa DeFina sottolinea anche che la riduzione della demenza è coerente nei pazienti che avevano avuto un ictus e in quelli che non l'avevano avuto, suggerendo che il meccanismo non riguarda solo le malattie vascolari. "E' risaputo che l'esercizio fisico riduce le malattie cardiovascolari, cosa che ci si aspetterebbe sia tradotto in un beneficio per l'ictus, ma poiché abbiamo visto una riduzione simile anche nella demenza proporzionale alla migliore forma fisica nei pazienti che non avevano avuto un ictus, questo suggerisce che siano coinvolti anche altri meccanismi".


Essa aggiunge che gli studi sugli animali hanno suggerito che forma fisica e maggiore attività siano correlate a una riduzione dell'atrofia cerebrale e della perdita cognitiva, e che sono state osservate variazioni nell'amiloide con una attività regolare. Anche se questo è uno studio sulla forma fisica, piuttosto che sulla reale attività fisica svolta, la dott.ssa DeFina dice che i risultati sono coerenti con le linee guida dell'attività fisica negli Stati Uniti che raccomandano 150 minuti di esercizio fisico moderato, o 75 minuti di attività vigorosa, alla settimana per avere benefici per la salute.

Mai troppo tardi per iniziare

I ricercatori ritengono che, anche se è meglio raggiungere la forma fisica prima nella vita e mantenerla per tutta la vita, si possono vedere benefici anche nelle persone che iniziano dopo. La Dott.ssa DeFina osserva: "Non è mai troppo tardi per migliorare la forma fisica. Anche se non hai più 49 anni, ci sono ancora benefici funzionali nell'essere attivi nell'anzianità". Il co-autore Benjamin L. Willis, MD, MPH, dell'Istituto Cooper, aggiunge: "Il momento migliore per piantare un albero è 20 anni fa, ma la seconda migliore opzione è oggi".


In un editoriale di accompagnamento, Maria Sano, PhD, della Mount Sinai School of Medicine di New York, e James J. Peters, del Veterans Affairs Medical Center di New York, sottolineano che è notoriamente difficile aderire a regimi di esercizi, e si stima che meno del 10% della popolazione degli Stati Uniti raggiunga i 150 minuti per settimana delle direttive. Tuttavia, sono tutti d'accordo che la paura dell'Alzheimer "può fornire sia il contesto per i medici per introdurre l'argomento dell'attività fisica, che la motivazione per i pazienti a tener conto del consiglio di aumentare l'attività fisica".


Lo studio è stato finanziato dal Cooper Institute, dall'Università del Texas Southwestern Medical Center, dal National Heart, Lung, and Blood Institute e dall'American Heart Association. I dati sui conflitti di interesse sono disponibili on-line nell'articolo.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: The Cooper Institute and University of Texas Southwestern Medical Center, Stanford Prevention Research Center, Stanford University School of Medicine, Palo Alto, California.

Riferimento: Laura F. DeFina, Benjamin L. Willis, Nina B. Radford, Ang Gao, David Leonard, William L. Haskell, Myron F. Weiner, Jarett D. Berry. The Association Between Midlife Cardiorespiratory Fitness Levels and Later-Life Dementia: A Cohort Study. Annals of Internal Medicine 5 February 2013;158(3):162-168.

Pubblicato da Sue Hughes in Medscape Today il 4 Febbraio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.