Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Capire l'Alzheimer: studio chiarisce come la malattia uccide le cellule cerebrali

ANN ARBOR - (ENEWSPF). Il modo esatto in cui l'Alzheimer uccide le cellule del cervello è ancora un po' misterioso, ma i ricercatori dell'Università del Michigan hanno scoperto un indizio a favore dell'ipotesi che piccole proteine provochino dei fori nei neuroni.

Il gruppo ha anche scoperto che i grumi di queste proteine di una certa dimensione sono particolarmente tossici per le cellule, mentre gli aggregati più piccoli e più grandi della proteina sono in apparenza benigni.

 

Placche amiloidi su assoni dei neuroni affetti dalla malattia di Alzheimer. (Archivio di immagini)
Placche amiloidi sugli assoni dei neuroni colpiti da Alzheimer.·

I risultati, che appaiono sulla rivista PLoS ONE, aggiungono dettagli importanti alla base di conoscenze riguardo a questa malattia che colpisce 5,4 milioni gli americani attualmente, ma rimane incurabile e in gran parte non trattabile. I risultati potrebbero potenzialmente aiutare ricercatori farmaceutici a puntare a farmaci contro i meccanismi giusti della malattia.


Le proteine chiamate peptidi beta-amiloidi sono i principali indiziati di causare la morte cellulare nell'Alzheimer. Esse costituiscono la maggior parte delle fibre di placca senile presenti nel cervello dei pazienti sottoposti ad autopsia. I ricercatori hanno diverse ipotesi su come i peptidi possono provocare la malattia. Incolpano l'infiammazione, lo stress ossidativo o uno squilibrio degli ioni di calcio probabilmente prodotti da fori nelle membrane cellulari.


Le scoperte della UM rinvigoriscono fortemente l'idea che i peptidi amiloidi danneggiano le membrane che avvolgono le cellule nervose e portano al movimento incontrollato degli ioni calcio dentro di loro. La segnalazione del calcio è un modo importante con cui le cellule comunicano e le cellule sane ne regolano il flusso con precisione. Il meccanismo tossico coinvolto nel nuovo studio potrebbe agire da solo o insieme ad altre cause proposte e, infine, portare a una perdita di cellule cerebrali nei pazienti, dicono i ricercatori.


"C'è una buona probabilità che l'Alzheimer sia causato, almeno in parte, da quattro a 13 peptidi aggregati che perforano le cellule e le uccidono gradualmente dopo una prolungata esposizione", ha detto Michael Mayer, professore associato di ingegneria biomedica e di ingegneria chimica, che ha guidato la ricerca. "La dimensione dei grumi amiloidi che abbiamo identificato come la più perforante è anche la più tossica. La correlazione è sconcertante. Nelle condizioni del piatto di coltura, questi risultati suggeriscono che la formazione di pori da parte del beta-amiloide è responsabile della morte neuronale delle cellule".


Usando l'osservazione e sofisticate analisi statistiche, la squadra ha analizzato se la tendenza dei peptidi di fare buchi nelle membrane cellulari si correli con la morte delle cellule effettive nelle stesse condizioni. Per condurre l'esperimento, Panchika Prangkio, studentessa nel laboratorio di Mayer, ha formato aggregati di amiloide-beta in acqua per 0, 1, 2, 3, 10 e 20 giorni. Ha misurato quanto perforano i grumi amiloidi di varie dimensioni in un bistrato lipidico che imitava una membrana cellulare. E, separatamente, ma con gli stessi campioni di amiloide, il gruppo ha osservato quante cellule sono morte e ha determinato le dimensioni degli amiloidi nel campione, in ogni punto. I ricercatori hanno utilizzato cellule da una linea cancerogena di cellule nervose umane.



Una complessa analisi statistica suggerisce che i grumi
di medie dimensioni di proteine beta-amiloidi uccidono
le cellule nervose provocando fori in esse, mentre i
grumi più piccoli e grandi di fibrille di amiloide-beta
sembrano protettivi. Si sospetta che la beta amiloide
causi l'Alzheimer. Image credit: Erik YuskoSmall

La loro scoperta, che grumi amiloidi medi sono più tossici, supporta le recenti teorie che singoli peptidi, nonché le fibre amiloidi più lunghe, potrebbero essere di protezione, piuttosto che dannosi, dicono i ricercatori. Gli aggregati più piccoli e più grandi sono correlati negativamente con la morte delle cellule, il che suggerisce che possono legarsi con le forme pericolose di media lunghezza dei grumi e intrappolarli in una forma non tossica.


Il lavoro potrebbe contribuire a promuovere la ricerca di trattamenti di Alzheimer che funzionano bloccando la formazione di pori da parte dei grumi di amiloide-beta, di media grandezza. E potrebbero far nascere domande sulla potenziale efficacia di farmaci (ad esempio il Bapineuzumab) che si propongono di rimuovere i grandi aggregati di beta amiloide. "Meglio la comunità di ricerca capisce come opera l'Alzheimer, più è probabile che riusciamo a sviluppare un trattamento efficace", ha detto Mayer.

 

Il documento, intitolato "Multivariate analyses of amyloid-beta oligomer populations indicate a connection between pore formation and cytotoxicity", è una collaborazione con il gruppo di ricerca di Jerry Yang, professore associato di chimica e biochimica all'Università di California di San Diego, e David Sept, professore associato di ingegneria biomedica alla UM. Il finanziamento è stato dalla H. Wallace Coulter Foundation, con il sostegno dell'Alzheimer's Association, dalla National Science Foundation e del governo della Thailandia.

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte
: Materiale della University of Michigan umich.edu

Riferimento: Panchika Prangkio, Erik C. Yusko, David Sept, Jerry Yang, Michael Mayer. Multivariate Analyses of Amyloid-Beta Oligomer Populations Indicate a Connection between Pore Formation and Cytotoxicity. PLoS ONE 7(10): e47261. doi:10.1371/journal.pone.0047261

Pubblicato in ENews Park Forest il 16 ottobre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.